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Orietta Berti: “Mi trattano da vecchia ciabatta e adorano colleghe che mi chiedono soldi”

Orietta Berti, che ha appena vinto una causa col Fisco, parla dei suoi esordi, delle avventure con Claudio Villa e di come alcune colleghe le chiedano ancora oggi soldi.
A cura di Redazione Music
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Orietta Berti (LaPresse)
Orietta Berti (LaPresse)

Dopo una lunga battaglia legale Orietta Berti ha avuto ragione del fisco, che le aveva chiesto centinaia di migliaia di euro con l'accusa che la sua fosse un'azienda e da 19 anni la tassava come tale, anche se lei gestiva tutto in famiglia e per questo le saranno restituiti centomila euro, pari a 19 anni di Irap sbagliata, che, spiega in un'intervista al Corriere spenderà "in opere buone". La cantante ripercorre quella che è stata la sua gioventù artistica, spiegando come sia il marito Osvaldo a occuparsi della gestione economica familiare, arginando le sue mani bucate, scherza. Autrice di canzoni come "Finché la barca va" e "Tipitipiti", la Berti è ormai una delle ospiti fisse della tavolata di "Che tempo che fa", il programma di Fabio Fazio promosso su Rai Uno, protagonista di enormi siparietti con lo scrittore Fabio Volo, tra gli altri.

La gestione economica

La Berti racconta dei litigi col marito che cercava di arginarla per quanto riguarda le spese e soprattutto le consigliava di non aumentarsi il cachet, così da far uscire anche i soldi per chi lavorava con lei. Un segreto importante, dice, che le ha permesso di continuare a cantare a lungo e ancora oggi che ha le sue 40 serate all'anno: "Ogni volta che volevo aumentarmi il cachet, Osvaldo si raccomandava: ricordati Orietta che devi far guadagnare quelli che lavorano con te, così ti vorranno sempre bene, pensa prima a loro. Infatti sono ancora qui".

I soldi chiesti dalle colleghe

Lei è ancora qui, mentre molte sue colleghe la chiamano per chiederle soldi (sic) vedendola ancora in tv e non manca una piccola battuta sulle colleghe squattrinate che, a differenza sua, considerata "una vecchia ciabatta", sono portate in palmo di mano dalla critica: "Ne ho visti di cantanti egoisti che dopo cinque stagioni sono spariti e adesso mi telefonano a Natale, con la scusa degli auguri, per spillarmi soldi. Come certe colleghe famose e squattrinate che la critica porta in palmo di mano, mentre io sono stata sempre trattata da vecchia ciabatta. Mi prendono da parte dietro le quinte o nella toilette: Orietta, tu sei sempre in tv, prestami qualcosa".

I Talent? Ci si commuove troppo

Sono tante le storie che la Berti ha da raccontare, dalla sua giovinezza dalle Suore, passando per il flirt smentito con Teo Teocoli, il debutto nel 1964 che vendette "l'ira di dio", Tony Renis che cercò per molto tempo di farle cantare "Grande grande grande" che poi diventò un cavallo di battaglia di Mina ("la più brava") fino a quando lei e Claudio Villa, in tour negli Stati Uniti, si divertirono a fare i busker ("quel matto si mise a cantare per strada O’ sole mio. Daje Orie’ che rimediamo un po’ di soldi. E via con tutto il repertorio napoletano"). La Berti parla anche dei talent e critica questo continuo emozionarsi per chiunque: "Questi giudici si commuovono ogni cinque minuti davanti ai concorrenti, ma quale pelle d’oca, io ai più gli tirerei una scarpa".

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