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Che fine hanno fatto gli altri tre dei Lùnapop?

In un’estate di fine millennio scorso i Lùnapop esplosero con “50 special” e vinsero premi, riconoscimenti di ogni tipo, con l’unico album messo al mondo. Poi una separazione di cui ancora si discute, Cremonini e Ballo che hanno continuato per la loro strada: ma che fine hanno fatto Alessandro De Simone, Gabriele Galassi e Michele Giuliani?
A cura di Andrea Parrella
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Erano cinque e, senza che nemmeno loro se ne rendessero conto, nel 1999 e la prima alba del nuovo millennio hanno fatto il bello e il cattivo tempo in radio, Mtv e coiffeur, visto l'improvvisa tendenza a pittarsi i capelli seguendo l'onda Cremonini. Cremonini, appunto, la cui leadership di fatto del gruppo pare sia stato uno dei motivi che ha portato alla fine prematura e drammatica di quel sogno di fine secolo che chiamiamo Lùnapop, per le boyband italiane un apostrofo felice tra le parole Ragazzi Italiani e Finley. Ora, è vero che non ci sono anniversari a ricorrere, che nulla di particolarmente rilevante è accaduto nei tempi recenti per portarci a questa domanda, ma chiunque abbia oggi tra i 20 e i 30 anni ed appartenga ad una categoria sociale non esattamente e volutamente alternativa, dovrebbe aver fegato nell'affermare di non essersi mai chiesti che fine abbiano fatto i tre dei Lùnapop che non erano Cremonini e Ballo: Alessandro De Simone, Gabriele Galassi e Michele Giuliani. A primo impatto, viene facile dirsi che i fasti di Squèrez potrebbero loro aver fruttato un discreto gruzzolo. Ma forse non è così e se pure fosse comunque non sarebbe un elemento valido per criticarli.

Mentre Cremonini è diventato a tutti gli effetti un cantautore popolarissimo, capace di mettere al mondo solo canzoni orecchiabili destinate ad imperversare per mesi come litanie tra uno spot e l'altro delle radio nazionali e Ballo, quello coi rasta che non ha più i rasta, l'ha seguito fedelmente, all'appello mancano quei tre che si sono ritrovati popolari nel giro di poche settimane, sul terminare di un'estate di fine millennio. La storia vuole che nel 2001, dopo decine e decine di concerti, remake e versioni in altre lingue delle tracce principali di Squérez, diventato disco di platino per le oltre 100.000 copie vendute, i Lùnapop non siano stati esattamente capaci di sopportare la travolgente e presumibile ondata di fama, soldi, donne e tutto quanto faccia parte del kit base della popstar di primo pelo. La vulgata ufficiale è sempre questa e nello specifico parla di un gruppo spaccato per l'evidente squilibrio tra la notorietà del frontman e quella degli altri membri, sperequazione che avrebbe portato a liti interne e la conseguente scelta di dividersi.

Molti blog di appassionati ancora oggi discutono e litigano sull'argomento, offrendo particolari che contribuiscono a ventilare ipotesi diverse. Fatto sta che più di dieci anni hanno sedimentato le polemiche lasciando aperta la domanda che va oltre il perché della divisione, ovvero chiedersi delle sorti degli altri componenti, rimasti fuori dalla crew di Cremonini. Dopo anni di silenzio Alessandro De Simone, Gabriele Galassi e Andrea Capoti formano il gruppo Liberpool. Esordiscono con un disco intitolato LP, che esce ad inizio 2009. Sotto i portici è il singolo che anticipa l'uscita del disco, prodotto da Umberto Iervolino, la canzone, come intuibile dal titolo, è una sorta di omaggio alla città di Bologna. Tuttavia lo spettro dei Lùnapop sembra pesare sulla loro nuova avventura, se non altro perché ogni coversazione con la stampa, presentazione del disco o altri, sembrano diventare un'occazione buona per parlare della loro divisione. Da allora non pare che i Liberpool abbiano contemplato altri progetti, o per lo meno su internet non si reperiscono notizie di un avvenire discografico (nel caso, questo articolo funziona pure come richiesta di segnalazioni, Federica Sciarelli non c'entra). Tutto ciò che sappiamo, a chiunque possa interessare, pare che non ci sia odio con Cremonini e Ballo: se si incontrano per le strade di Bologna si salutano, ma finisce lì.

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