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Al Bano canta al matrimonio in chiesa, la diocesi lo rimprovera: “Non è un palcoscenico”

Il cantante di Cellino si è esibito nella cattedrale di Andria nel corso di una cerimonia. La cosa è stata reputata altamente offensiva da parte del vescovo della diocesi, Luigi Mansi, il quale dopo aver visto rimbalzare sui social network i video di Al Bano in chiesa, ha deciso di intervenire con una reprimenda.
A cura di Andrea Parrella
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Al Bano (LaPresse)
Al Bano (LaPresse)

La voce di Al Bano si è sentita fino alla diocesi, che ha rimproverato l'artista pugliese dopo un'esibizione in chiesa. Il cantante di Cellino è stato involontario protagonista di una polemica scaturita da una sua esibizione nella cattedrale di Andria, dove ha cantato nel corso di una cerimonia. Una cosa che è stata giudicata altamente offensiva da parte del vescovo della diocesi, Luigi Mansi, il quale dopo aver visto rimbalzare sui social network i video di Al Bano in chiesa, ha deciso di intervenire con una reprimenda:

"A nessuno è concesso di usare la liturgia come palcoscenico per organizzare esibizioni di artisti di qualunque natura. Sarebbe una grave offesa alla celebrazione e al luogo sacro".

Una vera e propria bacchettata, che prosegue con una specifica inclusa all'interno del documento: "i sacerdoti hanno il compito di verificare il rispetto di tali norme, visto che gli organizzatori potrebbero anche non conoscerle, perché non si ripetano più episodi di questo genere". Nulla di personale contro Al Bano, insomma, ma è dovere di un sacerdote evitare questi fenomeni:

"Aver tollerato, per buon senso, alcuni comportamenti che poi si son rivelati irrispettosi per il luogo sacro, per la santa liturgia e per la comunità cristiana non vuol dire aver fatto dei favoritismi, ma semplicemente aver evitato situazioni che potevano divenire grottesche".

Luigi Mansi ha quindi invitato gli stessi fedeli a comprendere il senso di una cerimonia religiosa ed evitare che questa diventi un momento di intrattenimento per i presenti: "sposi, parenti e organizzatori, un comportamento consono alla cerimonia che resta un sacramento e non uno spettacolo". La lettera si conclude così:

"I sacerdoti sono esortati ad adoperarsi per far comprendere la specificità del momento liturgico. Se proprio si vuole gli artisti possono essere fatti esibire durante la festa nella sala ricevimenti".

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