Ariete: “Dopo Sanremo mi riconoscono più persone, ma resto sempre la stessa Arianna”
Ariete è un talento, ma questo non lo scopriamo adesso. L'abbiamo visto sul palco del Festival di Sanremo, lo vediamo da qualche anno, da quando ha cominciato a postare le sue canzoni creando un pubblico affezionatissimo, raccontandone speranze, sogni e delusioni. Il suo rapporto col pubblico è strettissimo e basterebbe non tanto andare a qualche concerto ma guardare anche qualche firmacopie per comprenderne la portata. Ma è nella musica che bisogna conoscere Ariete, il suo ultimo album La notte è il racconto di una ragazza di poco più di vent'anni, di amori finiti, amori riusciti, ma anche della propria condizione, dell'essere una ragazza di 21 anni in un mondo complesso: "Siamo bambini figli della noia".
Cosa è cambiato tra Specchio e La Notte?
Sono cambiata principalmente io, come persona, non tanto per il successo o la fama, più che altro per quella che è la mia vita: sono cresciuta come persona, sono cambiata, ho conosciuto nuova gente, banalmente mi sono lasciata con una persona, ne ho incontrate di nuove, parliamo della crescita di qualsiasi ragazza tra i 18 e i 21 anni. Per me è uguale, solo che si riversa in musica.
È cambiato anche il modo in cui lavori ai testi e alla musica?
Assolutamente sì, credo che la crescita musicale avvenga con l'esperienza: al mio quarto progetto, dopo due EP e un disco, anche il mio approccio al lavoro è molto più serio e consapevole, e crescendo come persona e crescendo anche il mio intelletto e la mia capacità di stare al mondo scrivo cose diversamente, ascoltando nuova musica prendo nuove ispirazioni.
Materialmente come si traduce?
Preferisco continuare a scrivere sempre da sola, a prescindere che sia casa o stanza d'albergo, comunque da sola. Quando una canzone nasce curo tutti gli aspetti da sola, almeno inizialmente, poi ovviamente ho il mio produttore, quello che lavora alla maggior parte delle canzoni, Daniele Winniedeputa, che mi consiglia. Banalmente, però, riesco ad avere sempre una bozza su quasi tutto quello che scrivo, il testo e la musicalità vanno a braccetto, quando mi viene in mente una melodia cerco sempre di matchare parole che ci possano stare bene, è sempre una cosa che viene insieme.
La notte non è un titolo che arriva a caso, ascoltando le canzoni dell'album…
Sin dai miei primissimi progetti credo che si veda che l'intimità delle mie canzoni è molto notturna, quindi gli scenari, all'80%, sono sempre introspettivi e intimi, poi ci sono le eccezioni, tipo L'ultima notte, ma anche là parlo di uno scenario notturno. Ho deciso di chiamare il disco La notte dopo aver ascoltato quei dieci brani ed essermi resa conto che in ogni brano pronunciavo la parola notte. Ne ho un rapporto molto intimo, è un momento in cui riesco a canalizzare le idee, posso stare da sola o anche con gli altri, alla fine sono sempre una ragazza di 21 che di notte fa quello che fanno tutti: esco, vado a ballare, sto con gli amici, ma riesco a tagliarmi anche tanti momenti per me.
Le caramelle alla fragola sono come lo sciroppo che cade in basso come l'MD di Sfera?
Mezzo e mezzo (ride, ndr). Caramelle è una delle canzoni su cui mi sono più fatta un viaggio, ma non un viaggio tipo che ero sotto effetto di qualcosa mentre la scrivevo, per niente. Ho avuto un periodo, l'anno scorso, in cui stavo affrontando molti cambiamenti: avevo acquistato casa, ci stavo facendo dei lavori, ma intanto vivevo nella mia casa vecchia, ero entrata a Sanremo, era un periodo molto stressante. Mentre ero nella mia casa vecchia, iniziai a rendermi conto che nella mia vita entravano e uscivano persone in maniera troppo random, arrivava l'amico dell'amico che veniva a casa senza presentarsi, non avevo neanche un momento per me, in quella casa, era un porto di mare. Allo stesso tempo, sempre in quel periodo, è capitato che ero al concerto di un amico, Villabanks, e ce n'era un altro che aveva queste caramelline al THC, le presi – è stata l'unica volta che le ho provate -, inizialmente non mi fecero alcun effetto, poi dopo qualche ora ho cominciato a sentirmi presa bene, quindi ho unito due sensazioni in una canzone: quando mi sento schiacciata dalla mia stessa casa, piena di gente, non riesco a stare da sola, vorrei sempre sentirmi come mi sono sentita quella sera lì.
Com'è stato passare da "ragazza di borgata" a Sanremo?
C'è chi sta comodo col fatto di avere certe agevolazioni date dalla notorietà, ma per quanto mi riguarda, tutto quello che cerco di fare ogni giorno della mia vita è rimanere quanto più possibile coi piedi a terra, attaccata a quello che sono sempre stata, cerco di fare le cose più normali del mondo. Poi è ovvio che, soprattutto per i pischelli della mia età, gli amici di una vita o quelli più nuovi, è una follia pensare che anche io possa avere i miei inceppi, possa trovarmi in difficoltà per determinate cose.
