Bono: “Ho rischiato di morire, avvertivo un senso di soffocamento. Ero solo e spaventato”
In un'intervista rilasciata a Rolling Stone, Bono ha raccontato che proprio mentre registrava l'album ‘Songs of experience‘, avrebbe vissuto un'esperienza di pre-morte. Il cantante ha spiegato di non avere piacere ad affrontare l'argomento: "Le persone hanno questi eventi legati alla morte. Possono essere psicologici o fisici. E sì, per me è stato fisico. Non parlandone penso di essermi risparmiato la soap opera. Soprattutto con questa ossessione per la vita delle celebrità".
Il racconto dell'accaduto
Tuttavia, Bono ha raccontato alcuni dettagli in più su quanto accaduto: "Avevo un senso di soffocamento. Sono un cantante e tutto ciò che faccio è collegato all'aria. Mi sentivo soffocare. Era la cosa più spaventosa che potesse capitarmi. Chiedetelo a Ali (la moglie, ndr). In questi stessi giorni dello scorso anno, mi sentivo solo e molto spaventato. Non riuscivo a parlare e a spiegare la mia paura. Però, lo sai, ci sono persone che hanno affrontato cose peggiori nella vita e questa è un'altra ragione per non parlarne. Finisci per sminuire tutte le persone che non ce l'hanno fatta o che non possono permettersi le cure".
Quindi ha concluso: "Se sono stato fortunato? Sono l'uomo più fot*utamente fortunato della terra. Non pensavo di avere paura di morire presto. Pensavo non fosse giusto perché avevo un po' di album da pubblicare, i bambini da veder crescere, questa bellissima donna, i miei amici. E poi accade e pensi: ‘Non voglio andarmene, c'è ancora così tanto da fare‘. La fede e delle persone davvero in gamba mi hanno aiutato a uscirne". Già in passato aveva avuto un brutto incidente: "Un incidente in bicicletta che spacciai per incidente d'auto. La cosa che mi sorprese di più fu il fatto di non ricordare come fosse accaduto. Avevo un'amnesia".
Bono analizza il suo percorso personale
L'artista ha ricordato un momento della sua vita in cui una persona gli chiese: "Cosa direbbe la versione giovane di te all'adulto che sei diventato?" e lui non seppe rispondere. Quell'esitazione gli apparve come un segno di una mancanza di chiarezza, una sorta di insoddisfazione che serpeggiava in lui. Oggi, però, le cose sono completamente cambiate:
"Oggi sono meno insicuro quando si tratta di assumersi rischi politici o sociali. Quando sono diventato un attivista, le persone mi dicevano: ‘Ma davvero?'. Ma alla fine lo hanno accettato. Poi ho iniziato a interessarmi a quell'ingranaggio che fa uscire le persone dalla povertà e le porta nella prosperità. Alcune persone mi hanno detto: ‘Non puoi davvero andare fin lì'. E io ho risposto: ‘Ma se sei un artista devi andare lì'. Oggi direi alla versione più giovane di me ‘Sperimenta di più e non lasciare che le persone ti rinchiudano in una scatola. Non c'è niente che tu non possa dipingere sulla tua tela se è parte della tua vita'".
Bono e la nuova musica scoperta grazie ai suoi figli
Infine ha svelato il ruolo dei suoi figli nella scoperta di nuova musica: "Come scopro musica nuova? La band ascolta sempre musica e poi ho i miei figli. Jordan è uno snob, un indie snob. Eve ama l'hip-hop. Elijah è in una band, ha delle forti sensazioni circa la musica, ma non riuscirebbe a fare una distinzione tra The Who e The Killer, o i Nirvana e i Royal Blood. Non è musica della sua generazione. Nel suo caso è il suono e ciò che gli fa sperimentare. Crede che una rivoluzione del rock and roll sia dietro l'angolo. Io credo che la musica sia diventata femminile e ci sono degli aspetti positivi in questo. Ma credo anche che l'hip-hop in questo momento sia l’unico luogo per un ragazzo arrabbiato e non è un bene”.