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Il chirurgo che ha operato Fedez: “Non tutti i tumori al pancreas sono una sentenza di morte”

Fedez la settimana scorsa ho scoperto di avere un raro tumore neuroendocrino del pancreas. Il chirurgo che lo ha operato, il professore Massimo Falconi dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha spiegato quante possibilità di vita sono legate a questo tipo di tumore, come si scopre e come si può curare una volta scoperto.
A cura di Eleonora D'Amore
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Fedez la settimana scorsa ho scoperto di avere un raro tumore neuroendocrino del pancreas, che lo ha costretto a un intervento chirurgico durato 6 ore. Il chirurgo che lo ha operato, il professore Massimo Falconi, direttore del Centro del Pancreas dell’Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Ospedale San Raffaele di Milano, ha rilasciato due interviste, una al Corriere del Veneto e l'altra a La Stampa, nelle quali ha spiegato quante possibilità di vita sono legate a questo tipo di tumore, come si scopre e come si può curare una volta scoperto.

Differenza tra gli adenocarcinoma duttale pancreatico e tumori neuroendocrini

"Lavoro per le persone e non per i personaggi e Fedez è in primo luogo una persona. Sul suo stato di salute non posso dire nulla, ma non preoccupatevi, sarà lui a postare il seguito", inizia così, con una puntualizzazione quasi doverosa, l'intervista del professor Falconi al Corriere del Veneto. Prosegue poi con il passaggio fondamentale (e rassicurante) in merito all'allarme generato dall'annuncio di Fedez e alla preoccupazione derivata dalle scarse informazioni sulle possibilità di vita rimastegli a soli 32 anni:

Non tutti i tumori pancreatici sono associati a prognosi negativa. Non vuol dire necessariamente avere una sentenza di morte, bensì anche una speranza di guarigione. I tumori neuroendocrini se li scopriamo piccoli, ed oggi le metodiche ad alta definizione sono in grado di identificarli a stadi iniziali, possono essere curati.

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La differenza tra i tumori neuroendocrini con quelli che non lasciano speranza? "Quelli più numerosi e purtroppo più aggressivi sono gli adenocarcinoma duttale pancreatico, che colpiscono soprattutto tra la sesta e la settima decade di vita. Mentre i tumori neuroendocrini hanno un’evoluzione diversa. Non conosciamo le cause del loro sviluppo, per il 10% dei casi sappiamo che sono associati ad alterazione genetica, mentre per il 90% sono forme sporadiche. Il sistema neuroendocrino diffuso è presente in tutto il nostro organismo e da queste cellule possono sorgere tumori in primo luogo nell’apparato gastro-pancreatico e negli organi addominali e in secondo luogo anche in polmoni e bronchi".

La sintomatologia silente del tumore al pancreas: come scoprirlo per intervenire

Il problema vero è questo tipo di tumori non hanno una sintomatologia evidente, rimanendo così silenti fino alla diagnosi, che non è detto possa arrivare sempre in tempo: "Può avere dei disturbi legati a un ingombro, come la sensazione di una massa palpabile. Molte volte la scoperta è casuale: il paziente è andato a fare un'ecografia o una tac e viene individuata una piccola lesione". Laddove, però, la neoplasia viene individuata presto e non ci sono metastasi diffuse, "si può intervenire subito con l’asportazione chirurgica. Diversamente ci sono oggi tante cure efficaci".

Possibilità di guarigione e i casi in cui sono consigliate chemio e radioterapia

A La Stampa, per concludere, l'apertura sulle possibilità elevate di guarigione soprattutto se è stato possibile intervenire chirurgicamente, asportando la massa e consentendo il ciclo di cure: "L'80% di queste forme di tumore non sono aggressive come quelle più comuni che interessano lo stesso tipo di organi. La probabilità di guarigione dipende dalla possibilità di effettuare l'intervento chirurgico radicale. Se è possibile e il tumore è stato scoperto in tempo, quando è ancora localizzato, la percentuale di guarigione è molto alta". Ovviamente, in caso di forme gravi o presenza di metastasi: "si richiede una terapia antitumorale sistemica con radioterapia e farmaci".

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