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Torna Mango senza inediti, la moglie Laura: “Non avrebbe voluto, non potevamo inquinarne la memoria”

Sono passati cinque anni da quando Mango non c’è più. Cinque anni di silenzio discografico, un’eternità per questo mondo, ma non per Laura Valente, moglie di Mango, e per i loro figli Filippo e Angelina che solo l’anno scorso hanno cominciato a lavorare a una raccolta del meglio dell’artista lucano: “Tutto l’amore che conta davvero”.
A cura di Francesco Raiola
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Sono passati cinque anni da quando Mango non c'è più. Cinque anni di silenzio discografico, un'eternità per questo mondo, ma non per Laura Valente, moglie di Mango, e per i loro figli Filippo e Angelina. In tre hanno scelto, infatti, di non gettare in pasto a un pubblico affamato un prodotto che non considerassero degno e soprattutto hanno fatto una scelta coraggiosa: nessun inedito di Mango è presente in "Tutto l'amore che conta davvero". "Abbiamo detto un sacco di no, perché è difficile fare cose belle ed è facile fare cose brutte" dice a Fanpage.it Laura Valente, cantante e compagna di una vita di Mango, sottolineando che "la volontà è stata quella di non inquinare la sua memoria con iniziative che non rendevano giustizia alla sua grandezza artistica". Un album che è un compendio, diviso in quattro parti: i successi, gli incontri, i tesori nascosti e i live e sarà pubblicato il prossimo 22 novembre.

Ciao Laura, tempo fa ci dicesti che non saresti andata a a pescare inediti di Mango, pezzi a metà etc e sei rimasta fedele. È stata dura mantenere quella promessa?

Come scelta etica non ci sono inediti in questo lavoro, nonostante Pino ne abbia lasciati moltissimi, lui era un musicista molto produttivo, faceva musica continuamente, però aveva anche un'idea chiara riguardo agli inediti postumi. Quando è successo di vederne alcuni di qualche suo collega aveva sempre dei commenti all'acido muriatico perché diceva che solo l'artista può chiudere il mix, magari quel pezzo non era messo a fuoco e nessuno può permettersi di sostituirsi all'artista. Io condivido, ma sarebbe bastata solo questa sua posizione per fare da deterrente.

Immagino, però, che fossero molto richieste…

Sì, ti devo dire che gli inediti sono stati la prima cosa che ci è stata richiesta, però ovviamente abbiamo detto di no. Questo è un compendio visto dal nostro punto di vista, perché anche qui abbiamo dovuto fare delle scelte. Il cofanetto è composto dai grandi successi, ne abbiamo messi 16 ma ce ne sarebbero stati tanti altri, gli incontri, i duetti che fatto nella sua carriera, le cover più riuscite ed emozionanti e infine i tesori nascosti, ovvero quelle canzoni che non sono mai diventate pezzi di punta ma che noi reputavamo i migliori.

Quando dici noi chi intendi?

Quando dico noi intendo io e i nostri figli Filippo e Angelina. Ogni scelta doveva avere la maggioranza totale, il plebiscito, non a maggioranza relativa, c'era bisogno che fossimo tutti e tre d'accordo su ogni decisione, foto, canzone o manoscritto che fosse. È comunque la nostra visione, che abbiamo fatto con tutto l'amore che conta davvero, appunto: sono scelte d'amore, qualcuno può lamentarsi per la mancanza di un pezzo, certo, ma a noi piaceva dare questa immagine di Pino.

Ci sono anche esibizioni live, lì come avete scelto?

Avevamo l'esigenza di avere qualche live, solo che non ho trovato molto materiale perché mancano i multitraccia e con le riprese dal mixer non riuscivamo a fare un lavoro professionale. Da qualche parte ne aveva sicuramente ma non siamo riusciti a trovarli, però mi sono ricordata che aveva fatto delle meravigliose performance unplugged a Video Italia, e lì avevano il materiale che ci serviva e da così abbiamo costruito un concerto, mettendo le migliori esibizioni live.

Oltre la musica cosa c'è?

Ci sono foto inedite e tanti manoscritti, perché negli ultimi anni Pino era diventato proprio grafomane.

Quando ci sentimmo un po' di anni fa, infatti, dicesti che ormai scriveva più letteratura e poesia che musica…

Alla fine sì, lui aveva tantissime agende e tutto quello che compare nel cofanetto sono tutti manoscritti che ho trovato nelle sue agende e che abbiamo pensato valesse la pena pubblicare.

Chi vi ha dato una mano a mettere tutto a posto?

A livello grafico il grafico che ha lavorato con Pino per 20 anni, facendo tutto il progetto grafico assieme a noi, a livello audio abbiamo avuto il tecnico che aveva lavorato con lui altri 20 anni. Sono due persone splendide che mi sono state affianco. Poi c'è stata la Warner Italia, che contrariamente ad altri non ci ha messo come conditio sine qua non quella di avere un inedito, per cui questo ha reso possibile la possibilità di inventarci un progetto che non è sensazionalistico, ma è speciale come forma, per l'amore che c'è dentro.

Come mai, in questo mare magnum, la scelta di partire con Dalla?

Perché secondo me quello è un pezzo meraviglioso che non è diventato un brano di punta per volontà del gruppo di lavoro, è un brano meraviglioso cantato da entrambi. Ho pensato che questo brano avesse potuto essere gradito da chi non lo conoscesse, ovvero i più.

