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La verità di Britney Spears sulla tutela legale: la popstar pubblica e cancella un lungo audio

Per la prima volta, con una registrazione vocale di 22 minuti pubblicata e cancellata su Twitter, Britney Spears ha raccontato la verità sulla conservatorship.
A cura di Vincenzo Nasto
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Britney Spears (Getty Images)
Britney Spears (Getty Images)

"Se sei una persona introversa come me, che si sente sola per la maggior parte del tempo e avevi bisogno di ascoltare una storia come questa oggi in modo da non sentirti sola, sappi questo: la mia vita è stata lontana dall'essere facile, e non sei sola". È così che si chiude il memo vocale postato da Britney Spears nelle ultime ore su Twitter, cancellato prontamente dopo un'ora. 22 minuti di confessione per la popstar statunitense, che per la prima volta riesce a fare chiarezza su ciò che è avvenuto negli ultimi 13 anni di conservatorship, aprendosi non senza un pizzico di paura al pubblico. Una scelta lontana dal processo, terminato nel 2021, ma soprattutto lontano dalle televisioni, dai podcast, dalle radio. Una registrazione di 22 minuti in cui appare, in maniera evidente, lo stato di shock della cantante per i traumi causatele dalla sua famiglia.

La prima confessione sulla conservatorship

"Come ca**o hanno fatto a farla franca?". È questo il claim della registrazione vocale di 22 minuti, pubblicata da Britney Spears via Twitter, per poi essere cancellato da Twitter e reso privato su YouTube. Una prima confessione da parte della popstar, ritornata nel panorama musicale dopo la pubblicazione di "Hold Me Closer", il brano in collaborazione con Sir Elton John. La cantante ha cominciato il suo audio con i motivi per cui questa registrazione arriva in questo momento: "Ho avuto un sacco di opportunità, da Oprah a interviste, per andare su una piattaforma e condividere le difficoltà e qualsiasi cosa mi passasse per la mente. Davvero non penso che nulla di tutto ciò sia rilevante, soprattutto essere pagata per raccontare la mia storia. Mi sento come se fosse una sciocchezza".

Il giorno in cui tutto è cambiato

Spears rivela anche i motivi dell'apertura, in tempi così lontani rispetto al processo: "Ho sempre avuto paura del giudizio e sicuramente provavo imbarazzo per l'intera faccenda. C'era anche lo scetticismo per le persone ciniche e le loro opinioni. Adesso sono al sicuro, e sono disposta a condividere apertamente i miei pensieri e quello che ho passato". La cantante ha descritto il momento in cui secondo lei, tutto ebbe inizio: "C'era una squadra SWAT a casa mia, tre elicotteri. Ricordo che la migliore amica di mia madre e le mie due amiche avevamo fatto un pigiama party la sera prima. Mi hanno tenuta ferma su una barella. Ancora una volta, niente di tutto ciò aveva senso. Letteralmente l'entità della mia follia è stata quella di inseguire i paparazzi, che è ancora oggi una delle cose più divertenti che abbia mai fatto da personaggio famoso. Non so cosa ci fosse di così dannoso".

Il ricovero e la scelta della conservatorship

Solo poche ore dopo l'arrivo dell'ambulanza, la sorpresa: oltre 200 paparazzi al di fuori della sua abitazione, poi le fotografie attraverso il finestrino di un'ambulanza, dove la donna era tenuta ferma sulla barella. Spears solo ora ricollega i motivi di quella scelta da parte della famiglia: "Ora so che è stato tutto premeditato. Una donna ha presentato l'idea della conservatorship a mio padre, e mia madre lo ha effettivamente aiutato a portare a termine la soluzione. Era tutto sostanzialmente già impostato. Non c'erano droghe nel mio corpo, niente alcol, niente. Era puro abuso". Due settimane di ricovero ospedaliero in cui la cantante è stata maltrattata verbalmente: "Mi è stato detto, ogni giorno, che ero grassa. Dovevo andare in palestra, dovevo solo obbedire. Non ricordo di essermi mai sentita così demoralizzata. Mi hanno fatto sentire una nullità. E ho seguito tutto perché avevo paura. Ero spaventata".

Il giorno della ribellione

Nel frattempo passano gli anni, e Spears conduce una doppia vita, da una parte quattro album come "Circus", "Femme Fatale", "Britney Jean" e "Glory", dall'altra le minacce della sua famiglia. In tutto questo, Spears era ospite alla Residency di Las Vegas, un tour durato quattro anni e mezzo, occasione per l'ennesimo abuso nei suoi confronti: "Dovevo fare un nuovo spettacolo un giorno e sono andata alle prove e ho detto no a un ballerino. Ricordo solo che tutto è diventato davvero strano. Il giorno dopo mi è stato detto che dovevo essere mandata in una struttura e che avrei dovuto dire sul mio profilo Instagram che il motivo era perché mio padre era malato e aveva bisogno di cure. Piangevo e mi chiedevo il motivo per cui stessi subendo tutto questo".

Le accuse alla madre Lynn Spears

"Mi hanno messa in uno stato mentale da incubo ed ero spaventata, facevano così per farmi sentire come se avessi bisogno di loro, e se non fai quello che diciamo, ti mostreremo chi è il capo". Ad oggi sembra che le colpe vengano indirizzate principalmente alla madre, Lynn Spears, rea di aver accettato passivamente le condizioni imposte alla figlia, mascherando tutto con un velo di tristezza incoerente: "Onestamente sono più arrabbiata con mia madre perché ho sentito che quando i giornalisti l'hanno chiamata in quel momento e le hanno fatto domande su cosa stava succedendo, si sarebbe nascosta innocentemente in casa e non avrebbe parlato. Poteva trovarmi un avvocato in due secondi e invece accettava che mi venisse tolto anche il cellulare".

Il movimento Free Britney

Britney ha voluto spendere anche delle parole per il movimento #freeBritney, un caposaldo del riacquisto della propria libertà per la popstar americana: "L'intera cosa che mi ha reso davvero confusa è che queste persone per strada stavano litigando per me mentre mia sorella e mia madre non stavano facendo nulla. Per me, era come se segretamente gli piacesse che fossi la cattiva, come se fossi incasinata: a loro piaceva semplicemente in quel modo. Penso che sia la cosa principale che mi ha ferito. Non sono riuscita a elaborare il modo in cui la mia famiglia è andata d'accordo per così tanto tempo".

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