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Lucio Battisti, emozioni, riflessioni e pensieri

Il cantautore di Poggio Bustone rappresenta per la canzone italiana quello che i Beatles hanno espresso nel mondo per il pop ed il rock’n’roll. Le sue canzoni sono parte del DNA di ogni connazionale.
A cura di Biagio Chiariello
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Se dovessimo fare un nome di un artista musicale simbolo della canzone italiana, in occasione di questo 17 marzo, giorno di celebrazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia nel quale vi raccontiano altre storie di Noi italiani, forse diremmo Lucio Battisti (senza dimenticare Fabrizio De Andrè, Mina e Rino Gaetano). Il cantautore di Poggio Bustone rappresenta per la canzone italiana quello che i Beatles hanno espresso nel mondo per il pop ed il rock’n’roll. La musica contemporanea nel nostro Paese si è sviluppata sicuramente anche grazie a questo eccezionale cantante, autore e produttore discografico: il suo impegno infatti ha  avuto il senso di una cambiamento, visto che è stato in grado di modificare le inclinazioni musicali degli italiani. Sebbene i suoi limiti vocali fossero abbastanza evidenti (tono di voce quasi rauco e limitata estensione), Battisti ha dimostrato una grande forza d'animo ed una personalità robusta, che andavano oltre le apparenze di fragilità, riuscendo ad imporsi nel panorama musicale italiano.

Lucio nasce il 5 marzo del 1943, a Poggio Bustone (Rieti). Il suo esordio musicale avviene nel 1962, col gruppo de "I Mattatori" a Napoli, ma dopo un'annata tra alti e bassi decide di far ritorno nella sue terre, dove si unisce a "I Satiri" e poi a "I Campioni". La svolta è datata 1965, quando Battisti fu invitato dalla casa musicale "El & Chris" dove incontrò Giulio Rapetti, meglio noto come Mogol.

Nacque così il più grande sodalizio della musica leggera italiana degli ultimi temi: Mogol-Battisti, una ‘'impresa’' che genererà un successo discografico dopo l’altro, raggiungendo i primi posti delle classifiche,  con canzoni diventate patrimonio della cultura italiana. Inutile farne una lista: sono davvero tante le canzoni di questa "premiata ditta" profondamente incastonate nel DNA di ogni nostro connazionale. Tantissimi coloro che hanno cominciato a strimpellare la chitarra sui pezzi di Battisti, ancor di più coloro che ne canticchiano i testi, spesso dopo averne sentito solo poche strofe.

Col primo album registrato nel 1967 Lucio sforna subito i primi successi da cantautore: "Per una lira" e "Dolce di giorno". Le sue prime apparizioni, tuttavia, non sembrano ottimali dal punto di vista puramente estetico: quei capelli così ricci e spettinati, quel fazzoletto sempre attorno al collo. Tant'è che nelle prime copertine appare addirittura di spalle.

Nel 1968 con "Balla Linda" Battisti prende parte al Cantagiro; l'anno dopo, con Wilson Pickett, porta a Sanremo "Un'avventura". L' affermazione definitiva giunge nell'estate 1970, al Festivalbar, con "Acqua azzurra, acqua chiara".

Ma gli anni di Lucio sono stati certamente i Settanta e gli Ottanta, inaugurati con due vere e propri hit, "La canzone del sole" e "Anche per te", incise per la sua nuova casa discografica, da lui stesso creata con alcuni amici e collaboratori e che viene intitolata simbolicamente "Numero Uno". Da quel momento in poi presenterà una serie incredibile di successi, di vere e proprie opere d'arte, che raggiungono sistematicamente la vetta delle classifiche. Inoltre Battisti è stato anche autore per altri musicisti, contribuendo a hit di Mina, Patty Pravo, Formula Tre e Bruno Lauzi.

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Le sue canzoni sono state re-interpretate da molteplici artisti: all'ultimo Festival di Sanremo, Nathalie ha cantato Il Mio Canto Libero, non a caso nella serata dedicata ai brani storici per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.

Il 9 settembre 1998 Lucio Battisti è morto, suscitando tanto clamore quanta commozione in un'Italia che, nonostante la ventennale assenza dalla scena mediatica (il 1976 è l'anno della "scomparsa"), lo ha sempre adorato e sostenuto. La malattia, prima della morte, è stata caratterizzata dal silenzio quasi totale per quanto riguarda l'effettivo stato di salute. Ora riposa a Molteno, sua ultima patria, in provincia di Lecco, meta di continui pellegrinaggi da parte dei fan.

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