Se lo “Stradivari” diventa animalista
Sono note come “fattorie della bile”, abominevoli luoghi di tortura che hanno sede in Vietnam, Corea e Cina. Le vittime sono gli Orsi della Luna – chiamati così per una mezzaluna disegnata sull'addome –, che, per l’intera durata della loro esistenza – circa vent’anni – vivono rinchiusi in minuscole gabbie. Dalla loro cistifellea, con un processo terribilmente doloroso, i carnefici estraggono la bile, per farne creme e shampoo.
Per fermare questa pratica disumana undici anni fa nasce “Animal Asia Foundation”, una ONLUS fondata da Jill Robinson, che finora ha salvato quasi trecento orsi. La fondazione tratta con i governi dei paesi in questione per la definitiva chiusura delle fattorie della bile ancora esistenti. L’anno scorso Animal Asia Foundation ha aperto i battenti anche in Italia, con sede a Genova.
E la musica cosa può fare per questi orsi? Innanzitutto far conoscere l’attuazione di questa sevizia, della quale la maggior parte delle persone è ignara. Proprio il capoluogo ligure, venerdì prossimo, farà da cornice al concerto del maestro e violinista Pavel Berman, che suonerà lo Stradivari “Mare’chal Berthier”, accompagnato dall’Orchestra del Teatro “Carlo Felice”, in cui avrà luogo lo spettacolo.
Tra le note di Mendelssohn e Brahms, “Uno Stradivari per la Luna” raccoglierà fondi destinati ad Animal Asia Foundation e al suo progetto Moon Bear Rescue. Perché fare musica vuol dire anche sensibilizzare.
Paola Ciaramella