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5 canzoni per un Natale alternativo

Cinque canzoni legate al Natale, che non sono “di Natale” ma neppure per forza “sul Natale”. Fra un torroncino e l’altro, cercate di trovare il tempo per assaggiare altri generi di 25 dicembre.
A cura di Federico Guglielmi
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Circolano un sacco di opinioni diverse, sul Natale. C’è chi ne apprezza le atmosfere e chi si innervosisce già alla vista dei primi addobbi, chi ama farsi pervadere dal buonismo pur riconoscendone l’artificiosità e chi non si fa scrupolo di dichiarare la propria insofferenza per gli eccessi di derive consumistiche, chi ne vive devotamente gli aspetti religiosi e chi laicamente pensa a goderne gli stravizi alimentari… eccetera eccetera eccetera. Per gli appassionati di musica, il Natale è fonte per lo più di dolore per le troppe canzoni melense e i troppi dischi insulsi, ma anche di occasionali gioie per alcuni album straordinari o quantomeno per brani dei quali ci si innamora senza scampo nonostante eventuali riferimenti a bambini palestinesi nati in una stalla, ciccioni biancorossi che volano su una slitta, lucine intermittenti o tintinnio di campanelli. Inutile, però, cercarle qui: il Natale celebrato in queste righe è alternativo e anticonformista, forse persino irriguardoso benché l’obiettivo non sia offendere o dileggiare ma strappare qualche sorriso o stimolare qualche riflessione. Prima del cenone o mentre scartate i doni, invece delle solite carole, affidate al vostro impianto stereo questi cinque pezzi. Naturalmente, italiani.

Skiantos – Natale è

Il canto di Freak Antoni è sgraziato come sempre, diversamente da trame musicali che si limitano ad accompagnarlo rimanendo fra le righe di un pop-rock scontato ma accattivante. Le parole, all’insegna di un’ironia lieve ma pungente, denunciano i luoghi comuni della festa, rivelando a un’analisi appena più attenta profondità e acume. Uscito in origine nel 1996 in una raccolta (natalizia, certo), è stato poi recuperato in un “best of” della band bolognese. Giustamente.

Modena City Ramblers – Canto di Natale

I giorni delle feste natalizie visti attraverso gli occhi di una coppia di vecchi clochard che, nonostante la loro condizione di disagio, non si perdono d’animo e non abbandonano del tutto la speranza in un domani meno gramo. Alberto Morselli, l’originario frontman dei Modena City Ramblers, intona con voce grave questa ballata rarefatta e avvolgente contenuta nel primo album del gruppo emiliano, “Riportando tutto a casa” del 1994. Un quadretto dolce e malinconico dipinto con i colori di Mamma Irlanda.

Tommaso Di Giulio – Domenica: Natale

Da “Per fortuna dormo poco”, l’album con il quale uno dei più brillanti giovani cantautori italiani ha esordito ufficialmente nel primo scorcio di quest’anno, arrivano melodie delicate e al contempo trascinanti, con arrangiamenti piacevolissimi, che “nascondono” la vicenda da cronaca nera narrata nel testo. Una vicenda dove il Natale c’entra incidentalmente: il musicista capitolino lo usa per calcare la mano, o magari per ricordare che in molti casi il 25 dicembre è un giorno come gli altri. O peggio degli altri.

Elio e le Storie Tese + Graziano Romani – Christmas With The Yours

Risale al 1995 la pubblicazione come CD-singolo, i cui proventi sarebbero stati destinati alla beneficenza, di questo brano scritto dagli Elii e da loro interpretato assieme all’ex cantante degli emiliani Rocking Chairs, dotato di una splendida e potente voce soulful. Musica raffinata fra pop di qualità e rock mainstream, zeppa di illustri e gustose citazioni, che si potrebbe quasi scambiare per la cover di un classico del genere. Non così gli esilaranti versi, che dispensano perle come “Panettone is on the table / but it is another one / infatti è quello senza canditi”, “Peace between Lino and Cecchetto” e soprattutto il ritornello “Christmas with the yours / Easter what you want”. Irresistibile.

Zen Circus – Canzone di Natale

L’intero circuito indie, compresi quelli che proprio non sopportano gli Zen Circus, è stato conquistato dalla traccia che chiude “Andate tutti affanculo”, il primo album interamente in italiano del terzetto di Pisa, uscito nel 2009. Un pezzo lento, aggraziato e corale, che racconta senza lasciar nulla all’immaginazione e con parole che provocano risate amare, una brutta storia di tossicodipendenza. Arrivi alla fine, e il dialogo telefonico fra il protagonista e lo spacciatore tunisino Abdul ricorda, con sferzate di cinismo, che il Natale non congela i problemi quotidiani.

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Federico Guglielmi si occupa professionalmente di rock (e dintorni) dal 1979, con una particolare attenzione alla musica italiana. In curriculum, fra le altre cose, articoli per alcune decine di riviste specializzate e non, la conduzione di molti programmi radiofonici delle varie reti RAI e più di una ventina di libri, fra i quali le biografie ufficiali di Litfiba e Carmen Consoli. È stato fondatore e direttore del mensile "Velvet" e del trimestrale "Mucchio Extra", nonché caposervizio musica del "Mucchio Selvaggio". Attualmente coordina la sezione musica di AudioReview, scrive per "Blow Up" e "Classic Rock", lavora come autore/conduttore a Radio Rai e ha un blog su Wordpress, L’ultima Thule.
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