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Il messaggio di Chris Cornell: “Mi dispiace per la prossima città”

Chris Cornell e i segnali premonitori nell’ultimo concerto a Detroit quando, rivolgendosi alla folla, avrebbe detto: “Mi dispiace per la prossima città”.
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Il suicidio di Chris Cornell, confermato ieri sera dal rapporto del Wayne County Medical Examiner's Office, è arrivato come un fulmine a ciel sereno, spiazzando gli stessi familiari del cantante, la stessa band ma stando a Ken Settle, fotografo ufficiale del concerto tenutosi poche ore prima il folle gesto, c'era "qualcosa di strano e minaccioso" nel comportamento del leader di Soundgarden e Audioslave. Ha continuato a fare musica, provare, scrivere canzoni, fino alla fine ma, soprattutto, durante l'ultimo concerto a Detroit, rivela Settle, Cornell era "stranamente euforico rispetto al solito". Un cambiamento notevole, dato che nei restanti concerti sembrava sempre più concentrato, introspettivo, assorto e perso in se stesso. E poi c'è quella frase detta alla fine del concerto:

"Sono davvero dispiaciuto per la prossima città". Io pensavo volesse dire che lo show della prossima città non poteva essere paragonabile allo show visto a Detroit. Adesso, suona davvero in maniera diversa.

Chris Cornell è stato trovato impiccato nel bagno della sua stanza d'albergo da un amico di famiglia dopo che sua moglie, Vicky Karayiannis, gli ha chiesto di controllare dove fosse suo marito.

Un simbolo del ‘grunge'

Cornell è stato uno dei cantanti simbolo degli anni ’90. Insieme ai Soundgarden, è stato autore di canzoni come "Black Hole Sun","Spoonman" e "Fell on Black Days". Nel 1995 l’album "Superunknown" fu nominato Miglior album rock ai Grammy Awards. Cornell ha preso aprte ad altri gruppi musicali nel corso della sua carriera. Tra gli altri ci furono i Temple of Dog, i Pearl Jam e gli Audioslave, gruppo del quale fece parte fino al 2007, anno dello scioglimento. Diversi sono, inoltre, gli album che l’artista ha pubblicato da solista.

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