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Rocco Hunt: “Mi proposero di scrivere l’inno del Napoli, vi spiego perché non accettai”

Rocco Hunt si racconta sul Corriere della Sera, dal primo lavoro come pescivendolo alla partecipazione al Festival di Sanremo e al successo con i tormentoni estivi.
A cura di Daniela Seclì
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Rocco Hunt ha rilasciato un'intervista a Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera, l'artista si è raccontato: dal primo lavoro come pescivendolo, al palco del Festival di Sanremo e ai tormentoni estivi. Rocco Hunt ha fatto sapere che la sua è una famiglia "umile ma pulita, di lavoratori". Per questo non si è lasciato "inghiottire dalla strada", come è successo ad alcuni suoi amici:

Mi svegliavo anche alle quattro di mattina, se c'era il mercato. E quando uscivo incontravo i miei amici che tornavano dalla discoteca, che invidia. Ma con quei soldi mi sono prodotto il primo video, che in un mese ha fatto 40 mila visualizzazioni su YouTube e alla fine mi ha chiamato la Sony.

Rocco Hunt al Festival di Sanremo e la richiesta di scrivere l'inno del Napoli

Rocco Hunt ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2014, vincendo tra le Nuove Proposte con il brano Nu juorno buono. Poi, è tornato sul palco dell'Ariston nel 2016 con la canzone Wake up, con cui si è classificato nono:

La prima volta ero un bambino, nemmeno capivo dov'ero, sul palco di Sanremo il mio genere musicale non si era mai visto. Tanto meno un brano che parlava della Terra dei Fuochi. […] A Salerno spararono i fuochi d'artificio, la città era tappezzata di foto mie, come se avessi vinto le elezioni. La seconda volta ero più dentro al business, conoscevo tutti. Durante Sanremo però non ci si frequenta, è un tritacarne, si resta chiusi in camera a guardare la serata. Cantavo "Wake up", in radio era andata subito forte, ero convinto di piazzarmi tra i primi tre, invece sono arrivato nono, non me lo aspettavo e ci sono rimasto male.

Quando gli venne proposto di scrivere l'inno del Napoli, non se la sentì di accettare questa sfida: "Sarebbe stato un grandissimo onore ma era più giusto che lo facesse un napoletano doc, che se lo sente sulla pelle".

Rocco Hunt ha un figlio

Infine, Rocco Hunt ha parlato del figlio Giovanni, avuto dalla sua compagna Ada. Si ritiene un papà fortunato: "Giovanni detto Giò Giò a 6 anni è un bambino sensibile, educato, per niente viziato, frequenta una scuola internazionale a Milano. Ascolta sempre le mie canzoni in anteprima, è il mio primo tester. Ma è dura fargli capire che non deve cantarle in classe, me le spoilera sempre. "Non litighiamo più" non era ancora uscito e tutti i suoi compagni già cantavano "la canzone dei missili".

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