Nobraino: intervista esclusiva alla band indie italiana rivelazione dell’anno
Una breve presentazione è di dovere. Loro sono i Nobraino. Negli anni Novanta giocavano tutti a basket in una squadra della Romagna, con risultati non troppo felici. Poi è arrivata la musica. Dopo le partite, gli amici si ritrovano nei magazzini della palestra dove hanno messo in piedi una piccola sala prove. Cominciano i live in giro per i locali e le piazze italiane, ed arriva il primo disco (Best Of, 2006) ed i primi rincuoranti risultati. Ma i Nobraino continuano a giocare, a divertirsi sul palco: l'ironia e la teatralità dei loro concerti (spettacoli è il termine giusto), in sintonia con un'incredibile poliedricità, sono gli strumenti principali con i quali la band indie rock catalizza l'attenzione di un pubblico senza età. "La musica che dialoga con teatro, clownerie, poesia in un gioco di rimandi e citazioni. E non manca una robusta dose di ironia" dice di loro Pietro D'Ottavio di Repubblica. Ma del resto NoBraino vuol dire stupido. Così nel 2007 arriva un album live con tutti pezzi inediti (Live al Vidia Club), l'anno dopo l’incontro con l'etichetta indipendente MArteLabel, che nel 2010 produce No USA! No UK! Nobraino. Quattro anni nei quali Lorenzo Kruger (voce), Nèstor Fabbri (chitarra e banjo), David Junior Barbatosta (tromba, conchiglie e superfici battenti), Duca d' Abruzzo (trombone e conchiglie), Bartok (basso) e Vix (batteria) non si fermano un attimo: oltre 400 concerti (tra i quali va annoverata l' apparizione nel salotto televisivo di Serena Dandini a Parla con me su Rai Tre) e vari riconoscimenti come il DemoRai, il Sele D’oro, band rivelazione di MArteLive 2008, e il sondaggio Nuova Musica Italiana di XL. Oggi i Nobraino sono una delle band indie italiane più ricercate. Noi abbiamo approfittato di un momento di pausa tra una data e l'altra del loro tour estivo, per intervistare Lorenzo Kruger, cantante, attore, poeta ed equilibrista.
Allora, cominciamo. Come nascono i Nobraino? O meglio, com'è che una squadra di basket diventa una squadra di … musicisti?
Sempre di giocare si tratta. Banda o squadra, partita o concerto. Vedi la differenza.
Le vostre perfomance, più che concerti viene quasi da chiamarle "spettacoli teatrali". Questo aspetto ironico / surreale / enfatico sembra far parte della vostra indole. Avete mai pensato a mettere su una vera e propria rappresentazione scenica?
È quello che facciamo. Quello che non facciamo è scrivere e progettare gli spettacoli, al momento cerchiamo ancora di improvvisare i momenti del concerto, è stimolante.
E sempre a proposito di teatri, com'è andato l'esperimento acustico del "Fantomatico Tour dei Teatri 2011", col quale avete fatto in modo che il pubblico diventasse ufficialmente parte della pre-produzione dei futuri brani?
È andata molto bene, abbiamo ritagliato un piccolo spazio dove metterci a sedere, per suonare morbidamente le nuove cose, iniziando ad orecchiarle e studiandole insieme alle reazioni del pubblico. Ora abbiamo le idee molto più chiare sui pezzi che andremo ad incidere a fine estate.
Dunque, l'esperienza acustica; poi ho letto che a settembre inizierete a registrare il nuovo album. Dei pezzi inediti sono già pronti. Ma dove lo trovate tutto sto tempo per scrivere musica visto che siete sempre in tournèe?!
Le canzoni nascono in continuazione, fortunatamente ancora non abbiamo problemi di produttività. Effettivamente manca il tempo di lavorare a fondo e in maniera maniacale ai pezzi, come piace fare a noi.
Forse la domanda che più vi hanno proposto nel corso di interviste precedenti è: "A chi vi ispirate?". Ok, questo non ve lo chiediamo! Però toglieteci una curiosità: Se vi chiedessero di fare un tour internazionale con un qualsiasi gruppo o artista, chi scegliereste?
NP.
Vinicio Capossela, Nada, Fred Buscaglione, Fabrizio De Andrè, Toto Cutugno, Paolo Conte, Francesco Guccini e potremo ancora continuare. Avete realizzato già tantissime cover. Qual è la prossima?
Non saprei, non è facile trovare una canzone che ispiri il lavoro di riarrangiamento, e non viene mai premeditata. Capita che ci si imbatta in un pezzo, quello giusto, in quel momento.
"No USA! No UK!" recita il titolo del vostro ultimo album. Vorreste forse dirci che il rock è tutto qui da noi? Insomma, "Yes Italy"?
Vuole dire che Nobraino cerca di non essere una colonia culturale. Che Nobraino cerca un’identità più italiana e che sarebbe bello se l’Italia percorresse strade proprie invece che seguire le vie segnate dall’industria culturale occidentale.
Quello dei Nobraino con la discografia italiana è un rapporto che definirei un po' particolare: il vostro primo disco si chiamava "Best Of", l'anno dopo è uscito invece un live (al Vidia Club), ma che contiene tutti pezzi inediti. Il futuro è un EP? A parte gli scherzi, questo rovesciamento dei canoni discografici è stato casuale o una scelta mirata?
Nei Nobraino c’è poca premeditazione, facciamo cose che abbiamo voglia di fare e con un certo fatalismo posso dirti che un gesto ispira il gesto successivo. Probabilmente l’unico tipo di uscita discografica che ci manca è un’uscita seria.
Ci parlate un po' delle prossime tappe del tour estivo. Come continuerà? Proporrete qualche nuovo esperimento?
Personalmente non so mai dove suoneremo e lo imparo quando accendiamo il furgone e impostiamo il navigatore, facciamo tantissime date e preferisco considerarle una a una, nel momento che le si sta per fare. Però mi suggeriscono che noi ci incontreremo tra qualche giorno a Cusano Mutri (precisamente il 5 agosto, nell'ambito della manifestazione Cusano Talk Festival 2011, nd).
Ok, abbiamo concluso! Ci fate un saluto "stupido" ?
Nobraino vuol dire stupido. Tu cosa vuoi dire? Dillo.
Bis bald! K