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Come nasce L’Italiano, successo di Toto Cutugno pensato per Adriano Celentano

Durante Che tempo che fa Toto Cutugno ha parlato della genesi de L’Italiano e di come Celentano rifiutò di cantare quello che, oggi, è uno dei brani italiani più noti anche all’estero.
A cura di Redazione Music
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Poteva essere una delle tante hit di Adriano Celentano, invece è diventata la canzone che adesso il mondo intero associa a Toto Cutugno, uno dei cantanti italiani più amati all'estero, soprattutto nelle comunità italiane e tra i fan dell'Est Europa, dove il cantante si è costruito una carriera importante. "L'italiano", infatti, è una delle canzoni italiane più conosciute e cantate al di fuori dei confini nostrani e pare che alla fine solo il caso abbia fatto sì che oggi l'associassimo al nome del cantante di Tendola. Il testo del brano che uscì nel 1983 per la Carosello, e fu incluso nell'album omonimo, è stato scritto in collaborazione tra lo stesso Cutugno e Cristiano Minellono, mentre la musica è del solo Cutugno e l'arrangiamento di Pinuccio Pirazzoli.

Il rifiuto di Celentano

A spiegare la genesi della canzone ci ha pensato proprio il cantante, ospite dell'ultima puntata di Che tempo che fa, il programma condotto da Fabio Fazio. Sul divano della trasmissione di Rai Uno, Cutugno ha spiegato che cominciò a scrivere la canzone in Canada e che arrivò a proporla, come aveva già fatto in passato, con successo, al Molleggiato: "Eravamo a mangiare con i miei musicisti, i ragazzi portavano sempre la chitarra. E ho detto: dammi la chitarra, ho fatto un La minore e ho canticchiato lasciatemi cantare….ho preso un pezzo di carta e ho scritto le note. L'abbiamo fatta per Celentano, andiamo da lui che stava facendo ‘Il bisbetico domato' con la Muti, ci fermiamo in roulotte e gli dico ‘Adriano questa è una canzone pazzesca' e avevo già scritto 13 canzoni per lui. Lui la sente e mi dice: ‘Questa canzone e non la farò mai, perché non ho bisogno di dire sono un italiano vero, la gente lo sa".

Il significato della canzone

A quel punto, la decisione di tenere per sé un brano che, appunto, gioca con una serie di luoghi comuni per spiegare proprio chi è l'italiano, quali sono le cose che caratterizzano un italiano vero, appunto. Si parla di religione, di calcio, ovviamente, di Pertini (il partigiano come Presidente): "Gli spaghetti al dente, un partigiano come Presidente, l'autoradio sempre nella mano destra, un canarino sopra la finestra, i suoi artisti, le canzoni, con amore, con il cuore, con più donne sempre meno suore, la crema da barba alla menta, un vestito gessato sul blu, la moviola la domenica in TV, il caffè ristretto, le calze nuove nel primo cassetto, la bandiera in tintoria, e una seicento giù di carrozzeria". La canzone partecipò anche al festival di Sanremo, ma senza vincere e piazzandosi al quarto posto della classifica generale dei Big, in un'edizione che fu vinta da Rosanna casale con "Sarà quel che sarà"; nonostante non risultò tra le vincitrici, però, la canzone vinse il concorso Totip  "Cantanti e vincenti" assegnato dal pubblico tramite la schedina, appunto.

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