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Ezio Bosso, la spinta di Sanremo 2016 al successo del compositore

Ezio Bosso è stato il protagonista del Festival di Sanremo 2016 con la sua Storia di speranza e con un’esibizione che ha commosso il pubblico del festival e non solo al punto da spingere il suo album ‘The 12th Room’, uscito in autunno, al quinto posto in classifica e facendo volare i fan su Facebook.
A cura di Francesco Raiola
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Ezio Bosso al Festival di Sanremo 2016 (LaPresse)
Ezio Bosso al Festival di Sanremo 2016 (LaPresse)

Ezio Bosso è stato uno degli ospiti principali del Festival di Sanremo 2016, forse il più inaspettato, ed è riuscito a catalizzare l'attenzione degli spettatori generando un ‘effetto valanga' che molti non si aspettavano. Compositore, direttore d'orchestra e pianista, Bosso è salito sul palco dell'Ariston mercoledì 10 febbraio, suonando ‘Following a bird‘, un brano presente nel suo album ‘The 12th Room' e parlando della musica e da una malattia neurodegenerativa, da cui è afflitto da qualche anno. Mutuando il titolo di una nota serie parodica su Gomorra creata dai The Jackal, il gruppo di videomaker napoletani protagonisti a Sanremo pur senza esserci, potremmo capire quali sono stati ‘gli effetti di Ezio Bosso sulla gente'. Sì, perché il compositore torinese ha auto un effetto devastante sul pubblico di Sanremo e sul Festival stesso dal momento che durante la sua esibizione, lo share è cresciuto del 10% (dal 45% al 55%) e anche su Twitter, uno dei luoghi principali di discussione degli eventi televisivi l'hashtag #Eziobosso è stato tra i più ricercati e utilizzati, secondo solo a quello ufficiale #sanremo2016.

Sanremo 2016: i numeri di Ezio Bosso dopo il Festival

E allora, ripercorrere i numeri di questo artista lascia stupiti e conferma l'idea che a volte la sola bravura non basta, ma c'è bisogno di un'ampia platea e di un grosso evento affinché un nome esca dalla nicchia. Sì, perché Bosso bravo non lo è diventato all'improvviso, su quel palco, in cui la gente ha anche anche potuto vedere gli effetti della malattia che comunque non fermano le sue mani e la sua musica. Il pubblico ha apprezzato la performance al punto da far arrivare a 47 mila i like sul video della Rai, senza contare tutto quello che c'è attorno (come la condivisione di video caricati direttamente su Facebook, ad esempio), ma la nota più importante è l'effetto che la sua presenza ha avuto sulla classifica di vendita. Ezio Bosso, infatti, ha pubblicato il suo album d'esordio ‘The 12th Room' lo scorso autunno, ma in poco più di due giorni (dalla sera del 10 febbraio al venerdì d'uscita) è riuscito ad arrivare fino in quinta posizione, davanti ad artisti come Adele, Marco Mengoni e Modà, tra gli altri. Insomma, un autore che la classifica non l'aveva vista, né tantomeno le posizioni alte, è improvvisamente arrivato negli auricolari di un bel pezzo d'Italia che ha cominciato a volerne sapere di più. E non è neanche un caso che la sua pagina Facebook sia passata dai 5000 like che aveva prima della performance sanremese ai 250 mila attuali, ora però il problema è far sì che quella partecipazione non resti un ricordo bello di cui ricordarci il prossimo anno quando guarderemo alle cose salienti dell'edizione 2016.

L'album ‘The 12th Room'

L'album d'esordio del compositore ‘The 12th Room‘, quindi, è uscito, per Egea Music, lo scorso ottobre, è stato registrato quasi interamente live nel settembre del 2015 durante i concerti al Teatro Sociale di Gualtieri (Reggio Emilia) e fatto uscire in una versione doppia col ‘primo disco con quattro brani inediti e sette di repertorio pianistico, ognuno dei quali vuole rappresentare metaforicamente le fasi che attraversiamo nella vita, e un secondo disco contenente la Sonata No. 1 in Sol Minore che simboleggia la dodicesima stanza':

Questi brani, come sempre nelle mie scelte, rappresentano un piccolo percorso meta-narrativo – racconta Ezio Bosso – C’è una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze, nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare.

Chi pensa a Bosso solo come musicista classico, però, sbaglia, perché il musicista ha anche un passato Ska: fu bassista degli Statuto, storica band ska torinese, nel 1985 prima di tornare alla classica. Nel 2012, però, diede una dimostrazione di contaminazione, quando suonò dal vivo a Radio 2 il brano inedito ‘Rain in your black eyes' unendo piano, violino e violoncello, con Rapper e DJ.

Ai concerti di Ezio Bosso si aggiunge il Teatro Rossetti di Trieste

Nei giorni scorsi Bosso è stato protagonista all'estero, debuttando alla Royal Opera House di Londra con il nuovo spettacolo del Royal Ballet ‘Within the Golden Hour', di Christopher Wheeldo, con le sue musiche e la direzione della Lituanian Chamber Orchestra al Teatro Filarmonico di Vilnius (Lituania) con la partecipazione del violinista Sergey Krylov. A breve, però, il musicista sarà in concerto anche in Italia:  il 27 febbraio sarà protagonista a Collegno nella Lavanderia a Vapore, l’8 aprile all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, il 12 aprile all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 14 aprile al Teatro Ermete Novelli di Rimini, il 16 aprile al Teatro Ristori di Verona, il 19 aprile al Teatro Puccini di Firenze e il 22 aprile al Teatro Toniolo di Mestre (VE) e il 24 aprile al Politeama Rossetti di Trieste.

La Storia di Ezio Bosso e la scoperta della malattia

Il Festival di Sanremo 2016, però, è stato solo una tappa del suo percorso artistico. Il 44enne compositore torinese è un enfant prodige, sin da bambino si dedica al piano e a 16 anni debutta come solista: ha studiato Composizione e Direzione d’Orchestra all’Accademia di Vienna e col tempo si è ritrovato a dirigere orchestre internazionali importanti come la London Symphony Orchestra, The London Strings, l'Orchestra del Teatro Regio di Torino e l'Orchestra dell'Accademia della Scala. ma il suo amore per la musica lo ha anche portato a comporre per il cinema, lavorando per registi come Gabriele Salvatores per ‘Io non ho paura' ma lavorando anche per il teatro, come successo con James Thierrèe e con la danza (per coreografi come Rafael Bonchela). Nel 2011 gli viene diagnosticata una rara malattia neurodegenerativa progressiva, che lui definisce ‘l'incidente‘ e non lo allontana dal suo amore, costringendolo, ovviamente, a cambiare i propri ritmi di vita, come spiega all'Ansa:

La malattia non è la mia identità, è più una questione estetica. Ha cambiato i miei ritmi, la mia vita. Ogni tanto ‘evaporo'. Ma non ho paura che mi tolga la musica, perché lo ha già fatto. La cosa peggiore che possa fare è tenermi fermo. Ogni giorno che c'è, c'è. E il passato va lasciato a qualcun altro.

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