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A casa di Kekko dei Modà: ‘Una Passione Maledetta contro l’odio di chi non ci apprezza’

Abbiamo deciso di trascrivere (quasi) tutta l’intervista fatta con Kekko Silvestre, cantante dei Modà che ci ha parlato di Passione maledetta, l’ultimo album della band che è secondo su iTunes dietro solo ad Adele e che in 24 ore ha venduto circa 15 mila copie.
A cura di Francesco Raiola
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Sbobinare un'intervista non è cosa semplice e ridurre in pochi minuti una chiacchierata di mezz'ora lo è ancora di più. Ecco perché abbiamo pensato che fosse giusto trascrivere gran parte della chiacchierata che abbiamo fatto con Francesco ‘Kekko' Silvestre, cantante dei Modà, usciti venerdì 27 con ‘Passione Maledetta' (che in 24 ore ha venduto 15 mila copie). Qua sotto, quindi, diviso in capitoli, troverete le parole con cui il cantante ci ha parlato dell'album e tutte le tangenziali che abbiamo preso (dalla voglia di mollare tutto per un po', alla bellezza dell'America, fino all'essere genitori).

Passione Maledetta

Tutte le volte che riesci ad ottenere risultati importanti con i dischi, nel passato, quando ne fai uno nuovo la gente si aspetta che uno faccia l'elettronica, il blues… per cercare di rimanere anche al passo con la musica che si sente di più, quella che arriva dall'estero, anche se ci dimentichiamo che la tradizione italiana è quella che ci copiavano e ci copiano ancora. Non sono un grandissimo musicista, sono un orecchista, io fare musica pop, so scrivere canzoni pop, dove pop significa dal linguaggio semplice, nazional popolare che arrivino a tutti. Se vi aspettate un disco fighetto, impegnato, oggi rimarrete delusi, se invece vi aspettate un disco dei Modà questo è il più bel disco dei Modà. La maturità in questo disco l'abbiamo cercata all'interno del suono dove abbiamo cercato di riportare un suono più live, quello che ci appartiene di più, perché i Modà, non ci scordiamo, escono appunto dal live, nei locali, prima e poi pian piano c'è stata una crescita.

Album da live

Abbiamo lavorato in maniera diversa, avendo cambiato lo staff e lavorato con Diego Calvetti, Barusso e Lapo Consortini, abbiamo cercato di mettere in evidenza un po' di più quello che è l'anima di un po' tutti i musicisti. Quando scrivo i dischi me li immagino anche già mentre li suono sul palco, per questo probabilmente senti del live dentro. Se tu vai a vedere la canzone di Lorenzo Insigne, ‘Ti Passerà' ecco è proprio un pezzo da stadio ma anche la stessa ‘Passione maledetta', ‘Forse non lo sai' anche ‘Stella cadente' con l'esplosione del finale, in un palazzetto, uno stadio diventa magico.

La nausea per la musica e il viaggio negli Usa

Noi dal 2010 lavoravamo senza fermarci, cioè l'abbiamo fatto, ma quando un musicista dice ‘fermarsi', non significa che se non fai i concerti sei fermo o che se non vai in tv tutti i mesi sei fermo. Fermarsi vuol dire che per un anno non devi sentire parlare di niente, non avere scadenze, perché mi mettono ansia, per cui sentivo che questa cosa mi metteva in difficoltà perché non mi permetteva neanche di ammalarmi senza dover mettere nei casini nessuno. Avevo la nausea ogni volta che mi avvicinavo a un microfono, ogni volta che mi si parlava di musica e quindi ho detto ‘me ne devo andare un po", quindi ho detto al mio manager di non chiamarmi per nulla, al massimo per una birra, e lui e stato intelligente e mi ha fatto andare. Quindi sono partito e quando sono arrivato là, ti fermi e i primi giorni è tutto bello, sei felice, non pensi a niente, poi pian piano cominci a metabolizzare quello che ti è successo in questi anni. Mentre ero fermo ripensavo un po' a tutto, infatti c'è una frase della canzone che dice ‘Salute e pace, non ho voglia di tornare, qui mi sento a casa' e dico anche ‘Salute e pace pure agli stronzi', nel senso anche a tutti quelli che ci hanno voluto male gli auguro il bene e facevo questo brindisi e dicevo ‘Danzano, le nostre anime si uniscono, ballano in cerchio e infine cantano brindando a quello che verrà' e quello è stato il momento in cui ho capito che  avevo ancora tanto da dare, da dire e che questo era il mio lavoro. Ma lo capisci solo quando ti fermi, quanto sia importante e che questo lavoro va preso  nelle dosi giuste e adesso devo cercare di dosarlo perché non voglio più arrivare a vivere un momento di quel tipo là.

