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“Canzoni per Oggi”: ai precari e al lavoro

Questa storia del “Decreto Lavoro” ha scosso un po’ gli animi. E allora, oggi, la playlist è per i precari e alla loro perenne ricerca di stabilità, con un augurio: che le schitarrate che seguono, possano fungere come un “calcio in culo” ad un’azienda che vi ha segato o ad un’altra che vi tiene in scacco. A voi.
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Decreto Lavoro, sono un po' incazzato. Giusto un po'. Condivido in pieno il sentimento di pancia, espresso ieri su Fanpage da Ciro Pellegrino ("E' ufficiale: studiare in Italia non serve a un cazzo"), non fosse altro perché faccio parte di quella generazione che, tra lauree, specialistiche, corsi di perfezionamento, attestati vari, soprattutto di stima, si è vista passare 10 anni di vita a correre, con tanto orgoglio certo, ma senza la dignità della calma, annaspando tutti i giorni e restando in ansia per la propria posizione lavorativa. Tutti i giorni. E allora, restandomene non un minuto di più nei ragionamenti della politica, nei punti di vista più disparati (qui c'è quello di Adriano Biondi, una chiave di lettura più da Robin Hood), "Canzoni per Oggi" è dedicata ai precari e alla ricerca perenne di stabilità; le schitarrate che seguono, possano fungere come un "calcio in culo" ad un'azienda che vi ha segato, ad un'altra che vi tiene in scacco, ad una classe politica, senza temere di apparire retorico/semplicistico/banale, che fondamentalmente continua sempre e solo a strafottersene. A voi.

La playlist si compone di 8 pezzi. Dentro una "glassa" composta da John Lennon e Bruce Springsteen, la morbidezza della variegata musica italiana. E dunque si apre con la classica "Working Class Hero", l'eroe della classe operaia, in una splendida versione acustica. La traccia numero 2 è "Storia dell'uomo che volò nello spazio dal suo appartamento" di Unorsominore, vi basti solo sapere che il refrain fa così: "quaggiù sembra normale / vivere per lavorare / lavorare per sopravvivere". Poi abbiamo Rino Gaetano con "L'operaio della Fiat (la 1100)" contenuta nell'album "Ingresso Libero" (1974), la storia dell'operaio pronto per partire per un weekend, che si ritrova l'auto bruciata dalle contestazioni dell'autunno caldo. La prendiamo molto larga con Lo Stato Sociale e la loro "Mi sono rotto il cazzo" ("Tronisti della Democrazia", 2012) per uno sfogo a tutto tondo.

La quarta traccia è la splendida "A bocca chiusa" ("Il bisogno di te EP, 2o13), per me vincitrice morale di quest'ultimo Festival di Sanremo. Il classico "moderno" è Caparezza con "Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche) contenuto in "Le dimensioni del mio caos" (2008); segue una chicca che i vecchi fan di Pino Daniele apprezzeranno, è "O' Padrone" ("Terra Mia", 1977), che racconta la storia di un lavoratore, scontento del proprio capo, che muore sul lavoro e scopre, con suo sommo dispiacere, che anche in Paradiso si è costretti a lavorare. Chiude l'intensa ballata "Factory" di Bruce Springsteen contenuta in "Darkness On The Edge Of Town" (1978).

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