Benji racconta il nuovo album: “Ero perso nei deliri della droga perché volevo essere amato”
Per lanciare il suo nuovo Ep, Il mio peggior nemico, Benji, al secolo, Benjamin Mascolo, ha raccontato e sviscerato quello che è successo in questi ultimi anni. Lo ha raccontato nelle interviste, nei podcast, ma soprattutto in queste canzoni pop-rock che sembrano definire sempre di più uno spostamento verso il secondo, come avevamo già potuto capire nei mesi scorsi. Questo Ep è un'immersione in un periodo buio, anzi chiaroscuro, con lo scuro che man mano ha preso il sopravvento, le dipendenze hanno travolto l'euforia hollywoodiana che in molti legano alla sua relazione ormai terminata con la modella e attrice Bella Thorne. È un album in cui Benji racconta questa discesa e la risalita, talvolta con una rabbia che sfocia in qualche cliché sessista, e una scrittura che può essere puntellata, senza dubbio con un'enorme spontaneità, cercando di definire quella che sarà la strada futura, sia quella personale che quella artistica.
Il Benji con cui sto parlando è il Benji dell'EP o è un Benji che è andato oltre?
Sto già andando oltre, anche perché la musica è sempre un po' un ritratto del passato: il tempo di scrivere, registrare, uscire con la canzone… ci sono sempre dei mesi in mezzo, quindi diciamo che questo è il Benji di qualche mese fa. La mia vita sta cambiando molto velocemente, quindi mi sento già oltre, però resta comunque molto recente.
La scelta dell'Ep, che è più veloce dell'album, è anche per tenerti più vicino a quel mood?
Sì, ma anche perché forse non ho bisogno di dieci, dodici canzoni per raccontare quello che volevo raccontare, ne bastano sei.
Sei ancora arrabbiato come si evince dal disco?
Meno e questo è sicuramente il più grande cambiamento dall'EP. Quando l'ho scritto e registrato ero più rancoroso di adesso, poi ho avuto anche un momento in cui mi sono perdonato, che è stata la cosa più difficile, anche per gli errori che ho commesso e le cazzate che ho fatto. L'ultima canzone dell'Ep, "Il mio miglior nemico", rappresenta quel perdono, che poi è arrivato in questi mesi, ma adesso sono andato oltre, sono nella fase: "Ok, qual è il prossimo step?".
La persona di cui parli è riconducibile alla tua ex, Bella Thorne, com'è legare un album, in questo caso arrabbiato, a una persona del tuo passato?
È un lato di me, un lato che esiste e che adesso ho maggiormente sotto controllo. È anche un lato che ho messo da parte, ma resta parte della mia vita, del mio racconto, di chi sono, e poi diciamo che quella sofferenza, quella rabbia e quel rancore sono stati un percorso che ho dovuto attraversare per arrivare dove sono oggi. Insomma, fanno parte di me anche se non li vivo più allo stesso modo. È sicuramente un mettersi a nudo, un esporsi e farsi vedere, ma sono sempre in continua evoluzione.
In queste canzoni ho notato anche un po' di cliché sessisti, come mai?
Cosa intendi?
In "Non 6 la mia ex" canti "Fai la tro*a dentro i club”, mentre, per esempio, in Dorian Gray dici: "Ho un debole per queste Barbie Bionde o castane Fedeli o Put****". Un po' cliché, no?
L'idea della troia dentro il club, in verità, la dico perché sto raccontando dal punto di vista di una persona ferita, arrabbiata. Però, d'altra parte, mi si può dire che la più grande troia di club sono stato io, perché io stesso ho avuto certi comportamenti, quindi se fosse dedicata a me quella canzone mi rispecchierebbe.
E se invece nessuno fosse "una troia" se fa quello che vuole?
Ma infatti, come hai detto, è un cliché, un'interpretazione musicale.
È vera quella cosa che non avresti mai voluto conoscere Bella Thorne, come canti?
No, anche quella è una cosa artistica, anche perché ti dico quel pezzo lì è in feat con un altro artista, Mose, il quale, sì, ti direbbe che vorrebbe non aver mai conosciuto la sua ex. Pensa che abbiamo scritto il pezzo il giorno in cui si è lasciato con la sua ex ragazza, lo hanno fatto a distanza, mentre eravamo in studio a scrivere. Io posso dirti che ci sono alcune cose di quella canzone che rappresentano anche la mia relazione, ma devo dire che quella di non averla mai voluto conoscere no, perché come ti dicevo, conoscendo lei, vivendo quello che ho vissuto, sono diventato la persona che sono oggi, quindi è stato propedeutico.
