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Queen: 40 anni di ‘Bohemian Rhapsody’ tra mito e mistero

Il 31 ottobre ‘Bohemian Rhapsody’ , una delle canzoni più note dei Queen e della musica inglese compie 40 anni. Dietro a una canzone che affronta diversi registri si cela anche il mistero, che Freddy Mercury non ha voluto mai svelare, del significato del testo.
A cura di Francesco Raiola
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Chissà, se uscisse oggi quale sarebbe la sorte di un pezzo come ‘Bohemian Rhapsody', brano dei Queen che il 31 ottobre compie 40 anni. Pubblicata nel 1975 e contenuta nell'album ‘A Night At The Opera', questa canzone resta uno dei punti più alti della carriera della band guidata da Freddy Mercury e uno dei pezzi più amati e conosciuti al mondo. Ma resta anche un piccolo mistero, perché se è vero che il gioco del ‘Chissà come sarebbe accolta oggi' può valere per tutto, è vero anche che il pezzo ha una struttura che va contro tutto quello che oggi possiamo pensare come commerciale. Non c'è un ritornello, ad esempio, e la struttura subisce continui cambiamenti, passando dalla ballad all'hard rock fino all'Opera.

Il mistero dietro il significato del testo

La canzone ha sempre esercitato un fascino enorme sia per la struttura, appunto, che per il mistero che si cela dietro il testo. Le interpretazioni che, negli anni, hanno accompagnato una delle canzoni più enigmatiche di Freddy Mercury sono tantissime e vanno dal letterale – non proprio la più accreditata – a quella che ci vede nascosta la sua prima ammissione pubblica della propria omosessualità. Era la metà degli anni '70, appunto, e il cantante, che ancora non immaginava la malattia che lo avrebbe colpito e portato alla morte il 24 novembre del 1991. Il protagonista della canzone ha commesso un reato ("Mama just killed a man") e da questo si sviluppa tutto il monologo che passa per la paura della morte e la voglia di non essere mai nato ("I don't want to die, I sometimes wish I'd never been born at all"), ma il tutto può essere anche visto come, appunto, un riferimento all'omosessualità con l'uomo ucciso a rappresentare lo stesso Mercury, che all'epoca usciva dalla storia con Mary Austin, che gli rimase amica tutta la vita e a cui lasciò la sua eredità.

Ha messo molto di sé in Bohemian Rhapsody

Il cantante non ne ha mai voluto spiegare il vero significato, lasciando libertà a chi l'ascoltava di leggerci quello che voleva, né gli altri del gruppo si sono mai esposti, anche perché nel pezzo c'è molta della vita del cantante – come i riferimenti ad Allah (il cantante crebbe in una famiglia che professava lo Zoroastrismo). Lo spiegò anche Brian May quando disse:

Freddy era una persona molto complessa: frivolo e divertente in apparenza ma nascondeva insicurezze e problemi quando doveva fare i conti con la sua infanzia. Non ha mai spiegato il testo, ma credo che abbia messo molto di sé dentro.

Il successo in classifica

Bohemian Rhapsody è considerata una delle migliori canzoni della Storia, come segnalato da Rolling Stone, ma anche la migliore della Storia inglese. Ovviamente le classifiche senza dati lasciano il tempo che trovano, ma quel che è certo è il successo commerciale del brano che rimase in testa alle classifiche inglesi per 9 settimane nel 1975 (il caso volle che a rimpiazzarla fosse ‘Mamma mia' degli Abba, l'espressione che Mercury canta proprio nella canzone), riuscendo a ritornarci nelle ultime settimane del 1991, poco dopo la morte di Mercury. Pochi mesi dopo, invece, la canzone fece capolino nelle classifiche americane grazie all'uscita del ‘Live at Wembley Stadium', rimanendo in classifica 41 settimane.

La prima volta suonata live

Il 24 dicembre 1975 la band tenne un concerto leggendario all'Hammersmith Odeon di Londra che fu mandato in diretta dalla BBC. Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon tennero un vero e proprio spettacolo, suonando 15 brani dei loro precedenti 4 album e 4 cover. Fu la tappa finale del tour ‘A Night at the Opera' e fu quello in cui per la prima volta eseguirono dal vivo Bohemian Rhapsody, anche se non per intero:

Non avevamo mai suonato ‘Bohemian Rhapsody' per intero – ha detto Brian May a Rolling Stone – perché la parte centrale è un piccolo lavoro d'arte, è qualcosa che è inciso su tela e non è realmente possibile riprodurlo. O, comunque, preferivamo non cercare di ricreare la parte di Opera. È una scelta che abbiamo deciso fin dall'inizio. Abbiamo pensato: ‘Non vogliamo stare là a cercare di riprodurre 140 voci in studio'. Non puoi pretendere di farlo sul palco.

Il 20 novembre i fan della band potrà rivivere quell'esibizione grazie alla pubblicazione di ‘Queen – A Night At The Odeon – Hammersmith 1975' che uscirà in CD, DVD, Blu-Ray, 2LP, Super Deluxe Boxset e in digitale e includerà anche dei bonus esclusivi per i fan dei Queen.

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