Chi è Ernia, nuovo fenomeno del rap italiano: “Do voce ai giovani contro una società vuota”
Si chiama "Come uccidere un Usignolo/67" l'album d'esordio (è l'unione tra il primo Ep e il secondo "67") di Ernia, al secolo Matteo Professione, pubblicato dalla Thaurus Music con distribuzione Universal. Uscito proprio con l'Ep "Come uccidere un usignolo" e forte di un tour di 20 tappe che ha avuto ottimi riscontri, il rapper torna con uno stuolo di producer di primo livello, che vanno da Parix a Shablo, passando per Marz, Lazza e Luke Giordano. Ernia non è un nome nuovo del rap italiano, anzi, da una decina d'anni è tra i protagonisti del genere, appartenendo a quella generazione trap d'oro che oggi comanda live e classifiche.
L'inizio coi Troupe D'Elite
Con Ghali faceva parte dei Troupe D'Elite (c'erano anche Maite e Fawzi), ma oggi è tornato dopo un periodo che definisce duro e intenso: "Come uccidere un usignolo/67 è la perfetta sintesi in musica del vissuto proprio degli ultimi anni. L’insoddisfazione per una società molto spesso superficiale mi ha spinto a dar voce agli occhi dei moltissimi giovani che tutti i giorni affrontato difficoltà nel raggiungere i propri obiettivi, disgustati da una società spesso vuota e priva di valori". Per un periodo Ernia ha mollato la musica, girando tra Milano, l'Inghilterra e la Francia, prima di tornare pian piano, come ha dichiarato a Rockit: "Volevo dimostrare a tutti che io ero un'altra cosa e per questo mi sono preso il mio tempo. Ho rischiato di stare sul cazzo a mezza scena. C'è voluto un anno prima che Ernia si facesse vedere in giro con gli altri, prima che Ernia partecipasse ai loro backstage".
Le difficoltà iniziali
Tra i feat ci sono Gué Pequeno, Mecna e Rkomi per una serie di testi che si rifanno anche a un mondo letterario, a partire dal titolo che riprende un passo de "Il buio oltre la siepe" della scrittrice Harper Lee: "Il titolo in inglese si rifà ad un passo del libro dove l'uccisione di un bracciante viene paragonata a quella degli uccellini in modo gratuito per divertimento, come gesto di pura malvagità – ha spiegato ad Aska -. Io riprendo questo paragone, l'uccisione degli uccellini si rifà alla nostra esperienza negativa nei rapporti con il pubblico durante il periodo del gruppo". Canta in italiano e in francese il ragazzo che con la prima band ha dovuto vivere molte critiche – come spesso ha dichiarato anche Ghali -, ma a ripensarci oggi c'è la consapevolezza di aver subito critiche per aver guardato avanti: "È stato massacrante all'inizio, poi ho capito che facevamo quello che fanno tutti adesso, la trap con un suono simile a Usa e Francia. Quando vai per strada in realtà nessuno ti dice niente, è la Rete il calderone di idiozia e cattiveria, ognuno di sente in diritto di dire quello che pensa".
L'influenza della Rete
Ernia si sofferma anche sull'uso dei social e della Rete in generale: "Nella ballata di Mario Rossi c'è un momento in cui dico che si guardano sempre gli altri e la loro vita ci sembra sempre migliore della nostra perché la Rete è uno spettacolino e tu ti mostri nel modo migliore – dice all'Aska -. Spleen, La ballata di Mario Rossi e Noia sono ‘I fiori del male' di Baudelaire, quando l'ho letto ho pensato questo dice cose che penso da sempre e nessuno aveva dato voce a questa sensazione, la noia e il non riuscire mai a completarsi e realizzarsi, anche se poi si è completi è l'insoddisfazione".
Tutti gli instore
Intanto il rapper è partito per una serie di instore in tutta Italia, cominciati venerdì 3 a Milano: il 6 novembre sarà a Napoli presso la Feltrinelli – stazione, il 7 novembre prima a Firenze presso la Galleria del disco e poi a Bologna presso la Feltrinelli di Piazza Ravegnana, l’8 novembre prima a Monza presso la Feltrinelli di via Italia e poi a Torino presso la Mondadori e il 9 novembre a Varese presso Varese dischi.