Quando ci siamo sentiti l'ultima volta, per California, sembravi molto contento, ora sappiamo che era così fino a un certo punto, adesso ti vedo particolarmente stanco, volevo capire che periodo è stato.
Tanti altri e tanti bassi, ma gli alti erano veramente alti, quindi non so spiegarti: mi sono reso conto che a un up veramente alto di solito segue un down altrettanto basso, e mentre prima potevo avere la tendenza a nascondere i momenti più difficili e a voler mostrare un lato sempre vincente, in questo momento non ho lo stesso bisogno di voler dimostrare alle persone che sto sempre bene. Però oggi sono molto sereno, quindi forse può passare l'idea che sia scocciato perché non ho quello stesso entusiasmo, quella energia, eppure adesso sto vivendo le cose un po' più per gradi e anche se non ho sempre sorriso 24 ore su 24 non significa che non sono tranquillo, sereno.
Cosa è successo in questi anni?
L'uso di sostanze e una vita estrema mi hanno portato ad avere dei momenti quasi di delirio, di entusiasmo, anche a livello chimico. Cioè se ti fai non so quante pasticche di ecstasy è ovvio che ti senti in un certo modo, però poi c'è un prezzo da pagare, e lo paghi nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi. Quando vivi quei momenti di euforia – euforia che non ti sei guadagnato, che ti viene da dentro, ma data dagli stimolanti – e poi vai giù lo fai veramente, perché non stai affrontando i tuoi problemi, non stai guardando veramente la tua vita con gli occhi lucidi. Adesso, invece, preferisco vedere la vita con gli occhi lucidi della sobrietà e vederne anche gli spigoli, le parti dolorose, preferisco guardare la vita con una lente di onestà piuttosto che cercare di nascondere tutti i miei problemi.
Cos'è che dovevi nascondere che adesso non devi nascondere più?
Sicuramente a me stesso nascondevo il fatto di avere una dipendenza: una dipendenza da sostanze e una dipendenza nel voler apparire in un certo modo e a tutti i costi, dettato dalla mia insicurezza, dal fatto che volessi essere amato e accettato da tutti, volevo che le persone mi vedessero come un vincente, mentre adesso ho più un desiderio di stare bene io, di far star bene le persone che ho intorno. So che non ho il controllo di tutto, quindi tanto vale fare quello che amo e cercare di comportarmi in una maniera conforme ai miei valori.
Oggi come ti senti?
Adesso mi sento più libero di essere me stesso mentre prima fingevo di essere qualcun altro per cercare di piacere di più. Quando mi è stata addossata l'etichetta di teen-idol e esempio per i giovani mi trovavo a vivere questa contrapposizione tra questa responsabilità, il dover essere d'esempio, mentre dentro di me dicevo che non lo ero, perché mi comportavo in maniera estrema. Sentivo quel peso di dover fingere di essere una persona di un certo tipo, invece adesso penso che il più grande esempio che uno possa dare è anche mostrare i propri difetti, i propri errori e dire "Cazzo sono umano, ho fatto delle grandi stronzate".
Quando cominciasti il periodo solista dicesti che avevi già affrontato una crisi dalla quale eri uscito. Ne eri uscito veramente?
Sì, ne ero uscito, avevo iniziato con la marijuana, ci sono stati anni in cui fumavo tantissimo, quella era stata la mia prima dipendenza ma ne ero uscito, è dal 20 luglio 2014 – me lo sono tatuato – che non fumo e pensavo di avere un po' schivato il proiettile, successivamente, però, mi sono avvicinato ad altre sostanze, quindi è stato un dentro fuori, dentro, fuori. Diciamo che stavolta sto cominciando a rendermi conto che non c'è una sostanza che posso usare e una sostanza che non posso usare, adesso mi rendo conto che la sobrietà mi fa bene.
È un percorso che hai fatto da solo?
