Concerto Primo Maggio 2011: la polemica della liberatoria
Il concerto del Primo Maggio tenutosi ieri a Piazza San Giovanni a Roma sarà ricordato oltre che per le esibizione, tra gli altri, di Ennio Morricone con Elegia di Italia e Lucio Dalla e Francesco de Gregori, anche per le polemiche che hanno tenuto banco sin dalle ore precedenti alla manifestazione musicale organizzata dai principati sindacati italiani. Il motivo è stata la "liberatoria" con la quale si invitava gli artisti ad evitare i riferimenti politici, rispettando la "par condicio" in vista delle prossime elezioni amministrative. La "sordina" ha provocato diverse reazioni tra i cantanti presenti.
Secondo Erriquez, front man della Bandabardò "si è trattato di una censura bella e buona imposta per non parlare di referendum e non dare indicazioni di voto dal palco di San Giovanni" ha lamentato il cantante "Pensavamo si trattasse della normale liberatoria che si firma quando si va in televisione. Certo è anche un nostro errore, ma in questo modo si impedisce la libertà di parola" ha aggiunto Erriquez.
Sulla stessa lunghezza d'onda, ma per motivi religiosi e non politici, Ascanio Celestino. Il narratore e attore romano ha polemizzato per la scelta del Primo Maggio come giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II, precisando di non poter aggiunger altro "anche perchè ho firmato una liberatoria". Anche se nel retropalco si è lasciato scappare che questo "da parte della Chiesa è un tentativo di sovrapporre il tempo cristiano a quello laico. Come del resto ha già fatto". Non è mancata una velata provocazione politica: "Ho scelto di raccontare comunque il passato per parlare del presente Avrei voluto ricordare che la Costituzione è frutto di battaglie importanti, ma dopo aver firmato questo foglio, non ho potuto citare né le elezioni né il referendum".
A gettare acqua sul fuoco ci ha provato Marco Godano, organizzatore del Concerto del Primo Maggio: "Il contenuto della liberatoria che è stata firmata dagli artisti è quello previsto dalla legge. E' quello che si fa in tutte le occasioni come questa, perché lo prevede la legge sulla par condicio. Gli artisti che protestano sono persone che usano questo palco per i loro interessi e per farsi pubblicità"