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“C’è da fare”, 25 Big della musica con Paolo Kessisoglu per raccogliere fondi per Genova

C’è da fare, c’è da rimboccarsi le maniche per cercare di dare una mano a tutte le vittime del crollo del Ponte Morandi che lo scorso agosto ha fatto 43 vittime e facendo 566 sfollati. Paolo Kessisoglu, attore genovese ha scritto una canzone, facendosi accompagnare da 25 Big della musica italiana per raccogliere fondi.
A cura di Francesco Raiola
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Mentre il 14 agosto 2018 il Ponte Morandi di Genova crollava provocando 43 vittime e facendo 566 sfollati l'attore Paolo Kessisoglu era negli Stati Uniti, guardando dalla tv e dal racconto delle persone vicine quello che stava succedendo, inerme. In quel momento, però, girando ha trovato un pianoforte e ha composto, di getto, spiega, una canzone dedicata proprio alla sua città: "Il giorno del crollo del ponte Morandi mi trovavo lontano negli Stati Uniti e non potendo fare nulla, trovato un pianoforte in una libreria di San Francisco, mi sono seduto e ho scritto questa canzone per Genova di getto. Le note scivolavano giù dalle mie dita senza fatica, erano l’espressione della mia incredulità e del mio sgomento. Tornato in Italia ho ripreso quelle note che mi erano rimaste dentro e ho scritto il testo. Ne è nata una canzone d’amore per la mia città, uno stimolo a non mollare, a non chiudersi ma ad aprirsi chiedendo aiuto in un momento difficile".

25 artisti per Genova

L'idea nasce come nelle migliori tradizioni di impegno corale per raccogliere fondi da destinare a chi ha subito danni da quella tragedia e così Kessisoglu ha chiesto a 25 artisti di aiutarlo, quindi ascoltando la canzone si scopriranno le voci di Annalisa, Arisa, Boosta, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Gino Paoli, Giorgia, Giuliano Sangiorgi, Ivano Fossati, Izi, J-Ax, Joan Thiele, Lo Stato Sociale, Luca Carboni, Malika Ayane, Mario Biondi, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Gazzè, Nek, Nina Zilli, Nitro, Raphael Gualazzi, Ron e Simona Molinari. La canzone, che è una dichiarazione d'amore alla città e un inno al fare, ha in mente la tradizione cantautorale genovese e si colora delle tante voci: "Genova città da capire Genova aria da bere Genova nuvole e sale e vento a imperversare Genova da perder la via solo vicoli e nicchie che alla fine dei Giovi ci si stappa le orecchie" dice la canzone i cui proventi sono destinati alla riqualificazione territoriale e alla migliore vivibilità della Valpolcevera, ovvero a favore della cittadinanza che ha subito, e nel prossimo futuro dovrà subire, i maggiori disagi dovuti al crollo del Ponte.

Come donare

La canzone è edita da Sony Music sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali, nei punti vendita La Feltrinelli su Ibs.it e instore: "Adesso tocca alla gente, tutti possono far parte di questo progetto comprando la canzone e sono sicuro che saranno numerosi. Grazie a tutti quelli che vorranno partecipare, a tutti quelli che pensano che si possa fare qualcosa per cambiare, a tutti quelli che pensano: ‘C’è da fare'". Per fare una donazione con bonifico bancario: IBAN: IT79 A02008 01423 000 105496385, intestazione conto: OCCUPY ALBARO – Causale: CEDAFARE.

Il testo di C'è da fare

Genova città da capire
Genova aria da bere
Genova nuvole e sale
e vento a imperversare

Genova da perder la via
solo vicoli e nicchie
che alla fine dei Giovi
ci si stappa le orecchie

Quando finite le curve
finalmente si schiaccia il pedale
con il buio negli occhi
all’improvviso c’è il mare
è una luce che esplode
non la riesci a guardare

Poi ti affacci sul porto
dalla sopraelevata
elevata di poco
che sfrega i palazzi

Qui si guida un po’ storti
perché si guarda il mare
è come far geometria
se in TV c’è il mondiale

Genova è grigia
non ti sorride
è lontana, è interrotta
è il Bisagno
è troppo corta la pista
è un rumore continuo
a noi piace cosi
lo chiamiamo mugugno
RIT.
E allora vieni qui
togliti quel muso
e fatti abbracciare
sto vento freddo che soffia
ti voglio scaldare
sei sempre la stessa
ma se stavi male
me lo potevi dire
ma adesso basta parlare
c’è da fare

Sei respiro di onde
marea di commerci
sei natura che bussa
dai caruggi del centro

Sei l’insegna dei posti
che a distanza ritrovi
sei città che non cambia
come i veri orgogliosi

C’è una cosa che mi manca
come l’aria, come il cielo in una stanza
e allora vorrei fermare
chi urla, chi viaggia
per sentire solamente
il rumore del mare

RIT.
E allora vieni qui
togliti quel muso
e fatti abbracciare
sto vento freddo che soffia
ti voglio scaldare
sei sempre la stessa
ma se stavi male
me lo potevi dire
ma adesso basta parlare
c’è da fare

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