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Il coautore della canzone di Shakira e Bzrp contro Piqué: “All’inizio alcune cose erano diverse”

Com’è nata la “canzone-vendetta” di Shakira contro Piquè che in pochi giorni ha raggiunto milioni di visualizzazioni in tutto il mondo? Lo racconta in un’intervista il compositore che ha collaborato con lei alla realizzazione del brano.
A cura di Cristina Somma
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Keityn e Bzrp in studio a Barcellona (Instagram @keityn)
Keityn e Bzrp in studio a Barcellona (Instagram @keityn)

Avevano già collaborato alla realizzazione di Te felicito e Monotonia, due canzoni uscite prima della rottura tra Shakira e Piqué. Keityn è il compositore che insieme alla cantante ha realizzato la canzone-vendetta, scritta contro l'ex calciatore del Barcellona, che negli ultimi giorni ha fatto il giro del web. Una canzone prodotta a sei mani con Bzrp che si è prestato per la realizzazione della traccia, ma che ha il forte contributo proprio di Keityn, il quale ha raccontato in una videointervista su Molusco Tv com'è nato il brano e tutti i passaggi che hanno preceduto la versione definitiva.

L'idea della Session con Keityn e Bzrp sarebbe partita proprio da Shakira che ha scritto al compositore e gli ha chiesto di collaborare con lei per la realizzazione del brano che aveva già in mente. Keityn ha subito accettato ed è volato a Barcellona dove ha incontrato prima Bzrp in un albergo per trovare una base che potesse andare bene per Shakira, poi il giorno dopo la cantante per definire il tutto. Avevano tutti le idee molto chiare dal principio e si è creata una tale sinergia che se le scambiavano molto velocemente, come fosse un ping pong tra i tre artisti che contemporaneamente le mettevano in atto.

Keityn racconta che hanno registrato due versioni della Session, alla fine hanno scelto l'ultima che sembrava migliore. Sostiene di non ricordarla nemmeno la prima, ricorda solo che avevano iniziato bene, non con la stessa traccia. "Lavorare con lei – dice il compositore – è bello, perché è molto versatile". Shakira è un'artista che può produrre un brano per i mondiali e subito dopo registrare qualcosa di arabo o di afro. "Per me è la donna più versatile nell'ambito della musica latina", continua il compositore. Sulla base di queste competenze e della complicità tra i tre autori, da subito si percepiva che ne stava uscendo qualcosa che avrebbe avuto un riscontro molto positivo.

"I versi – ha spiegato Keityn – li abbiamo scritti insieme. Tutte le idee sono state condivise, così come il merito". Entrambi proponevano di aggiungere o togliere qualcosa, di modificare. Il ritornello è stato la parte più semplice, su cui tutti avevano le idee molto chiare. Nella prima versione però era stato registrato con un effetto, una sorta di distorsione che rendeva la voce metallica, robotica, ma Shakira ha preferito modificarlo nella versione definitiva e lasciarlo al naturale".

"C'erano cose diverse nella canzone che sono state cambiate", dice Keityn. "Non so se erano più forti, – prosegue – ma credo che fossero meno concrete di quelle della versione definitiva. Abbiamo pensato alle ripercussioni su ogni passaggio e poi lo abbiamo di volta in volta modificato". Hanno prodotto numerose versioni del brano. Gli artisti ci hanno lavorato intensamente per due o tre settimane, ogni giorno tornavano sul brano con delle modifiche e delle revisioni. Facevano videochiamate in cui si scambiavano idee anche alle due del mattino, si dicevano che magari una cosa poteva essere più intelligente piuttosto che un'altra, o che qualcosa era meglio non dirla, quindi toglierla. "Io e Shakira – ha raccontato Keityn – ci siamo fatti lunghe telefonate, io ho viaggiato molto. Sono state settimane molto intense". Il testo pare sia stato il vero punto cruciale. "Siamo stati meticolosi – prosegue – volevamo centrare il punto senza oltrepassare i limiti".

La pop star portava le idee e il compositore l'aiutava a metterle in rima. La cantante è arrivata con una lista di cose appuntate che avrebbe voluto esprimere nel testo, come il riferimento all'età della nuova compagna di Piqué o la citazione ai vari marchi famosi. Il compositore l'ha aiutata a farle quadrare nella metrica, con le rime, spostando più in alto o in basso le strofe, ma l'idea di quel testo è stata completamente di Shakira.

L'aiuto di Bzrp e di Keityn c'è stato, ma tutto è stato sempre sigillato da Shakira, come un marchio. Così lavora lei, in maniera diversa dalle altre cantanti. Questo è quello che nell'intervista riferisce il compositore. "Shakira – spiega Keityn – canta sempre ciò che sente. Io le posso mandare canzoni, ma lei canta solo ciò che vive e che sente. Non è come altre". Se non sente suo un pezzo, lo dice. Anche se lo apprezza, lo esprime dicendo: "Mi piace, è bello, però non lo vivo, non l'ho vissuto e non è quello che voglio mostrare. Io voglio mostrare solo ciò che sento".

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