10 canzoni per conoscere Morrissey (che arriva in Italia)
Raccapezzarsi nella discografia di Morrissey e degli Smiths è sempre un bel caos. Non tanto per la quantità di brani pubblicati (molto meno di altrettanti illustri colleghi se si guarda ai soli Smiths), quanto per il personalissimo percorso che ogni fan del Moz e della band ha dovuto fare all'interno della sua/loro produzione. Un percorso che parte da "The Smiths" del 1984 per approdare all'ultimo da solista "World Peace Is None of Your Business", passando per la fine della band, i litigi con gli ex compagni, il Tribunale, la carriera solista, i dubbi sulla sessualità del Moz (ché il gossip piace sempre), l'autobiografia e la sua eterna lotta animalista. Ognuno, dicevamo, segue un percorso particolare nell'adorazione – perché è inutile prendersi in giro, quella nei confronti della band inglese e del Moz è semplicemente adorazione – della band che secondo la rivista NME ha sfornato l'album inglese più bello di sempre. Sì, perché "The Queen Is Dead" è considerato migliore anche di "Revolver" dei Beatles. Scandalo? Può darsi, ma non c'è dubbio che gli Smiths siano una delle band più importanti di questi ultimi decenni.
Il 13 Morrissey torna in Italia per una serie di concerti che partono da Roma (Atlantico) – dove suonerà anche il 14 – e proseguono il 16 a Milano (Teatro Linear), il 17 a Bologna (Paladozza), 19 a Pescara (Palasport Giovanni Paolo II), il 21 a Firenze (Obihall) e il 22 a Padova (Geox Teatro). Nel caso non abbiate mai avuto la fortuna di ascoltarli né dal vivo, né su disco, questa è una personalissima playlist da cui partire. Personalissima e parziale, ovviamente, come tutte le classifiche, d'altra parte.
"Stavi fissando la strada cercando di non farti prendere un esaurimento. E ‘Bona Drag' continuava ad andare" ("Pink Rabbit", The National).
Please, please, please, Let Me Get What I Want
Perché è la classica canzone che quando la fai ascoltare ti viene detto "Ah, ma perché, è loro?". Sì, lo è. Questo piccolo gioiello, "breve come un pugno in faccia" come la descrisse lo stesso Moz, esprime probabilmente una voglia di cambiamento "Per piacere, lasciami fare quello che voglio, dio sa che potrebbe essere la prima volta".
I Know It's Over
Siete appena stati lasciati dalla vostra ragazza? Bene, per distruggervi e toccare il fondo, potete ascoltare in loop una delle più belle canzoni mai scritte sulla fine di un rapporto. La canzone fa parte di "The Queen Is Dead" e accosta l'amore alla morte, caso non unico nella discografia della band. L'attacco getta direttamente l'ascoltatore nel pieno del dolore: "Oh madre posso sentire la terra crollarmi sulla testa. E intanto mi arrampico in un letto vuoto. D'accordo, ho detto abbastanza, so che è finita, ma ancora mi ci aggrappo, non saprei dove andare".
There Is A Light Than Never Goes Out
Amore e morte tornano sullo stesso album per descrivere l'amore infinito per l'altra persone “E se un autobus a due piani si schiantasse contro di noi, morire al tuo fianco sarebbe un modo divino di morire".
Ask
Chissà, forse la famosa interpretazione al Festival di Sanremo (1987) l'ha resa nota anche tra alcuni vostri genitori. "Ask" ha un testo leggero, che parla dell'adolescenza, di tenerezza, riservatezza e di quei "versi terrificanti" che probabilmente il Moz scriveva "per una ragazza dai denti sporgenti del Lussemburgo".
Meat Is Murder
Non è la mia preferita, ma questa è una delle canzoni simbolo del cantante inglese (e che probabilmente sentirete live nei concerti italiani). La canzone è quella che dà il titolo al secondo album della band ed è chiaramente un inno al vegetarianismo (con tanto di versi di animali in sottofondo), battaglia che il Moz, ormai, combatte con tutte le sue forze (anche più di quella contro la sua ex etichetta).
Hairdresser on fire
"Sono destinato ad essere dipinto come un demente fastidioso con un pessimo taglio di capelli" ha detto Morrissey in un'intervista concessa qualche giorno fa a Repubblica. E i capelli sono un pallino del cantante al punto da dedicare una canzone al suo barbiere che, evidentemente, quel giorno era talmente impegnato da non rispondergli al telefono: "E sei sempre occupato, veramente occupato, occupato, occupato". Si può non amare un uomo che dedica un pezzo bello come questo al suo barbiere?
Suedehead
Morrissey non voleva che dopo "Strangeways, Here We Come" gli Smiths si separassero, ma non potè nulla se non concentrarsi su una carriera da solista che cominciò con un album dal titolo simbolico come "Viva Hate", in cui era inclusa questa canzone, tra le sue più note, che fu addirittura accusata di razzismo.
Everyday Is Like Sunday
Ecco un altro dei brani più noti dell'ex Smiths, anche questo tratto dal primo album post band "Viva Hate". Ispirato al romanzo di Nevil Shute "L'ultima spiaggia", il testo parla di un uomo su una spiaggia in attesa di un Armageddon che non arriva: "Ogni giorno è come la domenica. Ogni giorno è silenzioso e grigio", canta il Moz, ancora toccato dalla fine dei The Smiths.
Now My Heart Is Full
Canzone che dà il via a "Vauxall & I" è quella che lo stesso Moz definì la canzone che fu "l'espressione definitiva del suo passaggio all'età adulta, della sua maturità" come dichiarò a Les Inrockuptibles.
The More You Ignore Me, the Closest I Get
Perché il titolo dice tutto, ma se ci aggiungete anche una frase come "I will be in the bar with my head on the bar", ma soprattutto when you sleep "I will creep into your thoughts like a bad debt that you can't pay" capirete che il Morrissey non è uno che non bada ai testi. Enjoy.