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Benigni, Troisi e Grillo, quando la politica ha lasciato il segno sul Festival di Sanremo

Sanremo è sempre stato un incubatore degli umori e delle polemiche italiche e molto spesso, come quest’anno, è stato segnato da discussioni di tipo politico. In passato, tra censure e contestazioni, è accaduto con le esibizioni di alcuni tra i più grandi nomi dello spettacolo italiano: da Benigni a Troisi, passando per Grillo, Crozza e Fiorello.
A cura di Andrea Parrella
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"Non credo che sarà un Festival politico", ha annunciato Claudio Baglioni alla vigilia del suo secondo Sanremo da direttore artistico. Una risposta alle domande della stampa che prova a sedare le polemiche delle settimane che hanno accompagnato a questa edizione, innescate dalle parole dello stesso Baglioni sulla vicenda migranti e l'operato dell'attuale esecutivo.

Una vicenda atipica, che ha bollato politicamente un Festival un mese prima che i protagonisti mettessero piede sul palco dell'Ariston. Non si tratta ovviamente della prima volta che l'evento televisivo e musicale più importante del Paese rischia di essere segnata in modo irreversibile da dibattiti e polemiche incrociate, che poco hanno a che fare con la gara. Tralasciando il fatto che Sanremo è sempre stato e sarà un incubatore degli umori italici, alcune edizioni passate vengono ricordate per interventi comici specifici o per un particolare clima che rese prevalente l'elemento politico.

Massimo Troisi e la censura del 1981

Tra i personaggi che più sono riusciti a influire su Sanremo in questo senso, Roberto Benigni occupa un posto d'onore. I suoi fuori programma del 1980, quando oltre al bacio sul palco alla co-conduttrice Olimpia Carlisi attribuì a Giovanni Paolo II l'appellativo non proprio dolce di "Woitilaccio", gettarono le basi per uno dei casi di censura più eclatanti e noti della storia del Festival. Siamo nel 1981, tra gli ospiti è previsto Massimo Troisi, che in quello stesso anno porterà nelle sale il suo primo film da regista "Ricomincio da Tre". Per l'attore napoletano sono previsti tre interventi la sera della finale e la Rai, memore degli inconvenienti dello scorso anno, chiede quali saranno i temi affrontati. Troisi risponde senza grossi problemi, dicendo che parlerà di politica, terremoto e religione. A mezz'ora dall'inizio della serata viene comunicato a Troisi che la sua presenza verrà ridotta a un singolo intervento, così lui deciderà di non salire mai sul palco.

Il ritorno di Beppe Grillo dopo gli anni di silenzio

Alcuni anni dopo, siamo nel 1989, è la volta di Beppe Grillo, che sul palco dell'Ariston ci è finito più volte ed ha fatto parte anche del cast. In quell'anno, è la prima edizione firmata Aragozzini, il comico genovese è ospite a tre anni da quella battuta pronunciata in Tv sui socialisti che gli costò un lungo allontanamento dalla televisione pubblica. Bavaglio che non lo intimorisce, perché Grillo colpisce tutti, dalla politica con gli stessi socialisti ("Capirete che se non faccio la battuta sui socialisti poi pensano che ce l'abbia con loro") e pure l'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, fino alla Barilla, sponsor principale di quel Sanremo. E davanti alla standing ovation del pubblico, sul finale del monologo, Grillo grida: "Adesso è ora di finirla che io vi faccio ridere e poi mi fanno un culo così a me".

Uova e ortaggi da lanciare a Benigni, 2002

Dopo un decennio sostanzialmente avaro di grandi polemiche, è ancora Benigni a far discutere. Siamo nel 2002, anni di berlusconismo dominante e aria di editto bulgaro, quello che avrebbe provocato la cacciata dalla Rai di Biagi, Santoro e Luttazzi. Il mattatore toscano è ospite della serata finale dell'ennesimo Festival condotto da Baudo e le sue posizioni notoriamente antiberlusconiane hanno determinato accese polemiche della vigilia, culminate con la provocazione del giornalista Giuliano Ferrara, che annuncia alla stampa: "Vogliamo colpire Benigni a Sanremo. Saremo tra il pubblico, muniti di uova e ortaggi, e glieli tireremo addosso". Le uova non arriveranno, Benigni non si limiterà e, oltre alle provocazioni politiche, ripeterà la gag della strizzata alle parti basse di Baudo.

La contestazione a Maurizio Crozza del 2013

Facendo un salto di un'altra decade, si arriva a quello che è forse uno dei momenti di maggiore imbarazzo delle ultime edizioni del Festival di Sanremo. Siamo nel 2013, edizione Fazio quater, a poche settimane da elezioni politiche sentitissime, quelle che romperanno il duopolio centrodestra/centrosinistra. Tra i comici più influenti del momento c'è Maurizio Crozza, che da alcuni mesi porta in Tv un'imitazione tirata a lucido di Silvio Berlusconi. Crozza figura tra gli ospiti di Sanremo e la sua presenza viene stigmatizzata già dalla vigilia, considerata inopportuna visto il clima di par condicio vigente e la più che preventivabile imitazione di uno dei principali candidati alle elezioni. Il numero di Crozza sarà uno strazio, interrotto più volte a causa delle proteste della platea costringerà Fazio a salire sul palco a più riprese per chiedere al pubblico di lasciar concludere il numero al collega.

Salvini in platea e il sondaggio elettorale di Fiorello nel 2018

E veniamo a Sanremo 2018, pure questo un anno particolarmente caldo per la politica italiana, con un Festival che cade a un mese esatto dalle elezioni che porteranno Cinque Stelle e Lega a siglare, nel maggio successivo, un contratto di governo inimmaginabile fino a qualche mese prima. Matteo Salvini, che pure non ha ancora certificato la sua altissima percentuale di consenso con le elezioni, mostra già i tratti di protagonismo che caratterizzeranno la sua condotta da vice premier e ministro degli interni. Fa parlare di sé per il rapporto con Elisa Isoardi, ma soprattutto per la sua presenza in platea proprio a Sanremo, gesto inusitato da parte di un politico, soprattutto se in campagna elettorale. A dare spettacolo sul palco è invece Fiorello, che se ne infischia della par condicio inscenando un sondaggio elettorale tra il pubblico, aggirando furbescamente ogni tipo di problematica: camera fissa su di lui e il comico che chiede in sala di palesare la propria preferenza politica per alzata di mano. Chissà se l'esito rispecchiasse il risultato delle elezioni che sarebbero state.

Cosa aspettarsi da Sanremo 2019?

Per quel che riguarda la 69esima edizione di Sanremo, capiremo se la polemica politica della vigilia sia stata un fuoco di paglia per far parlare (e non poco!) del Festival, o se Claudio Baglioni, Claudio Bisio e Virginia Raffaele proporranno numeri che sapranno suscitare qualche reazione scomposta nell'Emiciclo.

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