Che pensano?
Hai 21 anni, hai potuto comprarti una casa, sei famosa, non hai problemi di soldi, invece io soffro un botto il fatto di non andare all'università, per esempio, sento di aver fatto dei passi più lunghi della gamba, ma nonostante ciò comunque sono molto contenta che sia andata così, credo di aver avuto un po' di fortuna, un po' di talento e di essermi trovata nel posto giusto al momento giusto. Sono contenta che mi sia arrivato tutto durante il Covid, che è stato il momento più disarmante, cerco di non scindere mai quello che è lavoro e quello che sono io, io sono tutt'uno, quindi a Sanremo c'è andata Arianna e a ballare ci va sempre Arianna.
Interessante questa cosa dell'Università, se non sbaglio avevi avuto problemi con la scuola pubblica…
I primi quattro anni di liceo sono stati una bomba, ho la fortuna di aver avuto una classe fantastica, eravamo tutti amici, in classe ero nel giro giusto, con le persone belle, simpatiche, oggi tutti i miei amici più importanti sono quelli del Liceo.
Cosa è successo, quindi?
Grazie a uno scambio culturale ero andata a vivere in Brasile quattro mesi, era tutto bello, però in quel periodo – avevo 16 anni, ero una bambina -, oltre a essere stata in Brasile da agosto a novembre 2018, ricoverarono mio fratello per motivi fisici e psicologici, quindi tornai con i prof che non erano super contenti che fossi andata là, poi, essendo tornata da quattro mesi dall'altra parte del mondo, avevo bisogno di un attimo per riadattarmi, infine in famiglia non andava bene per questa cosa di mio fratello, che era rimasto ricoverato per un bel po'. Così mi sono allontanata un po' dalla scuola, non sentivo supporto da parte loro, ho litigato con tutti, poi c'è stato il Covid, ho ripetuto l'anno in quel Classico lì, ma in quel periodo è cominciata la mia carriera, quindi ho lasciato la scuola pubblica, ne ho finito una privata e a oggi andrei volentieri all'Università, anche fuori corso, essendo una persona curiosa avrei quello stimolo in più per aprire un libro di filosofia.
Prima parlavi di tuo fratello, esiste il peso del parlare delle altre persone da artista che ha una voce importante e tanta notorietà?
Oggi tutti parlano di tutti e molti venderebbero un braccio per stare su qualche prima pagina, non solo persone non famose, ma anche influencer. A me sono capitate più cose, sia la foto che ha fatto scandalo mentre bevevo una birra con un'amica, ma mi è capitato anche che venisse messa in mezzo la mia ragazza attuale, che invece non è nessuno per il popolo dei social: fa l'Università, lavora, si fa i cazzi suoi ed è stata messa in mezzo da terzi, anche famosi. Io cerco di essere molto disponibile soprattutto con i miei fan che mi sono sempre stati vicini e con cui ho un rapporto bellissimo. Poi ovviamente non è facile da gestire il fatto di essere un personaggio pubblico e ogni cosa che dici può essere attaccata da chiunque, ma comunque il gioco vale la candela.
Sanremo quanto ha migliorato o peggiorato questa cosa?
In realtà la grande differenza è che mi riconoscono dieci volte più di prima, mi riconosce la nonna, la mamma, il resto mi pare che sia stato abbastanza tranquillo, le persone che mi volevano bene sono rimaste, nuove persone mi hanno iniziato a seguire anche se non in maniera così esponenziale da non poter uscire di casa, ovviamente Sanremo ha moltiplicato esponenzialmente anche le critiche. Ovviamente nessuno mi ha obbligato a farlo, ma è stato un modo e forse lo sarà anche in futuro, di dire le cose a modo mio ma in una situazione completamente diversa dalla mia, io però sono questa, ma non mi vedrai fare un'operazione di marketing in cui non credo, per vendere due dischi in più. Guarda, se avessi voluto avrei potuto farlo su questo, e invece…
Ma è vero che eri una fan sfegatata di Shawn Mendes?
Certo, è anche il motivo per cui sono così coi fan, perché mi facevo otto ore di fila per Coez che adesso è mio fratello. Quando avevo 13-14 anni ed ero pazza per Shawn Mandes – anche oggi ci andrei ad ascoltarlo – l'ho visto sempre disponibile, sia quando eravamo in 30, sia quando eravamo in 250 ha sempre avuto lo stesso modus operandi: usciva dall'hotel e diceva "Ok, faccio le foto con tutti, rispettatemi e rispettatevi, mettetevi in fila e facciamo tutto, se non rispettate queste regole vado via". Per questo ci tengo che i miei fan siano rispettosi di me e lo siano tra loro principalmente perché ho un ricordo bellissimo di quando ero fan in quel modo lì: io faccio una vita sconclusionata e sono Ariete solo in Italia, pensa a lui che era una star mondiale e faceva questa cosa con tutti, quindi mi chiedo perché io non debba farlo.
Ariete è in tour, il 24 ottobre sarà all’Unipol Arena di Bologna, mentre il il 27 ottobre chiuderà il tour al Mediolanum Forum di Milano.