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Pink Floyd: ‘The Endless River’ conquista la classifica ma divide fan e critica

Il ritorno dei Pink Floyd conquista l’Italia, dopo aver conquistato i paesi anglosassoni. “The Endless River” ripercorre quella che è la storia della band, pescando dalle outtakes di “The Division Bell”. I fan e la critica si spaccano chiedendosi se sia un’operazione giusta.
A cura di Francesco Raiola
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Pink-floyd
I Pink Floyd (da sx): Rick Wright, David Gilmour e Nick Mason (credit foto: Andy Earl, via ufficio stampa)

Solo Vasco Rossi poteva togliere ai Pink Floyd il primo posto in classifica e così, puntualmente, è avvenuto. Ma non è una sconfitta per quella che è una delle band più famose al mondo, uscita il 7 novembre con il nuovo album "The Endless River". Dietro quel "nuovo" ovviamente si nasconde un intero mondo, che risale al 1994, ovvero l'anno da cui derivano le session che hanno portato all'uscita di quest'album a 20 anni esatti da "The Division Bell" ultimo album firmato dalla band che nel frattempo ha perso il tastierista Rick Wright (artista troppo sottovalutato e a cui si deve molto del "tappeto sonoro" della band) a cui i compagni hanno voluto dedicare questo nuovo (e presumibilmente ultimo) lavoro di una band che ha scritto la storia della musica mondiale con brani come "Wish You Were Here", "Another Brick In The Wall" e "Comfortably Numb", oltre ad album come "The Dark Side Of The Moon" (di cui si sono festeggiati lo scorso anno i 40 anni) e "The Wall". Oltre a Right vanno ricordati anche il genio psichedelico di Syd Barrett, membro e cantante della prima formazione della band – quella che incise "The Piper At the Gates Of dawn" – a cui si aggiunse l'amico David Gilmour che gli fu vicino durante quelli che furono anni difficili per il "diamante pazzo", che in seguito pubblicherà due album prima di perdersi nella solitudine e nella pazzia, e Roger Waters, che abbandonò la band dopo l'uscita di "The Final Cut" del 1983, continuando con una fortunata carriera solista e non pochi problemi per il possesso del nome della band che rimase nelle mani di Gilmour.

L'affetto del pubblico per la band, però, rimane ancora intatto come dimostrano le vendite di questi primi giorni. "The Endless River", infatti, è primo in Inghilterra vendendo in due giorni 92 mila copie e si appresta a diventare uno degli album più venduti di questo 2014, piazzandone un altro al numero uno delle classifiche inglesi, come già successo in passato con "Atom Heart Mother" (1970), "Wish You Were Here" (1975), "The Final Cut" (1983), "The Division Bell" (1994) e "Pulse" (1995). Anche l'Italia si conferma Paese amante della band inglese come si vede da questa nuova classifica, anche se non mancano le critiche per un'operazione che non convince tutti. La domanda che in molti si fanno era se ci fosse bisogno, a 20 anni dall'ultimo album, di un nuovo album che riprende session uscite da là. L'album è prevalentemente strumentale (a parte l'ultima canzone, il singolo "Louder Than Words") e, come al solito dividerà in due i fan della band che da quando Rogers ha abbandonato il gruppo non riesce a trovare unità d'intenti per quello che è venuto dopo "The Final Cut".

Nelle 4 parti di cui si compone questo lavoro si evoca in maniera più o meno palese la storia della band, come ad esempio fa "Autumn 68" che rimanda a "Summer 68" contenuta in "Atom Heart Mother" o l'intro di "It's What We Do", che rimanda, invece, a "Shine On You Crazy Diamond"; si rimanda, quindi, ai vecchi lavori il suono è chiaramente evocativo e conferma la sostanza della band, si dà a Wright il giusto tributo (le sue tastiere sono quasi sempre protagoniste come ad esempio si sente in "Ebb and Flow" o "Anisina") – ma anche Gilmour si prende la sua parte – e ci sono belle canzoni che lasciano, però, sempre affiorare la domanda: "Valeva la pena fare di ‘The Endless River' l'ultimo capitolo della storia di quella che è stata senza dubbio una delle band più importanti della musica?".

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Chissà che ne penserebbe Wright di questa operazione che ha recuperato il meglio da 20 ore di registrazione. C'erano comunque pochi dubbi che l'operazione avesse successo; troppo è l'affetto per la band che nel tempo ha alternato diversi cantanti e che oggi vede Adam Lambert (concorrente di American Idol) protagonista assieme a Gilmour e Mason. Per rivivere i fasti di un tempo che fu, la band ha deciso di affidarsi ancora una volta allo studio Hipgnosis diello scomparso Storm Thorgerson per la nuova copertina. E anche là le polemiche si sono sprecate, tra coloro che difendevano la scelta della band e chi, invece, non riusciva a mandar giù quest'immagine dal sapore biblico. Vista la scomparsa di Thorgerson – colui a cui si devono la mucca di "Atom Heart Mother" e le copertine, tra l'altro di "The Dark Side of The Moon" e "Wish You Weere Here" – è stato il socio Aubrey ‘Po’ Powell a lavorarci, pescando uno sconosciuto ragazzo egiziano Ahmed Emad Eldin, il cui disegno è stato, poi, ricreata dall'agenzia inglese di design Stylorouge.

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