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La musica italiana (non) è morta #2: Yombe, L I M, Dardust, Glasstress

Forse un bel pezzo di pubblico non lo sa, ma l’Italia è patria di un bel panorama di musica elettronica, che non ha nulla da invidiare a molti artisti stranieri. In questa nuova puntata segnaliamo 4 progetti usciti da poco a cui vale la pena dare un ascolto.
A cura di Francesco Raiola
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Molto spesso sentiamo voci che chiedono alla musica italiana di farsi internazionale. E a volta le risposte a questa voce sono povere e senza fantasia. Il pop mainstream nostrano ne sa qualcosa e ultimamente riprendendo questa voga elettronica che odora di estero tende a uniformarsi in un unico suono, al punto da rendere indistinguibili alcune canzoni. Il successo arriva, ovviamente, perché il gusto lo fanno anche i passaggi radio e le volontà delle etichette, eppure se si guarda un po' più attentamente un suono che non ha perimetri nazionali, ma viaggia senza problemi nel mondo, lo si può trovare anche solo dando un'occhiata alle ultime uscite. E così, questa settimana, vogliamo segnalare 4 progetti di artisti che hanno alle spalle già una carriera consolidata, tra l'underground e il mainstream, e che esplorano il campo multiforme dell'elettronica.

Yombe

Che Napoli sia un luogo fertile per la musica elettronica è cosa nota e così da un'idea di Alfredo Maddaluno e Carola Moccia, in arte Cyen, è nato il progetto Yombe. I due artisti sono nomi noti della musica italiana, sia come ex membri dei Fitness Forever che con progetti diversi (la Moccia, ad esempio, da solista) e Maddaluno con gli Atari, e le collaborazioni con Colapesce, Alfio Antico e Alì, tra gli altri. Con un'anteprima del singolo Vulkaan, uscita sulla versione inglese della rivista Complex, il duo ha dato il vero e proprio la al progetto che si è concretizzato nell'Ep omonimo, uscito per l'etichetta italo canadese Locale Internazionale. La voce sensuale di Cyen si regge sul tappeto elettronico creato da Maddaluno, dando vita a un antipasto che merita un ascolto attento e un'immediata fase 2.

L I M

Ancora un Ep, ancora elettronica e ancora una voce femminile per il progetto L I M, dietro cui si cela Sofia Gallotti, che in collaborazione con il produttore Riva, ha dato vita a ‘Comet', ep che uscirà l'8 aprile per La Tempesta International. E ‘Comet' è anche il titolo del singolo di lancio che mostra finalmente il lato personale di Sofia, che ha alle spalle due album con gli Iori's Eyes, uno dei gruppi italiani più interessanti di questi ultimi anni. In un'intervista a Vice Sofia ha spiegato che è stato un percorso lungo che, però, le ha dato molta libertà: ‘In un certo senso sei più libero, puoi fare quello che vuoi, ma ci metti una vita in più a farlo. Però in fondo era quello che volevo, essere libera da vincoli, fare quello che mi sentivo senza costrizioni, senza essere imbarazzata'. Se vi piacciono i synth, se amate l'ambient, le atmosfere sognanti di L I A potrebbero fare al caso vostro.

Dardust

Dietro a Dardust si nascondono Dario Faini e un mondo che passa per Berlino, Londra e Reykjavík. Quando non scrive canzoni di successo per i cantanti più amati d'Italia, infatti, Faini si dedica al progetto elettronico Dardust che, ispirato ad artisti come i tedesco Nils Frahm o l'islandese Ólafur Arnalds, crea quello che chiama ‘Pop cinematico strumentale' (e che qualcun altro chiama Neo Classico). Il 18 marzo, infatti, è uscito ‘Birth', secondo lavoro a nome Dardust, questa volta registrato in Islanda e lanciato dal singolo ‘The Wolf', un balsamo per l'animo per queste prime serate di primavera.

Glasstress

Quando due menti di spicco della musica italiana come quelle di Max Casacci (Subsonica) e Daniele Mana (Aka Vaghe Stelle) si uniscono, il rischio che le cose vadano male sono poche. Anche quando si mettono in testa di far suonare una fornace, come hanno deciso di fare con Glasstress, opera sonora pubblicata da Bad Panda, che ha registrato e campionato tutti i suoni presenti nella fornace di Murano: ‘dal potente soffio del forno che raggiunge temperature oltre i 3000 gradi al rumore degli utensili, dalla frantumazione dei vetri di scarti al cannello della fiamma ossidrica', per trarne fuori un lavoro che sorprende. Glasstress è un'opera che ipnotizza e che si è tolta le prime soddisfazioni, inaugurando mostre d'arte e suonando sulle passerelle in giro per il mondo e conquistando anche il sì di Pharrell Williams.

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