Addio a Pauline Oliveros, la compositrice che inventò il concetto di “Deep listening”
La musicista e compositrice Pauline Oliveros, che sviluppò la teoria del "Deep Listening" ("Ascolto profondo", ndr), è morta giovedì scorso a 84 anni, come scritto dalla musicista Claire Chase, su Instagram, venerdì scorso, e confermato dall'organizzazione fondata dalla stessa Oliveros, conosciuta per il suo approccio sperimentale alla musica e al suono, grazie ai suoi esperimenti e alle performance live. La musicista fondò, negli anni '60, il San Francisco Tape Music Center e il Deep Listening Institute, oggi Center For Deep Listening e sebbene sia nata come fisarmonicista, era in grado di suonare violino, tuba e pianoforte, tra le altre cose oltre a una serie di strumenti inusuali, come ricorda il New York Times per comporre la propria musica che divenne avanguardia ed esempio per molti musicisti di quegli anni e di quelli a seguire.
Ascoltare con le orecchie e col cuore
"Senti con le tue orecchie, ascolta col tuo cuore" è uno dei suoi claim più amati e citati, anche a seguito della sua morte, e che descrive quello che è stato il sentimento che l'ha spinta in questi anni. È stata lei a coniare il termine "Deep Listening" ovvero un concetto che descriveva così: "Ascoltare in ogni maniera possibile tutto quello che era possibile, per ascoltare nel suo complesso ciò che uno stava facendo" incoraggiando a mescolare le diverse arti, dalla musica alla letteratura, passando per l'arte, la meditazione e la tecnologia e, come si legge sul sito della sua associazione, "esplorare le differenze tra la natura involontaria dell'ascoltare e quella selettiva (esclusiva e inclusiva). La pratica include esercizi per mantenersi in forma, meditazione, performance interattive l'ascolto del suono di tutti i giorni, della natura, dei propri pensieri, dell'immaginazione e dei sogni e l'ascolto dell'ascolto di se stessi".
L'album Deep Listening
Il concetto prese forma a partire dall'album omonimo che registrò nel 1989 assieme a Stuart Dempster e Panaiotis e che, come ricorda in un suo articolo il Guardian, fu registrato in una cisterna in disuso a 4 metri di profondità, che tra l'altro, cambiò la vita del compositore Simon Holt, oltre a essere definito, dalla stessa Oliveros, una "hit underground".