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Coronetta, stornellatore contemporaneo: “Mi ispiro a Lando Fiorini e Franco Califano”

Pochi singoli nel proprio curriculum, ma un’idea musicale e di temi ben precisa, che si ispira alla tradizione romana e ai classici contemporanei come Lando Fiorini e Franco Califano. Coronetta – che all’anagrafe è Simone Coronetta – è un classe 91 che tenta di ripercorrere la tradizione della sua Roma adattandola alla contemporaneità.
A cura di Francesco Raiola
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Coronetta
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Pochi singoli nel proprio curriculum, ma un'idea musicale e di temi ben precisa, che si ispira alla tradizione romana e ai classici contemporanei come Lando Fiorini e Franco Califano. Coronetta – che all'anagrafe è Simone Coronetta – è un classe 91 che tenta di ripercorrere la tradizione della sua Roma adattandola alla contemporaneità. Il suo ultimo singolo è "La solita canzone" che si rifà in parte al pop contemporaneo, benché il cantautore ci tenga a rivendicare la propria originalità. L'amore, l'amicizia ma anche la romanità del coatto, ma soprattutto una Roma che ha sempre come punto cardinale: "È la mia città ed essendo cresciuto in periferia ho avuto modo di conoscere le varie realtà sociali legate a tali ambiti" come spiega in un'intervista a Fanpage.it

Simone, parlaci di come comincia la vita artistica di Coronetta.

La mia vita è cambiata quando mi è stata regalata la mia prima chitarra dai miei genitori. Dopo le prime lezioni ho capito subito che la musica era per me un mezzo per incanalare e liberare le mie emozioni in piena libertà, e poter dar sfogo alla mia creatività. Ricordo che riuscivo a trovare in molte situazioni una fonte di ispirazione, cucendomi addosso le vesti di un personaggio che a suo modo narrava la realtà percepita.

Quando comincia l’innamoramento e quali sono stati i primi passi che ti hanno portato a pensare di farne qualcosa in più di un hobby?

La vera folgorazione verso quest’arte è arrivata all’età di 13 anni quando nel vivere il cambiamento del passaggio dalla pubertà all’età adulta ho voluto trasformare queste sensazioni ad emozioni in musica creando il mio primo vero brano intitolato “Licantropia”.

Giorgia 19 è stata, però, la prima canzoni di questo nuovo percorso, ce la racconti? Come nasce?

L’ispirazione per la canzone Giorgia 19 nasce dal periodo di isolamento forzato dovuto al lockdown imposto dal governo. Scrutando il mondo dal mio terrazzo ho colto una serie di elementi che mi hanno portato ad inventare e a raccontare una storia d’amore rapportata al periodo del Covid-19.

“La solita canzone” invece è l’ultimo capitolo: dopo l’amore, Roma – nella sua formula del coatto inteso come beata ignoranza -, arriva l’amicizia. Quali sono le stelle polari della tua musica?

Con la mia musica volevo reinventare un moderno “stornellatore” romano che non rinuncia ad esprimere le proprie emozioni nel raccontare i vari vissuti. Posso dire che le mie fonti di ispirazione principali da un punto di vista artistico e canoro sono stati Lando Fiorini e Franco Califano.

Giochi molto anche con gli stereotipi, penso al “coatto”: in che modo la Roma e la scena romana hanno avuto un peso nella tua musica?

Roma è la mia città ed essendo cresciuto in periferia ho avuto modo di conoscere le varie realtà sociali legate a tali ambiti, questo mi ha permesso di integrare nelle mie canzoni i diversi comportamenti stereotipati, andando a cogliere tutti gli aspetti più comici e grotteschi del comportamento sociale.

Parlaci un poco delle influenze che hai avuto, sia di classici che della scena contemporanea.

Una delle fonti di ispirazione è stata sicuramente quella della maschera romana del Rugantino, avendo fatto mio quel personaggio per elaborare le mie canzoni in chiave moderna. Rispetto alla musica attuale sono voluto andare controcorrente: a differenza delle musiche in voga, ho provato a realizzare un prodotto originale.

Il feat dei tuoi sogni?

Mi sarebbe tanto piaciuto duettare con Franco Califano, mettendo in condivisione la creatività di entrambi per capire cosa ne sarebbe potuto scaturire.

“La solita canzone” è un brano che guarda indietro, che parla anche di nostalgia. Se guardi al futuro, invece, che cosa vedi?

Spero che la mia vena artistica mi porti a divertirmi e a divertire gli altri. Propormi nel panorama musicale attuale è il mio futuro. Attualmente mi piacerebbe reinserirmi nei contesti della musica live, una volta terminato questo periodo complicato.

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