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Bertrand Cantat: dopo l’omicidio della compagna torna con un album e divide l’opinione pubblica

L’ex cantante dei Noir Désir torna a fare musica con un nuovo progetto chiamato “Détroit”, a 10 anni dall’omicidio della ex compagna Marie Trintignant. Pochi giorni fa è uscito il primo singolo e l’opinione pubblica francese si divide.
A cura di Francesco Raiola
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Bertrand Cantat
Bertrand Cantat

Può un uomo, un cantante, condannato per l'omicidio della propria compagna tornare a fare quello che faceva prima di quel momento? E può farlo il leader del più importante gruppo rock di un paese? Da anni la Francia si interroga sul destino di uno dei più talentuosi (e maledetti) artisti che ha partorito negli ultimi decenni e da anni non riesce a darsi una risposta.

Nel 2003 mentre era a Vilnius, Bertrand Cantat, leader dei Noir Désir, a seguito di una discussione con la sua compagna, l'attrice Marie Trintignant, la uccide dopo averla colpita ripetutamente con dei pugni. Non rendendosi conto della gravità dei colpi inferti la soccorre solo l'indomani mattina, ma è troppo tardi e l'attrice, che era in Lituania per girare un film, muore. Cantat è condannato per omicidio colposo a 8 anni finendo di scontare la pena nel 2010 (dal 2007 in libertà condizionale). Ma le tragedie non finiscono con la morte dell'attrice. Nel 2010, infatti, si suicida Krisztina Rády, sua ex compagna e madre di due suoi figli, che aveva difeso strenuamente il cantante durante il processo Trintignant e con cui era tornato a formare stabilmente una coppia. La donna si uccide impiccandosi mentre il cantante era in casa, ma gli investigatori escludono il suo coinvolgimento nella morte della donna. Quest'anno, però, un libro è tornato su quel giorno e sui messaggi che la donna avrebbe lasciato nella segreteria telefonica dei genitori in cui accusava il cantante di violenze fisiche e psicologiche.

Questi alcuni dei fatti che riguardano Cantat, il quale, prima del 2007, era considerato uno dei poeti rock del paese, anima tormentata e autore di canzoni che hanno segnato la storia musicale d'oltralpe, superandone i confini grazie al successo di "Le vent nous portera" (inclusa in "Des Visages, des figures" del 2001), canzone che è riuscita ad abbattere il muro della lingua e le diffidenze sulla Francia come patria di un vero gruppo rock (i Phoenix arriveranno in quel periodo ma raggiungeranno la consacrazione definitiva solo qualche anno dopo).

Dal 2010, anno del fine pena, Cantat aveva tenuto un profilo basso, tornando a suonare coi Noir Désir (prima dello scioglimento definitivo nel 2010 a seguito dell'abbandono polemico del chitarrista Serge Teyssot-Gay) e collaborando con altri artisti (Eiffel e Amadou et Miriam), ma senza esporsi troppo anche a seguito di alcune contestazioni di cui era stato oggetto.

Non stupisce, quindi, che l'annuncio dell'uscita di un album del cantante francese abbia creato un enorme dibattito in patria, rinfocolato dall'uscita, il 30 settembre, del video del primo singolo che lo vede impegnato nel progetto "Détroit", affiancato dal bassista Pascal Humbert e di cui uscirà l'album "Horizons" il 18 novembre (anche sull'uscita dell'album s'è molto parlato, visto che la data era stata fissata per il 25, non tenendo conto che quella è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne). Scandalo, certo, ma anche tanta curiosità, per capire in che modalità sarebbe tornato l'ex Noir Désir, se in una modalità più rock, modello "Tostaki", o in versione più soft, riprendendo sonorità più vicine a "Le vent nous portera". La scelta è caduta sulla seconda e così "Droit dans le soleil" ha le fattezze sobrie di un valzer retto da chitarra, contrabbasso e violino, con un video, anch'esso molto sobrio, in cui Cantat e Humbert suonano in un giardino illuminato dal sole.

"Tous les jours on retourne la scène/ Juste fauve au milieu de l’arène/ On ne renonce pas, on essaie/ De regarder droit dans le soleil" ("Tutti i giorni si ritorna in scena/come bestie al centro dell'arena/non rinunciamo, ma cerchiamo/ di guardare dritto nel sole): comincia così la canzone e il pensiero non può andare ai fantasmi che attraverseranno la vita di Cantat, quegli stessi fantasmi rievocati poco più avanti quando canta "A la croisée des âmes sans sommeil/L'enfer est myope autant que le ciel/On t'avait dit que tout se paye/Regarde bien droit dans le soleil" (All'incrocio delle anime senza sonno/L'inferno è miope quanto il cielo/t'avevano detto che tutto si paga/Guarda bene dritto nel sole"). Sarà Cantat a spiegare, forse, se questo testo ha a che fare con Vilnius, con la Trintignant e con la sua vita, per ora il pensiero non può che correre là, in attesa di ascoltare il resto dell'album.

La Francia, quindi, si divide: la politica dibatte se questo suo ritorno sia giusto o meno (tra chi parla di pena ormai scontata e chi chiede di non pubblicizzare il suo album), così come l'opinione pubblica si interroga attorno alla stessa questione, che poi è una questione molto complessa. Cantat è tornato a fare quello che sapeva fare meglio, dopo aver pagato la pena a cui era stato condannato. Allo stesso tempo però ci si chiede se sia possibile cancellare il ricordo dell'omicidio della Trintignant e se sia giusto che possa tornare, lui personaggio pubblico, a godere dei vantaggi che quel ruolo gli porterebbe (fama, soldi etc). Ovviamente il problema non è legale – finché Cantat ha un pubblico che lo segue e locali che gli pagano le date può cantare – ma etico. Le Parisien ha provato a rispondere tramite un sondaggio il cui riassunto è che "i francesi criticano l'uomo, ma rispettano l'artista" con la maggior parte degli intervistati ritengono legittimo che il cantante riprenda la sua carriera. Ma una risposta univoca, checché se ne pensi, non esiste. Probabilmente ne esistono tante quante sono le sensibilità dell'essere umano.

Una bestia al centro dell'arena, questo è ormai il cantante francese, la cui vita è segnata per sempre e per sempre sarà accompagnata dall' "acier et les ombres qui marchent à tes cotés" ("Dall'acciaio e le ombre che camminano al tuo fianco").

Questa, intanto, è "Droit dans le soleil":

 
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