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Rock in Roma: ‘2016 di conferme, ma nel 2017 Roma sarà capitale mondiale della musica’

Abbiamo chiesto a Maxmiliano Bucci, fondatore del Postepay Sound Rock in Roma cosa aspettarci per quest’anno e lui ha svelato anche i progetti per il 2017: ‘Un weekend romano di Storia, Cultura, Arte e Musica con grossissimi nomi della musica mondiale’
A cura di Francesco Raiola
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Bruce Springsteen e David Gilmour tra gli headliner del Postpay Sound Rock In Roma
Bruce Springsteen e David Gilmour tra gli headliner del Postpay Sound Rock In Roma

Partirà il 7 giugno con i Duran Duran questa nuova edizione del Postepay Sound Rock in Roma, una delle principali rassegne italiani e non solo di musica. Con tre headliner come Bruce Springsteen, David Gilmour e Iron Maiden, più un nuovo spazio dedicato agli artisti italiani, anche quest'anno Maxmiliano Bucci e Sergio Giuliani hanno voluto mettere Roma al centro del discorso musicale europeo, coscienti che il Festival può crescere ancora molto e impegnandosi per far diventare Roma sempre più capitale della buona musica. Abbiamo chiesto proprio a Bucci di raccontarci quello che dobbiamo aspettarci per questo 2016, ma il direttore artistico ha voluto anche spingersi un po' più in là anticipando quelli che sono i progetti di crescita che coinvolgeranno sempre più i luoghi storici della città: ‘Vogliamo unire Storia, cultura e arte e musica, in posti che comprendono Capannelle, certo, ma anche altri luoghi storici – ci dice Bucci, raggiunto al telefono -, compreso il Circo Massimo e fare di Roma la Capitale mondiale della musica per un weekend'.

Un progetto quindi che vedrebbe tre grossi nomi della musica mondiale atterrare a Roma per un weekend stellare. Insomma, questo 2016 sarà, a quello che si aspettano gli organizzatori un anno di passaggio, di consolidamento di pubblico e artisti, in vista di qualcosa di ancora più grande che potrebbe succedere l'anno prossimo. Intanto l'attenzione è per la nuova scena musicale italiana (ci saranno, tra gli altri I Cani, James Senese, Gemitaiz,  Afterhours, Guè Pequeno, Salmo, Ministri + Selton) che all'interno di Capannelle trova uno spazio proporzionato per far sì di poter godere al meglio dell'esperienza e soprattutto ci si confronterà con l'afflusso del pubblico con un ulteriore miglioramento dei trasporti, tallone d'Achille della fruizione festivaliera italiana (il calendario completo del festival)

Bucci, ci dica le ragioni principali per venire al Rock in Roma.

Venire a sentire dell'ottima musica a Roma, ovviamente, ad ascoltare il meglio che c'è a livello di festival. Questo è un anno un po' particolare per i festival costretti a perdersi un po' di artisti che hanno deciso per alcuni motivi di non fare tour, però all'interno del RIR siamo riusciti ad avere 3 mega headliner che sono Bruce Springsteen, David Gilmour e Iron Maiden, ovvero headliner dei più importanti festival internazionali, quindi siamo contentissimi della line up. Chi verrà troverà un'area con un palco nuovo, una grande novità che è quella in cui ospiteremo l'Italian Way con tutti gli artisti italiani di tendenza in questo momento, in un'area nuova da circa 4000 persone.

Come mai avete deciso di staccare la parte italiana e dare spazio e brand ad hoc?

È un'iniziativa che nasce dall'esigenza di dividere quella che è la rassegna tradizionale con gli artisti internazionale e dare più spazio agli artisti italiani, un modo per dare spazio anche a loro uno spazio adeguato e accontentare il pubblico.

Tra l'altro uno dei concerti più belli e apprezzati dello scorso anno fu quello di Fabi/Silvestri/Gazzè, con 20 mila persone

Sì, fu un concerto particolarissimo e intenso e lo spirito è quello, dare spazio agli artisti con una Storia e le nuove leve.

Dobbiamo aspettarci qualcos'altro o per questo 2016 è chiusa così?

Per quest'anno è chiusa qui, ma bisogna essere pronti per il prossimo anno. Abbiamo intenzione di dare spazio e voce a Roma dal punto di vista internazionale e dare un'attenzione che sia mondiale. Per questo stiamo pensando a un weekend in cui unire Storia, Cultura, Arte e Musica, in posti che comprendono Capannelle, certo, ma non solo. L'idea è quella di fare 3 concerti in 3 luoghi diversi, compreso il Circo Massimo, Capannelle, Ostia antica e magari un altro spazio storico, così da fare Roma Capitale mondiale della musica per un weekend.

A proposito dell'investimento ‘nella promozione internazionale’ di cui ci parlaste l'anno scorso. Che frutti ha portato quest’anno?

Abbiamo capito guardando una rassegna monstre come Coachella che non abbiamo un deserto, ma abbiamo il Circo Massimo e se riesci a unire musica e bellezza diventa una cosa particolare. Ovviamente bisogna lavorare tantissimo per trovare un paio di mostri sacri per i concerti, però hai una bella vetrina e un festival riconosciuto a livello internazionale. Il Rock in Roma, comunque, nel tempo ha avuto il meglio della musica mondiale, certo manca qualcosina, ma siamo speranzosi che possiamo trovare artisti adatti.

Sempre l'anno scorso non avete voluto rispondere alla domanda su chi avreste voluto portare e non siete riusciti…

Guns ‘N Roses, ora te lo dico, ci proverei ogni anno e secondo me è una reunion storica e non ti nascondo che punterei su quella.

Tornando a quest'anno: quali sono i numeri che vi aspettate per questa edizione?

Ti confermo il grande risultato dello scorso anno, ovvero più di 200 mila persone, che pensiamo di replicare anche quest'anno. E tra queste 200 mila parliamo il 50% viene da fuori Roma. Numeri alla mano, con questi numeri possiamo dire che il nostro è uno dei maggiori festival al mondo, ma per il prossimo anno vorrei puntare alle 300 mila, soprattutto se andasse in porto l'idea del weekend.

Hai parlato di fuori Roma, ma quelli dall'estero?

Parliamo del 35% solo per Springsteen e Gilmour, mentre a Capannelle sono il 25% gli stranieri che vengono per concerti come quelli di Skunk Anansie, Duran Duran e 1975.

Se dovessi consigliare qualcuno da non perdersi a parte gli headliner?

I Duran Duran senza dubbio.

Negli anni scorsi, se proprio dovessimo trovare il punto più critico dire che sono stati i problemi su parcheggi e comunicazioni. Come vi state muovendo a questo riguardo?

Coi Linkin Park abbiamo chiuso con un nuovo format, con tanti parcheggi in più rispetto al solito, oltre ad aver potenziato il numero dei treni. Però il problema è anche culturale: io non penso di andare a Lisbona e di arrivare davanti alla venue con la macchina, questo è un problema culturale italiano. Quando vado all'estero trovo l'albergo più vicino e vado a piedi o prendo un taxi o un trasporto organizzato, cosa che mettiamo a disposizione. Abbiamo acquisito, prevedendo concerti con tanta affluenza, dei nuovi parcheggi che costeranno sempre e solo 5 euro, mentre quelli abusivi non è in nostro potere controllarli, chiuderli o regolamentarli.

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