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Alì presenta ‘Facciamo niente insieme’: ‘Un viaggio nelle storie di ogni giorno’

‘Facciamo niente insieme’ è il secondo album del cantautore siciliano Alì, prodotto da Colapesce e pubblicato da Wooworm: dieci canzoni – compresa una cover di Luca Carboni – che raccontano storie quotidiani e sentimenti universali.
A cura di Francesco Raiola
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Alì
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C'è l'odore della Sicilia nelle 10 canzoni che compongono ‘Facciamo niente insieme‘, secondo album di Alì (all'anagrafe Stefano Alì) prodotto da Colapesce e che da lui prende emozioni e anche alcune immagini. Ma Alì, chiaramente, non è Colapesce e questo lavoro, pubblicato per la Woodworm, si caratterizza per l'immediatezza con cui arriva e la potenza delle sensazioni che descrive. Sensazioni che esplodono dal particolare, che prendono vita dalla quotidianità siracusana, dove il cantautore vive e città spesso presente in queste canzoni che sono bozzetti in grado di espandere il discorso cominciato con ‘La rivoluzione del monolocale’: ‘Amo le storie, mi piace ascoltarle e mi piace raccontarle. Le metto in musica utilizzando il linguaggio che utilizzo quotidianamente. Adoro i racconti dei miei amici e dei semplici conoscenti, degli artisti che con le loro canzoni mi permettono di entrare nel loro mondo' ci ha raccontato il cantautore che ha voluto anche rendere omaggio a Luca Carboni con la cover di ‘Colori'che ‘è un brano meraviglioso, il testo si sposa perfettamente con le tematiche del disco'.

Ciao Stefano, ormai la Sicilia pare sempre più la protagonista di un certo tipo di pop cantautorale… Ci racconti chi è Alì?

Alì è il mio cognome. Sono innamorato dei suoni e mi piace da morire tentare di scrivere canzoni.

A proposito di Sicilia e cantautorato, i tuoi due album hai voluto metterli nelle mani di Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce. Come nasce questa vostra collaborazione?

Con Lorenzo ci conosciamo da più di dieci anni, già nel 2011 quando gli feci ascoltare i provini del primo disco si instaurò da subito una sintonia quasi perfetta. Riusciamo ad essere d'accordo quasi su tutto. Mi piace la sua cura del dettaglio, la capacità di pensare e inserire interventi che ad un secondo ascolto diventano caratterizzanti. Altra cosa che ci fa stare bene in studio è alternare momenti di concentrazione massima a deliri di cazzeggio ai massimi livelli, e qui siamo e sono un professionista.

‘Facciamo Niente Insieme’, in effetti è un titolo che ricorda un po’ le sue atmosfere…

Probabilmente io e Lorenzo guardiamo alcune cose allo stesso modo.

Lorenzo è sempre là, però c’è stato un cambio di etichetta, da Las Vigna sei passato a Woodworm che è un po’ più grande. Senti qualche responsabilità in più o è tutto naturale?

Con Paolo Tedesco (boss La Vigna Dischi) ho passato tre anni splendidi. È nata una splendida amicizia, mi sono sempre sentito a casa. Il passaggio a Woodworm è stato molto naturale, quando Paolo ha saputo è rimasto entusiasta consigliandomi di prendere al volo questa opportunità. È chiaro che un po' di responsabilità la sento, è una realtà più grande e consolidata ma i ragazzi dell'etichetta mi hanno subito fatto sentire a mio agio.

Mi piace molto la copertina: la giostra, il cielo azzurro, i gabbiani… (più pacifica, mi pare, rispetto alla precedente), come nasce?

Come dici bene tu, volevo che la copertina trasmettesse pace, tranquillità. Così io e Raimondo Ferraro (amico e produttore esecutivo del disco) abbiamo scelto questa foto di Alessandro Timpanaro. L'azzurro e la giostra panoramica mi facevano stare bene, immaginarsi lassù a condividere del tempo con qualcuno semplicemente a godersi lo spettacolo mi sembrava meraviglioso. Tutto il contrario della spigolosa copertina del disco precedente.

