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Michael Jackson era depresso, la produzione sapeva tutto

Il Los Angeles Times pubblica alcuni stralci di e-mail tra Randy Philips, promoter e assistente della popstar, e Tim Leiweke, il presidente dell’AEG, i produttori dell’artista. Può essere una svolta per la causa intentata dalla Lloyd’s e ne esce un’immagine spietata del gruppo che spingeva Jacko a rilanciarsi.
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Il Los Angeles Times pubblica alcuni stralci di e-mail tra Randy Philips, promoter e assistente della popstar, e Tim Leiweke, il presidente dell'AEG, i produttori dell'artista. Può essere una svolta per la causa intentata dalla Lloyd's e ne esce un'immagine spietata del gruppo che spingeva Jacko a rilanciarsi.

Michael Jackson era depresso e ubriaco poco prima di morire. Questa è la notizia che tutti i quotidiani sono pronti a far riecheggiare dopo che il Los Angeles Times ha pubblicato alcuni stralci di conversazione tra dirigenti e assistenti vicini a lui, tra cui Randy Philips, promoter ed assistente di MJ, e Tim Leiweke, il numero uno dell'Aeg, il più grande proprietario al mondo riguardo le manifestazioni sportive e di intrattenimento. Negli ultimi mesi di vita tra i due sarebbe nata un'attivissima conversazione sullo stato di salute sempre più precario del "King of the Pop", come tutti gli spifferi del gossip avevano sempre anticipato del resto. La società AEG sapeva tutto. Questo è il nodo centrale, questo è il dato rilevante che potrebbe far pendere l'ago della bilancia a favore della Lloyd's, la compagnia assicurativa inglese che pretende dalla produzione del "This is it World Tour" 17,5 milioni di dollari per l'annullamento dei 50 concerti previsti.

Tra le mail rilevanti vediamo Philips avvertire Leiweke, proprio pochi giorni prima della tragica morte: "MJ si è appena chiuso in bagno, è ubriaco. E' molto demoralizzato""Stai scherzando?" risponde pronto il direttore dell'AEG. Ma non solo sul suo stato di salute si conversa in quelle mail ma anche, e soprattutto, sugli introiti e sugli obiettivi che ci restituiscono un MJ considerato "bambino", "arrogante" e trattato come la classica "gallina dalle uova d'oro". Sulle entrate totali del tour, ad esempio, era previsto un netto di 132 milioni di dollari. Uno dei dirigenti Aeg scrive di "non riferire queste cifre a lui, meglio parlare di lordo perché lui si aspetta molto di più". Il dirigente in questione è Paul Gongaware che ai suoi assistenti riferiva anche le strategie da adottare per "riuscire a farsi ascoltare da lui che è un bambino e quindi arrogante": niente giacca e cravatta nei meeting e negli incontri, "perché lui preferisce abiti informali".

Adesso lo scoop del Los Angeles Times diverrà centrale per la battaglia Lloyd's-Aeg, ma soprattutto ci da un'immagine spietata del grande gruppo che spingeva Jacko al rilancio. Un gruppo che ha interessi economici dappertutto, dalla Major League Soccer al calcio europeo, dagli artisti internazionali ai broadcast di mezzo mondo.

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