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Ai Church Studios ci suonarono Dylan e Radiohead. Ora forse ci faranno appartamenti

Gli studi londinesi, noti perché molti nomi celebri vi si siano esibiti, si trasformeranno probabilmente in edifici residenziali. Così vorrebbe il proprietario, il cantautore David Gray, che acquistò nel 2003 la struttura dagli Eurythmics.
A cura di Andrea Parrella
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Bob Dylan

Un luogo sacro della musica potrebbe presto sparire, o meglio evolversi in abitazioni. A Crouch Hill, nord di Londra, si trovano i Church Studios, sale di ripresa e registrazione ricavate da chiese sconsacrate, oramai troppo significativi perché possano essere rimossi dall'immaginario comune come il luogo dove sono passati Bob Dylan, Radiohead, My Bloody Valentine. Sino al 2003 gli studi sono appartenuti a David Stewart degli Eurythmics. Quindi sono stati ceduti a David Gray, cantautore britannico attivo dall'inizio del decennio scorso e che adesso ha intenzione di radere al suolo gli studi per realizzarne un centro abitativo.

Il comitato di quartiere di Haslemere Road insorge, scagliandosi contro questa ipotesi in difesa di Crouch end come il solo elemento capace di rendere caratteristica la zona, che diviene anche meta di alcuni appassionati. Il rappresentante afferma:

Questa zona ha già abbastanza edifici residenziali.[..] Trasformare un edificio così ricco di storia in un palazzo di lusso è contro lo spirito di Crouch End.

C'è da dire che in contrapposizione si schiera Gray, il quale tramite il suo architetto Mark Ruthven si è fortemente opposto alle polemiche asserendo che gli studi sono oramai inutilizzati da anni. La convinzione è che questa trasformazione degli edifici sia l'unica effettivamente capace di dare il giusto valore a quell'area:

Trasformare l'edificio in uno spazio residenziale è un modo per continuare ad usarlo e tenerlo in vità. L'eredità culturale non viene minimamente intaccata

Il problema sarebbe tutto del mercato discografico. Secondo l'entourage di Gray, una struttura come i Church Studios ha poco senso di esistere al giorno d'oggi. Ed effettivamente, aldilà della sacralità di un luogo come questo, non si può certo dire che le motivazioni puramente "numeriche" diano torto al cantautore inglese e il suo staff. La discografia è in uno stato semi-comatoso, grazie al quale ritornare a fare concerti, più che un'esigenza artistica per il musicista, si è trasformata nell'unica risorsa economica garantita. Lo staff di Gray ha così concluso:

David è stato il proprietario dello stabile per dieci anni, ma adesso è tempo di pensare al futuro. Data l'attuale congiuntura dell'industria musicale, e le relative ripercussioni sugli studi di registrazione, è una scelta prudente prendere in considerazione altre soluzioni per spazi del genere, compreso il cambio di destinazione di utilizzo.Dove suoneranno i nuovi Dylan, i futuri Radiohead, ammesso che vengano fuori prodotti equivalenti?

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