Briga presenta “Che cosa ci siamo fatti”: “Una denuncia sociale ma senza rap, questa volta”
Briga ha deciso che il rap non faceva più per lui, non in questa fase della sua vita, almeno e così ha virato verso altre sonorità, più british, per un'altra vita artistica del rapper romano del roster Honiro che qualche anno fa è stato tra i protagonisti di Amici, il talent di Maria De Filippi che non vinse ma che gli diede, seppur da secondo classificato una enorme visibilità che lo portò a girare l'Italia e a collaborare con tantissimi artisti. Il nuovo album si chiama "Che cosa ci siamo fatti" ed è pensato come una sorta di concept attorno alla generazione del cantante (classe '89), "sull’incapacità relazionale dei ragazzi, sulle loro insicurezze, che confondono la richiesta d’amore con una richiesta di aiuto".
Lo ha spiegato bene ai microfoni di Fanpage.it: "Questo è un disco che è un po' una denuncia sociale, sulla falsariga del mio ultimo romanzo, questa è una generazione che si fa del male, la mia, quelle a seguire: abbiamo spesso bisogno di uscire fuori dalle righe, fuori dagli schemi, per sentirci vivi, arrivare al limite delle nostre forze, della sopportazione e magari convincerci che qual cosa dobbiamo cambiare dentro noi stessi e nel rapporto con le altre persone" ha spiegato Mattia Bellegrandi, che ha anche parlato della varietà di sentimenti che riempiono questo lavoro: "È un disco pieno di sentimenti, non solo la rabbia, la rabbia c'è, però bisogna essere bravi a incanalarla e a veicolarla nella maniera giusta, a darle sfogo e a darle un nome".
Il rap, continua il cantante, per adesso è il passato, ma non è detto che non potrà tornare a lavorare su quelle sonorità: "Lascio il rap perché ora è giusto così, poi forse un giorno lo riprenderò, in questo momento mi fa fatica fare rap, mi limita, mi stressa scrivere 150 mila parole a canzone per esprimere un concetto che posso esprimere con ‘mi viene il vomito' (frase contenuta in ‘Se ti sbranassero gli squali', ndr)"
Briga ha anche le idee chiare per quanto riguarda la propria persona: "Sono sicuro dei mezzi che ho e degli strumenti che ho a disposizione, sono sicuro della mia cultura e del mio modo di esprimermi e questo mi contraddistingue da altri colleghi sia nel mondo del rap sia in quello del pop. Sono un ragazzo che a 29 anni è al sesto disco e ha pubblicato due romanzi e scrivo tantissimo, sicuramente è roba mia, è un bisogno che io ho"