Ogni persona è diversa: io ho fatto un percorso con una psicologa, che mi ha aiutato a ricucire le ferite del dopo, perché sono stato io a scegliere di tornare sobrio, è stata una scelta mia e devo dirti che il giorno in cui l'ho fatta sapevo già che l'avrei mantenuta. Non ho avuto ricadute proprio perché ero arrivato a un punto talmente tanto estremo, di infelicità, che sapevo che non aveva senso continuare in quella direzione. Prima di andare dalla psicologa sono anche andato al Sert dove mi dissero che non avevo semplicemente un problema di dipendenza da sostanze, ma dei traumi irrisolti che mi portano a usare sostanze per cercare di evadere. Mi resi conto, quindi, che era una dipendenza psicologica per cercare di evadere da qualcosa che non stavo affrontando, quindi il percorso veramente importante è stato quello con la psicologa con cui sono andato a scavare nelle le mie sicurezze, là dove erano i problemi.
Hai attuato dei meccanismi per cercare di mantenere questa sobrietà?
Sì, ho adottato delle misure di sicurezza che secondo me mi aiuteranno molto e che prima non avevo: ho deciso di vivere a Modena perché ci sto bene, ovviamente mi piace viaggiare e voglio fare diversi viaggi con la mia ragazza, però Modena è il mio luogo sicuro, quello già mi ha protegge da determinate cose. È una questione anche di vicinanza alla famiglia, agli amici e lontananza da certe situazioni, poi è ovvio che se uno vuole fare il diavolo, lo fa anche lì. Il mio secondo sistema di protezione è la mia ragazza, che diventerà anche mia moglie: decidere di fare un percorso, di avere una relazione seria, un rapporto umano, 1 a 1, con una persona è un bel dispositivo di protezione, così come avere una famiglia, dei figli, quindi essere responsabile anche per altre persone, non solo per te stesso. Prima ragionavo pensando: "Che caz*o me ne frega se brucio i miei soldi, se mi drogo, faccio le cose? Tanto pago io le conseguenze, agli altri non importa" invece diventare responsabile anche per altri è un passo per diventare adulti, un passo importante, quindi è un altro sistema di difesa. Aggiungici il fatto che ho visto Hollywood da esterno, però internamente, ho visto persone con molto più successo, fama e soldi di me stare anche molto peggio di me e mi sono reso conto che allora, forse, non è che avere di più è meglio. Tutte queste cose qua mi hanno creato una situazione dove penso di essere un pelo più in grado di mantenere la mia direzione, non lo so se tra tot anni staremo qui di nuovo a dire: "Ho fatto una cazzata di nuovo, sono finito in un altro tunnel", non lo posso sapere, però devo dirti che la vita riesce sempre a sorprenderti, nel bene e nel male, quindi chissà che mi succederà, però sento di avere degli strumenti in più.
Parlavi di matrimonio con la tua compagna: non sarà come l'altro, giusto?
No, no, questo matrimonio qua sarà molto diverso, anche perché l'altra volta non mi ero sposato, c'era stata una promessa di matrimonio, però c'era più preoccupazione per la festa che per altro. Invece questa volta non me ne frega un cazzo della festa, posso anche sposarmi io con la mia ragazza, la mia famiglia, possiamo essere in dieci: mia madre mi ha detto che quando si sono sposati, In Comune, erano dieci in totale: otto più loro due. Io penso che sarà una cosa molto simile, non lo faccio per gli altri, lo stiamo facendo per noi.
Non ti farò domande, quindi, sul pentimento o meno del progetto con Fede…
Pentimento? No, no, ma guarda che quel progetto mi ha dato tantissimo e io non sarei da nessuna parte oggi se non fosse per Benji & Fede: sono felice del percorso che ho fatto e anche certe cose che non capivo prima adesso le capisco assolutamente.
Quanto ti mancano il primo posto in classifica, il platino, i milioni di ascolti?
Come tutte le persone che fanno questo mestiere, è ovvio avere quel sentimento di voler essere sempre primo, il problema è che, in passato, sono arrivato a essere primo sentendomi miserabile come essere umano, quindi il mio obiettivo, adesso, è cercare di tornare primo, ma senza andare a compromettere delle cose che per me sono importanti. Non voglio più fare compromessi artistici, umani o di qualsiasi tipo o anche della mia salute, perché ho compromesso anche la mia salute, lavorando come un forsennato per arrivare lì al primo posto. Insomma, sicuramente vorrei arrivarci, ma non a costo di perdere la mia salute mentale e fisica, però il voler essere amati e visti come primi credo sia un sentimento che hanno tutti gli artisti.