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“Piangevo dal dolore, non so cosa mi abbia salvato”, Gianni Morandi ricorda l’incidente

Durante la presentazione ai giornalisti de L’allegria, il nuovo singolo scritto da Jovanotti e prodotto da Rick Rubin, Gianni Morandi ha ripercorso anche i momenti spaventosi dell’incidente che lo ha costretto a un mese di ricovero in ospedale a causa delle gravi ustioni che lo hanno colpito.
A cura di Francesco Raiola
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Durante la presentazione ai giornalisti de L'allegria, il nuovo singolo scritto da Jovanotti e prodotto da Rick Rubin, Gianni Morandi ha ripercorso anche i momenti spaventosi dell'incidente che lo ha costretto a un mese di ricovero in ospedale a causa delle gravi ustioni che lo hanno colpito. Il ricovero, infatti, ha rallentato una collaborazione che i due cantanti cercavano da tempo, e che si è materializzata quando, tornato a casa dall'ospedale, Jovanotti ha proposto questo brano a Morandi, che ha accettato subito e in pochissimi giorni hanno impacchettato tutto, pronti a uscire e a dare un segnale di ripartenza.

La caduta tra i rami in fiamme

Il cantante, però, ha anche ripercorso, per qualche minuto, quegli istanti che potevano tramutarsi in tragedia e che gli hanno comunque lasciato segni importanti sul corpo: "Pensavo fosse una stupidaggine, io sono caduto dentro a una buca di un metro, dove butto sempre rami, poi chiamo la Protezione civile per fare un fuoco e loro mi dicono di stare attento… così faccio questo fuoco che si era calmato, ma era rimasto fuori un pezzo di legno verde che era rimasto dalla mattina e cercando di spingerlo dentro, prendo questo forcale e non andava giù, poi poggio il telefonino, mi tolgo i guanti che avevo a protezione e la seconda volta che spingo volo dentro a questo braciere. Ho avuto un attimo di paura e non so cosa mi abbia fatto venire fuori, qualcuno mi ha guardato dal cielo. Mi raccontava Al Bano che suo zio fece un fuoco, gli cambiò il vento, ci è rimasto dentro e non è più uscito".

La salvezza e il ritorno a casa

A quel punto, il cantante racconta di come sia riuscito a uscire, del tragitto dolorosissimo verso casa e di come mentre lui era sotto shock sia stata la moglie Anna a chiamare l'ambulanza: "Alla fine, aggrappandomi a un ramo ancora bruciacchiato sono uscito e mi sono buttato su questo prato. Poi urlavo un po' per il dolore, un po' perché c'era questa adrenalina, questa disperazione. Mia moglie era in casa al computer che pensava che fossi giù a leggere, erano già le 7 di sera, buio, ci ho messo 20 minuti per fare pochi metri, piangendo come un matto, poi ho detto ad Anna: "Mettiamo la mano sotto l'acqua", invece lei ha capito che era una cosa grave e ha chiamato l'ambulanza. Io non volevo anche perché quando sei lì sei in una trance di dolore e di disperazione, poi mi hanno portato all'ospedale, ho fatto 27 giorni di terapia intensiva. Quando sono tornato a casa ho pensato che era finita, ma non è così purtroppo, la mano destra mi dà ancora fastidio e non riesco a suonare. Ma sono qui, la mia faccia è ancora qui, il cielo mi ha aiutato".

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