Causa tra Mogol e gli eredi di Battisti: il Tribunale dà in parte ragione al paroliere
La guerra tra Mogol e gli eredi di Lucio Battisti, che ne curano l'eredità, potrà basarsi anche su una sentenza del Tribunale di Milano che respinge la domanda di risarcimento di Giulio Rapetti, meglio noto come Mogol, nei confronti di Grazia Letizia Veronese, moglie del cantante, costringendo, però, la Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l. – società che gestisce i diritti della sua opera – a pagare 2,6 milioni di euro al paroliere. La lotta tra il paroliere di Battisti più noto e la vedova del cantante va avanti da tempo e sempre perché gli eredi vogliono il controllo totale sulla sua opera, cosa che evidentemente Mogol reputa andare contro interessi economici su opere che sono anche un po' sue. La discografia di Lucio Battisti è una di quelle – tra i grandissimi – a non essere, ad esempio, ancora disponibili sulle piattaforme di streaming, oggi il principale strumento di ascolto della musica, così come è impossibile per le major poter ripubblicare materiale di uno dei cantanti italiani più amati di sempre senza il placet di moglie e figlio, per non parlare poi della possibilità di proporre inediti della coppia d'oro del cantautorato italiano.
Oggi, dopo vari accadimenti, come la sentenza in cui la Sony è stata costretta a ritirare dal mercato due antologie – “Le avventure di Lucio Battisti e Mogol” e “Le avventure di Lucio Battisti e Mogol 2” – e risarcire la famiglia per non aver ricevuto il permesso di pubblicare i testi nel booklet, il Tribunale torna protagonista e con sentenza n. 9232 depositata il 22 luglio 2016 ha respinto la domanda di Mogol contro Grazia Letizia Veronese di mala gestio societaria. I giudici, quindi, non hanno ritenuto valida la richiesta di 8 milioni di euro per aver ostacolato lo sfruttamento commerciale del repertorio Mogol/Battisti, escludendo l'illecito da parte della Veronese.
Ma il Tribunale ha anche disposto, da parte della Edizioni Musicali Acqua Azzurra S.r.l., di cui è socio lo stesso Mogol, a pagare in suo favore la somma di 2,6 milioni di euro, ma il legale della società ha già fatto sapere che impugneranno la sentenza.