Bimbi di Bibbiano, anche Nek contro la strumentalizzazione: “Non mi occupo di politica”
Dopo Laura Pausini anche Nek scrive di non voler essere strumentalizzato dalla politica: nei giorni scorsi il cantante aveva condiviso sui suoi social uno striscione, attribuito a Forza Nuova, in cui è scritto "parlateci di Bibbiano" con la P e la D di colore diverso per far riferimento al Partito Democratico, a cui aveva aggiunto un post in cui denunciava come non si parlasse della vicenda di Bibbiano, ovvero quella dell'inchiesta "Angeli e demoni" che sta cercando di fare chiarezza sul caso di affidi a famiglie amici di bambini dopo averli tolti alle famiglie naturali. Un caso che da giorni sta tenendo banco sui media, ma per cui le indagini sono ancora in corso: le accuse a assistenti sociali, psicologi e anche politici variano, e tra queste ci sono "frode processuale, depistaggio, abuso d'ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione e peculato d'uso".
La risposta di Nek alla politica
Sotto al post di Nek, così come avvenuto a Laura Pausini, si era scatenato un flame in cui si cercava di far capire al cantante che la foto postata aveva un riferimento politico preciso e soprattutto che della questione se ne parla, ma con cautela perché, appunto le indagini sono ancora in corso. ieri, poi, è anche arrivato il tweet di Matteo DSalvini, Ministro degli Interni e Vicepremier, che ringraziava i due cantanti per l'attenzione su Bibbiano e a quel punto Nek ha voluto specificare: "Troppo facile strumentalizzare le mie parole e chi è coinvolto in questa vicenda. Voglio ricordare che parliamo di bambini. Non mi occupo di politica, non mi interessa entrare, né essere messo in mezzo, in dibattiti tra partiti o su partiti. Si tratta di una vicenda a cui, come papà e come uomo, mi sono sentito di dare spazio. Una vicenda grave. Si spera nella giustizia. Fine" ha scritto in un commento al suo post e su Twitter.
Laura Pausini e Bibbiano
Era successa la stessa cosa anche a Laura Pausini, le cui parole, dopo un post indignato sulla vicenda, erano state fatte proprie da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle che avevano usato la cantante come testimonial per la propria linea sul caso. E anche quella volta la cantante si era rifiutata di essere strumentalizzata, spiegando di parlare solo come cittadina indignata, rispondendo ai commenti dei fan su Twitter.