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Michael Bublè presenta Higher: “Ora mi emoziono, sono un uomo” e si commuove per il figlio guarito

Dopo 20 anni di carriera, Michael Bublé si presenta rinnovato con il suo nuovo “Higher”. L’intervista qui.
A cura di Vincenzo Nasto
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Michael Bublé 2022, foto di @michaelbuble Instagram Account
Michael Bublé 2022, foto di @michaelbuble Instagram Account

L'uscita di "Higher" lo scorso 25 marzo per Michael Bublé è stata l'opportunità di concedersi, per la prima volta, un po' di libertà. Di uscire dal proprio personaggio che ha conquistato negli ultimi 20 anni l'industria discografica, di permettersi il lusso di delegare la propria musica, le proprie convinzioni. "Higher" è anche la collaborazione con Paul McCartney, della visione del produttore esecutivo canadese Greg Wells e della penna dell'autore Ryan Tedder. Un disco di cover che vola in più generi e continenti, ma che poi ritorna sempre a casa sua, dopo gli anni difficili, dove si sono susseguite la malattia del figlio e il Covid. Durante l'intervista, Michael Bublé non ha nascosto l'emozione, concedendosi qualche lacrima e tanta emozione, e quanto sia cambiato attraverso queste sfide: "Prima mi facevo rimbalzare addosso tutto, adesso mi emoziono. Ormai sono un uomo".

Per la prima volta, Michael Bublè, dopo 20 anni di carriera, ha deciso di stravolgere i suoi piani musicali. Tutto nato da una telefonata: "Un mio amico mi ha chiesto di lasciarmi andare un po'. Mi ha detto: non sarebbe divertente lasciarti andare? Non sarebbe bello per le persone avere un sound tuo più fresco dopo 20 anni di carriera? Nelle scorse notti ho chiamato uno dei produttori del disco per ringraziarlo del lavoro che aveva fatto, mi ha risposto: Non c'è niente di meglio di uno chef che ama ciò che cucina. È il segreto di questo progetto". Un disco di cover, 13 tracce, che vede al suo interno brani di Bob Dylan, Paul McCartney, ma anche Barry White e Charlie Chaplin con la sua "Smile". Proprio su McCartney, Bublè ha raccontato di quanto lavorare assieme abbia esaudito uno dei suoi più grandi desideri: "La prima volta che sono entrato in contatto con Sir Paul, è stato molto gentile con me. Avevo fatto una demo e gliel'ho mandata: qualche giorno dopo mi ha chiamato per congratularsi. Gli volevo far capire quale onore sarebbe stato per me essere prodotto da lui".

Ma non finisce qui, perché il racconto sul rapporto con McCartney, rivela l'amore stesso per la musica di Bublé: "Mi impressionò tanto tempo fa quando in un'intervista quando gli chiesero se John Lennon fosse il genio del gruppo. Lui rispose che era un gran musicista, come George, Ringo e sé stesso. Tutti e quattro creavano il più grande gruppo al mondo e quando si guardava nello specchio sapeva cosa aveva fatto, non aveva bisogno lo dicessero gli altri. Con il documentario "Get Back" abbiamo capito che Paul era il genio, Paul era il leader. La verità viene sempre fuori". La musica come strumento d'arte e non come strumento politico. Bublè ha voluto sottolineare anche di quanto sia stanco dell'inutilità delle parole di alcuni artisti, diventati commentatori di una realtà che non riescono più a descrivere attraverso la musica: "Sono stanco di sentire persone che parlano di politica, che gli artisti facciano cose artistiche. Fai cose belle attraverso la musica".

L'intervista è anche il momento per parlare dell'Italia e di quanto le sue numerosissime date del tour, per adesso, non sembrano toccare i lidi dello stivale: "Abbiamo avuto problemi per l’organizzazione del tour, soprattutto per la data in Italia. Abbiamo cominciato a Las Vegas perché le persone mi dicevano che se fossi andato a suonare li, avrebbero preso una residence per 10 anni. Ho una carriera che mi ha permesso e costretto a viaggiare, sono andato dappertutto, anche quando in America non mi ascoltavano. Ho detto al mio agente che se ci fosse un posto, in cui non sono stato, anche per 5 persone ci andrò lo stesso. È per questo che ho una carriera così lunga, per questo amo la musica". Ma l'Italia è anche il paese in cui sono stati "concepiti" i suoi primi due figli con l'attrice e modella argentina Luisana Lopilato: "In Italia c'è l'aria buona".

Le sue ultime parole ritornano sul disco e sull'evento che ha colpito gli Oscar 2022: lo schiaffo di Will Smith al comico Chris Rock. Per quanto riguarda "Higher", Bublé ha sottolineato come sia stata anche la prima occasione, dopo 20 anni di carriera, di vedere un suo singolo esordire in testa alla classifica Billboard. Un risultato incredibile che ha ripagato gli ultimi anni: "Le canzoni sono state scritte e cantate durante la pandemia, e i miei figli venivano in studio con me. Si sente quell’emozione. Il successo è importante, ma lo è di più se lo riesci a condividere con chi ti rende felice". Il rispetto e la compassione sono lo stesso trattamento con cui tratta l'argomento Will Smith: "Credo che tutti sappiamo che ciò che è accaduto l'altra notte sia stato terribile. Will non avrebbe dovuto dare un pugno. Credo che le persone sbaglino a giustificarlo, ma adesso è sbagliato attaccarlo. Bisogna essergli vicino e bisogna avere compassione per lui. L’odio non ci aiuta. Sono sicuro al 100% che se tornasse indietro, non lo rifarebbe. Se mi accadesse una cosa del genere, non so come reagirei. Essere forti significa saper gestire le situazioni e tutte le loro conseguenze".

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