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Enzo Avitabile: “Ai David di Donatello ha vinto la Napoli meno visibile”

Enzo Avitabile ha vinto i due premi musicali dei David di Donatello, quello come miglior musicista e per la miglior canzone, “Abbi pietà di me”, contenuta nella colonna sonora di “Indivisibili”.
A cura di Francesco Raiola
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Enzo Avitabile (LaPresse)
Enzo Avitabile (LaPresse)

Uno dei protagonisti dei David di Donatello che si sono svolti ieri sera è stato Enzo Avitabile, il musicista napoletano che si è aggiudicato i due premi musicali, quello come miglior musicista e quello per la migliore canzone per "Abbi pietà di noi", contenuta nella colonna sonora del film di Eduardo De Angelis "Indivisibili", vincitore di 6 statuette totali. Voce storica della musica italiana nel mondo, più volte Premio Tenco e uno dei maggiori esponenti della world music, Avitabile ha colpito alla prima occasione disponibile con un pezzo che mette al centro del dibattito le periferie, certo, ma anche argomenti come l'incapacità dell'uomo di prendersi cura della Terra, partendo dalla Terra dei Fuochi. La canzone, cantata assieme ad Angela e Marianna Fontana, le due protagoniste del film, è inclusa nel suo ultimo album "Lotto infinito", uscito lo scorso ottobre per Sony.

Intanto complimenti per la vittoria, hai portato le periferie del mondo nella metropoli del cinema…

Diciamo che ci aveva pensato già il film, però questa è stata comunque una cosa bella, perché la musica era al servizio, giustamente, di un'opera. E sì, ho ritenuto giusto rendere omaggio alla mia città, al mio quartiere Marianella, alle periferie della mia città, del mondo…

“Abbi pietà di noi” è una preghiera amara. Quanto credi che la tua canzone e quello che racconta sia accessibile (o anche interessi) la platea che ha assistito alla tua vittoria?

Non esiste una platea nazionale o internazionale o regionale, esiste la musica, l'arte e la gente. La musica vive a prescindere da tutto, altrimenti come avremmo potuto avere il requiem di Mozart, per dirne uno? Io credo profondamente al potere di questo linguaggio, dell'arte e dell'espressione.

Una preghiera che parla di veleno, diossina, Terra dei fuochi, un problema che va a ondate almeno mediaticamente, ma che alla fine sta sempre là…

Io sono partito dalla Terra dei fuochi per arrivare all'universo, parlando di come non ci sia rispetto per la vita, per la natura, è questo il motivo per cui ho scritto "Abbi pietà di noi", perché siamo noi la causa di tutto questo, di questo scempio.

Ho letto che, intanto, tu e De Angelis state già lavorando a un progetto assieme, giusto?

In realtà si lavora sempre, non esiste un giorno in cui si comincia qualcosa, ma c'è sempre la voglia di scoprire nuove possibilità: è quello che io chiamo "studio di preparazione alle cose".

Senti, oggi è arrivato l’attestato di stima pubblico di Niccolò Fabi, ma qualche settimana fa è uscito l’album di Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica) che ha ammesso di non aver sentito altro che ‘Black Tarantella' per un anno. Cosa vuol dire essere una tale ispirazione per altri musicisti?

Vuol dire essere pronti ad ascoltare i loro messaggi, magari loro approfondiscono delle cose e poi diventano loro per te il contenuto: questo è lo scambio della musica, dell'arte, no? Poi questi artisti li adoro: sia Niccolò, che è un amico mio storico che Vasco, giovane artista che però alle spalle ha un mare di esperienze, che ha fatto tante cose di qualità. Io poi credo anche molto in questa militanza artistica: spesso uno si muove nella stessa direzione pure senza averne consapevolezza.

Un Premio, insomma, che è una bella soddisfazione per la città tutta, come ha detto anche il Sindaco di Napoli.

Sì, oggi sono particolarmente contento per la mia città, per Napoli, per noi. Abbiamo messo un altro tassello, abbiamo portato là la Napoli mia, delle periferie – e, attenzione, credo che esista una periferia anche del centro storico. Ma Napoli è anche quella parte meno visibile: la mia terra è Ponticelli, San Giovanni, Rione Traiano, la mia terra è Soccavo, Poggioreale, questa Napoli non tanto turistica. Mi è molto piaciuto l'intervento di De Magistris, infatti, che ha rimarcato proprio il discorso che accomuna noi tutti, quelle delle periferie.

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