Immagine

La Costa orientale, sì, anche via Filisto a Siracusa, ma il viaggio in Russia te lo fai raccontare. ‘Partirò, senza te o con te, io non so’: a volte sovrainterpretiamo, però… che tipo di viaggio c’è in questo album? E non parlo solo di spostamenti geografici.

C'è il viaggio per scoprire come sono diventato, per capire quali paure ho sconfitto, quali sconfiggerò e quali rimarranno a farmi compagnia. Una delle mie grandi fortune è quella di scrivere, mi ha aiutato soprattutto a risparmiare i soldi che altrimenti avrei speso dallo psicologo.

‘La rivoluzione del monolocale’, ‘Facciamo niente insieme’, quello che racconti sono le piccole cose. O, meglio, piccole cose dietro cui si nascondono emozione belle grandi… Cosa deve raccontare una canzone per piacere ad Alì?

Amo le storie, mi piace ascoltarle e mi piace raccontarle. Le metto in musica utilizzando il linguaggio che utilizzo quotidianamente. Adoro i racconti dei miei amici e dei semplici conoscenti, degli artisti che con le loro canzoni mi permettono di entrare nel loro mondo.

A leggere le storie di ‘Facciamo niente insieme’, alcune frasi, alcune suggestioni, mi è venuto in mente anche ‘Un paese ci vuole’ di Dimartino. E torniamo alla Sicilia, anche se tra le tue influenze, tra gli ascolti, leggo Animal Collective e Broken Social Scene (avrei detto più i secondi dei primi). Quali metteresti in testa a una lista ipotetica?

In una lista ipotetica metterei tanta roba, ascolto di tutto; da Rihanna a Gil Scott-Heron, da Patrick Watson a Calcutta. Comunque gli Animal Collective e i Broken Social Scene li metterei fra le dieci cose che ho sentito di più negli ultimi anni.

Ho letto che fare il musicista non è più il tuo sogno, e che ti basta il lavoro in una rosticceria/pasticceria di Siracusa. Possiamo non crederci, vero… Insomma, se si pubblica è (anche) per un pubblico, quindi quel pubblico, in qualche modo, lo si vorrà incontrare, no? Ci sarà un po’ di speranza, insomma.

Intendevo dire che mi è fondamentale esprimere me stesso attraverso le canzoni, non è importante da quale fonte derivi il mio sostentamento. È ovvio che mi vedo a dividere il palco con Kevin Drew [fondatore dei Broken Social Scene, ndr] ma condividere il mio tempo con i miei colleghi in pasticceria mi permette di pagare l'affitto. Aspetto di vendere quelle 30.000 copie per farmi aprire i concerti da Kevin Drew. Speriamo non legga.

Oltre agli inediti c’è una versione rivista di ‘Colori’ di Luca Carboni che in questi ultimi anni pare stia avendo un incredibile ritorno nel mondo indipendente. Qual è il tuo rapporto con il cantautore bolognese e con questa canzone in particolare? (Canzone che, tra l’altro, si incastra perfettamente nel mood di tutto l’album).

Ricordo che, da piccolo, in auto con la mia famiglia, in viaggio verso Catania ascoltavamo "Farfallina": io e mio fratello messi dietro ci picchiavamo e mia nonna al centro era costretta a fare da arbitro fino all'intervento risolutivo di mio padre, questo è stato il mio primo approccio a Carboni. Per quanto riguarda la cover è successo questo: negli ultimi mesi del 2015 Saro Lanucara (organizzatore di eventi e concerti romani, Fanfulla e Sparwasser) mi chiese di partecipare ad una compilation tributo a Luca Carboni. Accettai e mi misi a cercare il pezzo. "Colori" è un brano meraviglioso, il testo si sposa perfettamente con le tematiche del disco.

Ah, da buon napoletano non posso non chiederti di quel ‘C’è Troisi e Ricomincio da Tre’. Una scelta casuale o ponderata?

La citazione che lo riguarda è un mio piccolo omaggio per tutte le emozioni che mi ha donato attraverso i suoi film. Sono un fan sfegatato di Troisi, potrei scrivere una tesi di laurea su di lui.

https://open.spotify.com/album/4IyxN92yEGaSzhUB3DgqWB
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