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A Sanremo sempre la stessa storia delle classifiche al contrario

Ogni anno in quel di Sanremo si ripete una storia interessante e alquanto curiosa, che rispolvera uno dei problemi più antichi della nota kermesse canora, ovvero quello che riguarda il distacco qualitativo tra i risultati ufficiali e le preferenze del pubblico davanti alla tv.
A cura di Eleonora D'Amore
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Terza serata del 63esimo Festival di Sanremo

Ogni anno in quel di Sanremo si ripete una strana storia, che sconfina poi nelle numerose polemiche che non tardano a sopraggiungere alla proclamazione di ogni classifica. In buona sostanza ci si aspetta sempre che la qualità di un brano coincida, giustamente, con il posto in classifica. Sì, così dovrebbe essere, ma la storia di Sanremo ci ha insegnato altro. Ci ha insegnato a vedere sul podio Pupo/EmanueleFiliberto/LucaCanonici sopra Ayane, Cristicchi, Noemi e Arisa, ci ha insegnato a credere più nel premio della critica che in quello ufficiale, ci ha insegnato a non guardare numeri e posizioni, bensì i risultati delle vendite postume alla kermesse.

E' giusto obiettare alla classifica provvisoria di stasera, sacrosanto dire che Daniele Silvestri e Max Gazzè al nono e decimo posto, sotto Maria Nazionale e Simona Molinari, sono davvero il manifesto peggiore che potessimo affiggere in vista della quarta puntata, così come la calata a picco di Malika Ayane e l'ottava posizione degli irresistibili Elio & le storie tese, grandi protagonisti di questa edizione. La domanda è: ci si aspettava forse altro? Perchè d'improvviso questo Festival doveva rendere dignità ad una classifica che da tempo va avanti a suon di call center e campagne pubblicitarie (così come aveva rivelato il giornalista Gigi Vesigna lo scorso anno)? Nulla togliendo alla presenza sul podio del buon Mengoni, che a differenza di altri si è guadagnato degnamente un posticino nell'Olimpo sanremese e, a mio parere, un meritato secondo posto sotto Daniele Silvestri.

Classifica provvisoria, l'aggettivo non è casuale e rimanda ad un responso definitivo che in molti sperano sia differente, vicino a quel margine di qualità che giustificherebbe la visione di cinque serate da tre ore l'una e l'ascolto di ben 28 canzoni (come se 14 non fossero già abbastanza!). Questo è il Festival di Sanremo, signori, che piaccia o no rivela la sua essenza in ogni edizione e lascia scontenti la gran parte dei telespettatori, attoniti davanti alla tv a chiedersi chi avrà mai votato quel podio. Un pò ciò che succede con lo spettacolo che è Sanremo: tutti lo criticano e lo disprezzano, e tutti allo stesso tempo lo guardano, facendo registrare picchi di ascolti in continua ascesa.

Meno domande allora e più musica, tanto ciò che i bravi artisti devono dimostrare lo dimostrano sempre dopo.

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