Annalisa: “In Houseparty invito a trovare la festa dentro, ma oggi assume altri significati”
"Fare tardi senza fare niente, questa è la migliore di tutte le feste" canta Annalisa nel suo ultimo singolo Houseparty. Una canzone scritta qualche mese prima che il mondo intero dovesse piegarsi alla pandemia di Covid-19, e che col senno di poi assume contorni diversi. La cantante ha pubblicato il primo singolo estratto dal suo nuovo album, la cui uscita è stata rimandata al prossimo settembre, nella speranza che la data sia ulteriormente confermata. Nonostante quello che mostriamo sui social, che è solo un pezzo piccolo della realtà, gli unici a conoscerci veramente siamo noi stessi, dice Annalisa raggiunta al telefono, confermando che questo è il fil rouge dell'album: "È un disco che si basa sul concetto del tirare fuori chi siamo quando nessuno ci guarda". L'uscita del nuovo album, prevista per questa primavera, è stata rimandata al 18 settembre.
Partiamo da Houseparty, pezzo nato ben prima di tutto questo caos, giusto?
Sì, ho lavorato per più di un anno a un progetto, un disco, che si basa sul concetto del tirare fuori chi siamo quando nessuno ci guarda. Eravamo abituati – anche se ora qualcosa sta cambiando – a vivere i social come se fossero la realtà, quando, invece, non ne è che una piccola parte: siamo tutti abituati a postare il meglio, a far vedere il meglio di quello che possiamo e quindi i colori, gli sfondi, le location, il trucco, tutto perfetto, ma la realtà non è quella. Quella è una piccolissima parte che, ovviamente, ci sta, perché è giusto volersi mostrare al meglio, ma c'è anche molto altro, c'è la quotidianità, quello che siamo quando nessuno si aspetta niente da noi. Alla fine conosciamo solo noi stessi fino in fondo: il concetto centrale di tutto il disco è questo, ho approfondito tanto questo tema e "Houseparty" è una delle canzoni che ho scritto per raccontarlo. Nello specifico, questo brano porta con sé una certa leggerezza perché comunque si parla di trovare la festa dentro di noi, rendersi conto che il fare festa, stare bene, essere spensierati e divertirsi non dipende solo da dove ti trovi e con quante persone sei, ma da come sei predisposto tu mentalmente, dalla qualità della compagnia che può essere di molte persone, una sola o dalla solitudine.
Da quando l'hai scritta a oggi sono cambiate un po' di cose, credi ancora che, come canti, sia "la migliore di tutte le feste"?
Penso che la migliore delle feste non dipenda da fattori esterni, ma da noi, dalla qualità di quello che facciamo, di quello che scegliamo di fare per noi stessi, a volte. Chiaramente questa canzone adesso può assumere altri significati – senza negare quelli di partenza -, adesso sentiamo tantissimo la mancanza di quelle piccole cose legate alle interazioni sociali che prima davamo per scontate: la stretta di mano, il saluto, il sorriso, la serata con gli amici, uscire una sera, mangiare assieme. Ora queste cose ci mancano tantissimo e quindi Houseparty non è solo trovare la bellezza dove non te l'aspetti, ma diventa cercarla a tutti i costi, perché facciamo di tutto per raggiungerci in maniere alternative, siamo online, facciamo videochiamate perché abbiamo bisogno di quelle cose che davamo per scontate.
Senti, sei una di quelle che in questo momento riesce a fare cose oppure preferisce starsene per i fatti propri?
Dipende, ci sono delle giornate che non faccio niente, non me la sento, ho la testa non predisposta, quando sei preoccupato non hai lo stimolo per scrivere. Poi ci sono giornate in cui mi va di fare mille cose, quindi faccio video, butto giù idee, sto tutto il giorno in home studio, suono, dipende. Io sto vivendo entrambe queste cose, però una cosa che sto facendo tanto è cercare di continuare a fare quello che ho sempre fatto, trovando dei modi alternativi.
Che impatto avrà, secondo te, questa nostra dimensione attuale sulla musica futura?
Secondo me ogni cosa che viviamo dovrebbe influenzare l'arte, il suo contenuto e il messaggio che porta. Se non la influenzasse, l'arte sarebbe inutile, fine a se stessa, quindi da un punto di vista esclusivamente di realizzazione estetica non ha senso. Io penso che questo periodo rimarrà nelle coscienze di tutti per molto tempo e credo che sarà interessante vedere la differenza con cui ognuno ha vissuto e vive il pensiero di questo periodo, chiaramente: ovviamente, secondo me, ci sarà anche qualcuno che spingerà troppo l'accelleratore. Alla fine è sempre così, anche se comunque te ne accorgi di quali sono le cose sincere e quelle fatte ad arte, no?
Hai spostato l'uscita dell'album perché volevi fare promo: le due cose sono legate? Se a settembre non si potranno ancora fare incontri c'è il rischio che l'album slitti?
Guarda, adesso ci tengo a confermare la data del 18 settembre, poi quello che succederà nei prossimi mesi non possiamo saperlo, navighiamo un po' a vista.
Per quanto riguarda la questione sollevata da Tiziano Ferro, invece, che posizione hai?
Io sono pienamente d'accordo con lui, ha fatto benissimo a chiedere chiarimenti sul mondo dello spettacolo e io ho inteso il suo intervento come il farsi portatore di istanze di molti. È chiaro che noi siamo dei privilegiati, a livelli diversi, perché non siamo tutti uguali, ci sono quelli che hanno bisogno di lavorare nel nostro mondo, però al di là degli artisti, che mettono la faccia nei progetti, dietro c'è un sacco di gente che lavora e si fa il mazzo e tutte quelle professionalità lì sono sospese: parlo di chi lavora dietro ai concerti, gli eventi, da chi monta il palco, fa i suoni, le locandine, il progetto grafico, il booking, i calendari, i discografici, quello che realizzano fotografie, progetti per i dischi, insomma c'è un mondo dietro, è giusto chiedere e il fatto che l'abbia fatto va benissimo. E un volto più autorevole del suo direi che è difficile trovarlo.
Qualcuno, però, non ha compreso e si è lamentato, come mai?
Chi si lamenta e non capisce questa richiesta lo fa per un'ignoranza che comprendo, perché se non sei dentro questo mondo, non ti rendi conto del lavoro che c'è. Un sacco di gente ancora mi chiede lumi su questo settore che, in realtà, è un mondo pieno di gente che lavora, magari il mondo dello Spettacolo viene vissuto come qualcosa di diverso, come se non fosse un lavoro vero e invece lo è.
Cosa ti manca della tua vita di un mese fa?
Mi mancano le persone, i miei amici, la mia famiglia, poter uscire quando voglio e prendere un caffè, mi manca la serata di festa, queste cose qua. Sono le cose che mi mancano di più, con tutto il resto ci convivo abbastanza bene, mentre quello mi manda un po' in crisi, non a caso sono sempre a fare videochiamate.