Attenti a “Trava”, il figlio di Marco Travaglio “fa brutto” come i rapper
"Com'è bello fare il rapper da Torino in giù". La citazione a Raffaella Carrà potrebbe dire già tutto, ma siamo qui per questo nel caso non dovesse bastare. Circolava da tempo, nei forum più maligni, nelle community più politicamente scorrette della rete, la notizia che Alessandro, il figlio adolescente di Marco Travaglio, avesse cominciato il "tirocinio" da rapper. Complice il trend del momento, magari anche la buona amicizia di papà con Fabri Fibra (che gli ha introdotto il libro "Dietrologia – i soldi non finiscono mai", spiegando che ad entrambi "piace rompere le palle a chi sappiamo noi"), Trava ha deciso di fare sul serio. Sulla sua pagina facebook, (ancora bassa per la verità, siamo a poco più di 1000 fan) annuncia di aver lavorato tutta l'estate a "Fuoriclasse", il titolo di quello che sarà il suo primo album.
"Servizio Pubblico Style". La prima cosa che colpisce è che, per il lettering del suo naming, è stato scelto un carattere simile a quello di "Servizio Pubblico", almeno è quella l'impressione che restituisce. Riguardo le qualità artistiche del rapper, stiamo parlando ovviamente di un fenomeno del tutto acerbo, di quelli come tanti oggi sul web, che realizzano prodotti fatti in casa e caricano tutto con l'entusiastica forza dell'adolescenza . E' bello vederli mettersi in gioco, con la forza del networking, della rete. Perché se è vero che il prodotto è tutto da sviluppare, il contenuto c'è. La metrica, soprattutto "il fiato", è proprio quello di papà Marco: parole a raffica. Oggi però, a giocare troppo con la rete, si può diventare anche dei veri e propri fenomeni all'inverso, come i Trucebaldazzi e i Lil'Angel$, buoni da ascoltare tra amici, per farsi quattro sane risate sulla loro voglia di prendersi sul serio. Questo è il rischio.
Trava-Social. Ma l'effetto "Trucebaldazzi" non sarà il fallo di Trava, che di talento grezzo ne ha da vendere. Efficace, in questo senso, la cura dell'immagine, la sua comunicazione su instagram. Nulla viene lasciato al caso. Il giovane rapper dimostra che, dal genere, riesce ad attingere a piene mani, riprendendo fedelmente tutti i canoni e gli stereotipi ad esso associati. Senza scadere nel dejà-vu, viste le "personalizzazioni". Chissà Trava senior che cosa ne pensa del "gangstaRap" di Trava junior. Siamo curiosi.