La California in generale mi è piaciuta, credo che Los Angeles a differenza di New York, ad esempio, sia come Cernusco sul Naviglio, ovvero un posto in cui possa andare in giro sul trattore, come faccio qua. A New York, invece, ho girato i video: come detto non ho voluto fare un disco fighetto però quando Lorenzo (Suraci, manager dei Modà, ndr) mi ha chiesto se avessi un desiderio particolare e gli ho detto di no, che volevo continuare a farlo a Cologno Monzese – anche perché da napoletano sono scaramantico -, ma se proprio vogliamo investire qualcosa in più, magari nella parte video potremmo divertirci e mi è venuto in mente di fare una fiction musicale.

Il significato di ‘Francesco'

Il succo della canzone è il passaggio da figlio a genitore: prima di essere genitori siamo stati tutti figli e probabilmente è solo in quel momento che capisci una serie di cose. Quindi ho messo insieme una serie di cose che ho capito, come le preoccupazioni di mia madre e ho messo insieme i consigli che mi davano i miei genitori, che sono quelli che poi mi hanno portato a essere quello che sono, a raggiungere gli obiettivi della mia vita. E mi auguro che questo possa trasmetterlo a mia figlia Gioia, ma per adesso gli unici compiti che abbiamo è imparare a fare i Lego, i puzzle e i Lego col Pongo.

La fase di scrittura

Devo dire che sulla scrittura sono fortunato: io lavoro da solo, scrivo le melodie con la tastiera, il piano e quando finisco le melodie le canto in inglese – di solito funziona così – per trovare la metrica sulla melodia che scrivi e una volta che l'ho trovata, io arrangio tutto il pezzo, lo faccio completo e poi le basi le metto in una cartella e quando arriva il momento dei testi ho già le canzoni pronte. per me è molto più facile riuscire a scrivere su un pezzo che non ha soltanto un pianoforte e una chitarra. Quando c'è la pagina bianca la base è la e magari un'altra sera riprendo in mano tutto e ci provo. per esempio ‘Che tu ci sia sempre' è un pezzo scritto nell'altra casa, dove abitavo prima e non sono mai riuscito a scrivere, mentre quando sono arrivato qua l'ho completato. Ci sono, quindi, momenti in cui mi dedico alla scrittura delle melodie e momenti in cui mi dedico alla scrittura dei testi.

Amore e odio verso i Modà

Guarda devo essere sincero non c'è stato nessun sassolino, alla fine quelli che non hanno creduto in te non è che lo hanno fatto perché ti volevano male, non ho avuto nessuno che mi ha legato con le catene dicendomi ‘Tu non farai più musica'. C'è stata gente che magari ascoltava le mie canzoni e diceva ‘Secondo me non vai da nessuna parte'. Invece per quel che riguarda l'odio nei nostri confronti a volte dispiace, perché se fosse soltanto una questione musicale ‘Vabbè questi qua mi fanno schifo' non c'è niente di male, il problema è quando si accaniscono in maniera cattiva su certe cose magari ci rimani male ma alla fine devo dire che sono più le persone che ci vogliono bene ed è importante che ci sia anche chi ti odia perché ti fa dire sempre ‘Devo convincere anche loro'.

Rapporto coi fan

Rapporto dei fan lo gestisci con la determinazione che metti nel tuo lavoro, perché ogni volta che scrivi una canzone sai che la stai scrivendo per te ma la stai scrivendo per la gente che l'ascolterà, per le persone che si ritroveranno all'interno di queste canzoni e quindi cerchi sempre di fare il meglio. Poi, sai, il momento più bello è sempre quello coi fan in cui ci sono queste due entità, queste due parti di cuore che si uniscono e diventano un cuore solo: le persone che ti hanno portato al successo e tu che le ringrazi, quindi diventa una cosa unica. Io spero sempre che le persone possano apprezzarmi per le canzoni che scrivo e non per le risposte che do.

Napoli e Insigne

Non è un caso che la canzone dedicata a Lorenzo sia la prima, ma non solo perché è dedicata a lui, ma anche perché è un pezzo molto carico. Immaginavo il fan che metteva il disco dentro la macchina e sentiva questa canzone così forte da cantarsi. Poi certo, in realtà Lorenzo è un amico: mi ha scritto un messaggio in cui diceva che aveva sentito la canzone 10 volte prima della partita (contro il Chievo, ndr) in cui ha fatto gol e assist, e gli ho risposto: ‘Senti Lorè, a questo punto te ne scrivo una a settimana.

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