In questi cinque anni come avete lavorato per tenere sempre più viva la memoria di Pino? Non è semplice senza uscite continue.

Abbiamo detto un sacco di no, perché è difficile fare cose belle ed è facile fare cose brutte. È stato tutta una serie di no che mi ha creato una serie di nemici pazzeschi, perché tanti fan vorrebbero qualsiasi cosa, ma no, più che lavorare per Pino, cosa che stiamo facendo da un anno a questa parte, la volontà è stata quella di non inquinare la sua memoria con iniziative che non rendevano giustizia alla sua grandezza artistica.

Qual è stata la miccia che vi ha fatto dire sì al progetto?

Un giorno mi ha chiamato Alberto Salerno, produttore sia mio che di Pino, ci siamo conosciuti tramite lui e Mara Maionchi. Alberto mi ha chiamato e ha detto ‘Dobbiamo fare qualcosa per Pino' e io gli ho detto che non ce la facevo a causa di una situazione personale non semplice che stavo passando, ma lui mi ha detto che mi avrebbe aiutato lui assieme a Roberto Razzini, amministratore delegato di Warner Chappel e Stefano Senardi e così è stato. È nato questo gruppo di lavoro, ci siamo incontrati una volta a settimana e alla fine questo impegno avrà come sfogo naturale la serata del 19 novembre, durante la Milano Music Week, alla Triennale, con uno spettacolo pseudoteatrale con pochi ospiti in cui cercheremo di parlare di Pino e celebrarne il grande talento: ci saranno Giorgia, Eugenio Finardi, i Katakò, i Tarantolati di Tricarico, Saturnino che ci racconterà del Jova Beach Party a Policoro in cui Jovanotti ha cantato "Mediterraneo" assieme ad Alborosie.

Ma ci sarà anche un incontro con gli studenti: ecco, come portate Mango ai più giovani?

I più giovani stanno cominciando a conoscerlo perché negli ultimi mesi due artisti importanti hanno portato nelle loro canzoni un po' di Pino: Guè Pequeno e Willie Peyote.

Come è nata la collaborazione con Guè e Willie?

Guè è stato gentilissimo, ci ha contattato mesi prima che uscisse il brano perché voleva usare la voce di Pino, ha riscritto parte del brano e ha dovuto avere varie autorizzazioni. Io ho ascoltato il pezzo, m'è venuta la pelle d'oca, l'hanno ascoltato anche i ragazzi ed eravamo tutti d'accordo, così come Mogol che mi ha detto ‘Se a te piace mi fido' e da lì abbiamo dato l'autorizzazione. Willie Peyote non l'ho sentito, so che si è messo in contatto con Alberto Salerno. Tra l'altro ha fatto un disco stupendo, è un bellissimo lavoro, e il fatto che scriva così bene abbia saputo cogliere l'aspetto eroico di Pino, della sua morte, perché sai si muore tutti, ci sono migliaia di modi di morire, ma morire così ha qualcosa di epico e lui ha saputo cogliere questo aspetto, dandogli valore, dignità e importanza.

Una curiosità: ci pensi a un ricordo sul palco di Sanremo?

Per adesso non c'è stato alcun contatto, ma magari! Io sarei ben contenta, su un palco così prestigioso che Pino ha onorato in tante occasioni. Se ci dovessero chiamare per un ricordo ci andremo volando.

Quanto materiale hai in mano di Mango?

Tanto, e lo tengo in un posto molto sicuro: sono lì, ogni tanto ascolto qualcosa, ma non ne farò nulla. Invece c'è una cosa che ho nel cuore e mi auguro che prima o poi si possa realizzare. Per adesso non c'è la famosa maggioranza assoluta, per cui non posso muovermi: negli ultimi cinque anni Pino stava lavorando al suo primo romanzo, che purtroppo non ha finito, gli mancava l'ultimo capitolo. È una cosa veramente strabiliante, perché uno non se l'aspetta: ci ha lavorato per cinque anni, ormai quotidianamente trattavamo questi personaggi come se fossero persone vere, avevano una loro psicologia. Mi dispiacerebbe che tutto questo lavoro che Pino ha fatto rimanesse in questo posto segreto, però forse non sono ancora maturi i tempi. Quando ci sarà la maggioranza totale questo progetto si farà ma non ce ne saranno altri, a meno che non venga in mente di fare altro, ma senza inediti musicali.

Per celebrare l'artista lucano si terrà una giornata dedicata all'artista lucano, all’interno della Milano Music Week, per "celebrare il suo talento unico e sfaccettato e avvicinare al suo mondo musicale e letterario un pubblico nuovo e più ampio". L’evento si svolgerà in due momenti diversi, uno didattico e uno artistico. Il primo appuntamento, previsto alle ore 10 di martedì 19 novembre nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, sarà indirizzato agli studenti universitari e delle scuole superiori di Milano. Il secondo e conclusivo appuntamento dedicato a Mango si terrà nella serata del 19 novembre al Teatro dell'Arte della Triennale quando a ricordarlo ci saranno Giorgia, Eugenio Finardi, Saturnino, Kataklò Athletic Dance Theatre, I Tarantolati di Tricarico, Alberto Salerno, Mara Maionchi, Marta Cagnola e tanti altri.

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