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Chris Brown, i servizi segreti lo salveranno dalla prigione

Il caso della rissa presumibilmente causata da Chris Brown, si tinge di giallo. Un agente dei servizi segreti, con la sua testimonianza, ha rimescolato le carte.
A cura di Daniela Seclì
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Come vi abbiamo raccontato alcuni giorni fa, il cantante Chris Brown è stato fermato dalle autorità perché ritenuto il responsabile di una violenta rissa avvenuta all’esterno dello Starwood Hotel&Resort, a Washington DC. Aggiornamenti sulla vicenda sono stati diffusi dal sito TMZ.  Sui documenti ufficiali che riportano l'episodio, si parla di un testimone che avrebbe sentito la presunta vittima della rissa, dire ad un poliziotto che Chris Brown non l'aveva affatto colpito. Il poliziotto, invece, nega tutto. Ed è qui che la vicenda si tinge di giallo.

Spunta, infatti, un agente dei servizi segreti che dice di aver assistito alla rissa perché era nei paraggi. Rivolgendosi alla polizia, ha confermato di aver sentito con le sue orecchie la presunta vittima che diceva al poliziotto di non essere mai stato aggredito da Chris Brown. La testimonianza dell'agente potrebbe essere una manna dal cielo per il cantante. Se fosse ritenuta attendibile, infatti, metterebbe in discussione la credibilità della vittima .

Se le accuse contro Brown cadessero, inoltre, non verrebbe messa a rischio la libertà vigilata di cui il cantante gode, revocata la quale finirebbe in carcere per quattro anni, per il "caso Rihanna".

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