Circolano un sacco di opinioni diverse, sul Natale. C’è chi ne apprezza le atmosfere e chi si innervosisce già alla vista dei primi addobbi, chi ama farsi pervadere dal buonismo pur riconoscendone l’artificiosità e chi non si fa scrupolo di dichiarare la propria insofferenza per gli eccessi di derive consumistiche, chi ne vive devotamente gli aspetti religiosi e chi laicamente pensa a goderne gli stravizi alimentari… eccetera eccetera eccetera. Per gli appassionati di musica, il Natale è fonte per lo più di dolore per le troppe canzoni melense e i troppi dischi insulsi, ma anche di occasionali gioie per alcuni album straordinari o quantomeno per brani dei quali ci si innamora senza scampo nonostante eventuali riferimenti a bambini palestinesi nati in una stalla, ciccioni biancorossi che volano su una slitta, lucine intermittenti o tintinnio di campanelli. Inutile, però, cercarle qui: il Natale celebrato in queste righe è alternativo e anticonformista, forse persino irriguardoso benché l’obiettivo non sia offendere o dileggiare ma strappare qualche sorriso o stimolare qualche riflessione. Prima del cenone o mentre scartate i doni, invece delle solite carole, affidate al vostro impianto stereo questi cinque pezzi. Naturalmente, italiani.
5 Skiantos – Natale è
Il canto di Freak Antoni è sgraziato come sempre, diversamente da trame musicali che si limitano ad accompagnarlo rimanendo fra le righe di un pop-rock scontato ma accattivante. Le parole, all’insegna di un’ironia lieve ma pungente, denunciano i luoghi comuni della festa, rivelando a un’analisi appena più attenta profondità e acume. Uscito in origine nel 1996 in una raccolta (natalizia, certo), è stato poi recuperato in un “best of” della band bolognese. Giustamente.
4 Modena City Ramblers – Canto di Natale
I giorni delle feste natalizie visti attraverso gli occhi di una coppia di vecchi clochard che, nonostante la loro condizione di disagio, non si perdono d’animo e non abbandonano del tutto la speranza in un domani meno gramo. Alberto Morselli, l’originario frontman dei Modena City Ramblers, intona con voce grave questa ballata rarefatta e avvolgente contenuta nel primo album del gruppo emiliano, “Riportando tutto a casa” del 1994. Un quadretto dolce e malinconico dipinto con i colori di Mamma Irlanda.
3 Tommaso Di Giulio – Domenica: Natale
Da “Per fortuna dormo poco”, l’album con il quale uno dei più brillanti giovani cantautori italiani ha esordito ufficialmente nel primo scorcio di quest’anno, arrivano melodie delicate e al contempo trascinanti, con arrangiamenti piacevolissimi, che “nascondono” la vicenda da cronaca nera narrata nel testo. Una vicenda dove il Natale c’entra incidentalmente: il musicista capitolino lo usa per calcare la mano, o magari per ricordare che in molti casi il 25 dicembre è un giorno come gli altri. O peggio degli altri.
2 Elio e le Storie Tese + Graziano Romani – Christmas With The Yours
Risale al 1995 la pubblicazione come CD-singolo, i cui proventi sarebbero stati destinati alla beneficenza, di questo brano scritto dagli Elii e da loro interpretato assieme all’ex cantante degli emiliani Rocking Chairs, dotato di una splendida e potente voce soulful. Musica raffinata fra pop di qualità e rock mainstream, zeppa di illustri e gustose citazioni, che si potrebbe quasi scambiare per la cover di un classico del genere. Non così gli esilaranti versi, che dispensano perle come “Panettone is on the table / but it is another one / infatti è quello senza canditi”, “Peace between Lino and Cecchetto” e soprattutto il ritornello “Christmas with the yours / Easter what you want”. Irresistibile.
1 Zen Circus – Canzone di Natale
L’intero circuito indie, compresi quelli che proprio non sopportano gli Zen Circus, è stato conquistato dalla traccia che chiude “Andate tutti affanculo”, il primo album interamente in italiano del terzetto di Pisa, uscito nel 2009. Un pezzo lento, aggraziato e corale, che racconta senza lasciar nulla all’immaginazione e con parole che provocano risate amare, una brutta storia di tossicodipendenza. Arrivi alla fine, e il dialogo telefonico fra il protagonista e lo spacciatore tunisino Abdul ricorda, con sferzate di cinismo, che il Natale non congela i problemi quotidiani.