Chapman resta in carcere, negata la libertà all’uomo che uccise John Lennon
Mark David Chapman ci prova ancora una volta e chiede di poter tornare libero su parola. L'uomo che uccise John Lennon l'8 dicembre 1980 e che da allora si trova rinchiuso in carcere presso il Wende Correctional Facility, una prigione di massima sicurezza presso Alden, New York, ha richiesto per la nona volta la possibilità di essere messo in libertà. E per la nona volta, come nelle precedenti occasione, la sua richiesta è stata respinta dal tribunale preposto alla decisione. A farlo sapere è il Daily Mail, che riporta un'informazione fatta emergere tramite la dichiarazione pubblica di una portavoce del carcere di Aden.
Le motivazioni sono molteplici. In passato a schierarsi apertamente contro la liberazione di Chapman era stata la stessa Yoko Ono, moglie di John Lennon e madre di suo figlio, che aveva scritto una mail nella quale si opponeva fortemente all'idea che Chapman potesse essere rilasciato. Alla base delle motivazioni del respingimento recente c'è l'essenza del crimine commesso, premeditato, egoista e profondamente cattivo. Tuttavia la decisione di negare la libertà parziale a Chapman, questa volta, è parsa meno decisa ed univoca, in considerazione del giudizio rispetto alla condotta che l'assassino di John Lennon ha avuto in questi ultimi anni. Eppure, a dispetto di numerevoli fattori, la decisione presa ritiene che il rilascio del detenuto "non sia compatibile con il benessere sociale e sminuirebbe la seriosità del reato, mancando di rispetto alla legge".
Lennon, che oggi avrebbe 75 anni se fosse ancora vivo, venne ucciso l'8 dicembre 1980 da Chapman, mentre si trovava nei pressi dell'appartamento situato in un palazzo vicino a Central Park, nella zona di Manhattan. In questi anni Chapman ha avuto modo di "ricongiungersi" in qualche modo alla vita fuori dal carcere, avendo avuto la possibilità di vedere più volte, in forma privata, sua moglie, che tempo fa ha parlato in un'intervista dei loro incontri e dell'amore incondizionato provato nei confronti del marito.