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Dopo i Canova, Matteo Mobrici racconta il suo esordio da solista: “Torno dopo due anni di delirio”

Dopo l’addio ai Canova Matteo Mobrici esordisce con il suo progetto solista “Anche le scimmie cadono dagli alberi”. Fanpage lo ha intervistato.
A cura di Vincenzo Nasto
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ph. Francesco Levy
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Dopo sette anni di sodalizio con i Canova, lo scorso luglio 2020 la band si è sciolta, ma il suo frontman Matteo Mobrici sembra non essersi mai fermato. Anche perché lo scorso 19 novembre è uscito "Anche le scimmie cadono dagli alberi", il suo primo progetto solista, con sole due collaborazioni: da una parte Brunori Sas, dall'altra Gazzelle. Un progetto dal titolo visionario e che racconta anche il nuovo Mobrici-pensiero, meno legato al concetto dell'errore come distruzione di ciò che si è costruito e più come nuovo step nella propria formazione. Nel primo brano della tracklist rovescia anche la figura del cantautore in Italia, non più eroica e di successo con le donne, ma anche figlia della solitudine e di un'immagine che i social disegnano, ma che in realtà non esiste. 11 brani, oltre 30 minuti di musica, ma Mobrici non vuol fare bilanci sul progetto a un mese dalla pubblicazione: "Vorrei riflettere su questo disco magari quando pubblicherò il mio settimo progetto da solista. Solo allora voglio guardarmi dietro e riflettere sul successo o meno di questo disco".

A un mese dalla pubblicazione del tuo progetto, quali sono le sensazioni?

Io ho una visione a lungo termine dei progetti che porto. Per farti un esempio, vorrei riflettere su questo disco magari quando pubblicherò il mio settimo progetto da solista. Solo allora voglio guardarmi dietro e riflettere sul successo o meno di questo disco. Adesso il pensiero è fare dei concerti in giro, portare questa musica alle persone: nel frattempo continuare a scrivere di musica.

Quali sono state le differenze principali nella produzione di un progetto solista?  

Non è cambiata particolarmente la produzione di questo disco rispetto al passato, anche perché i testi per i Canova li scrivevo io. La differenza maggiore sarà dal vivo, anche perché non avrò una band affianco a me, anche perché questa cosa è particolarmente importante. Ci si fa scudo a vicenda, nel bene e nel male. Adesso ho meno persone con cui confrontarmi e meno decisioni da condividere.

Qual è stato il momento in cui hai avuto la necessità di compiere questo passo?

Sinceramente negli ultimi due anni è successo il delirio, ed è successo anche ai Canova. Cresci e aumentano le distanze tra le persone, è una cosa fisiologica. Mi ha impressionato per esempio il documentario sui Beatles ("Get Back", ndr), scoprire che sono quattro ragazzi con pregi e difetti. L'allontanamento umano è la cosa più difficile da affrontare.

L’amore è il fil rouge che lega le 11 tracce del disco, quali sono le sfumature principali del termine che hai voluto raccontare?

Ho raccontato tutto quello che mi è successo negli ultimi due anni. Certamente l'amore è al centro del racconto, ma non solo: anche tutte le sue sfumature. Penso che ci sia anche la solitudine, e questo lo rende un disco autentico.

Incuriosisce molto la scelta del titolo “Anche le scimmie cadono dagli alberi”, me lo puoi raccontare?

Ho pensato subito a questo, anche per il modo in cui è accaduto tutto. Stavo sfogliando un libro che avevo ordinato sulle poesie orientali e in una pagina totalmente vuota, c'era: "Anche le scimmie cadono dagli alberi". Immediatamente ho capito che era quello giusto. Anche se ho avuto un po' di timore a proporlo ai vari partner, è piaciuto a tutti. Non è un disco concettuale, con un tema che lega tutte le canzoni, ma volevo mandare a tutti questo messaggio, soprattutto in questo periodo. Durante la pandemia ci siamo accorti che tutto ciò che ci capita non è sempre frutto delle nostre scelte, ma anche da ciò che ci capita. Chi lo legge e lo capisce, potrebbe vivere la vita in un modo più tranquillo e slegato dalla paura di sbagliare. Soprattutto quando l'errore ci fa crescere, capire e maturare.

Ne “Il cantautore” sovverti la narrazione attuale della camera da letto, non visto come il luogo del trionfo, ma più come un nascondiglio, un rifugio personale anche se sei in compagnia di una giovane donna: quanto è stato importante per te come brano?

Per me è molto importante, per questo l'ho messa come prima traccia del disco. Dopo l'addio alla band, già esordire con questo titolo fa capire il mio pensiero. Questo brano ha ancora un sound band, ma è anche la voglia di scoprire il velo sugli artisti. C'è chi pensa che chi scriva brani viva una vita fuori dal comune, tra lusso e vasche idromassaggio, quando è completamente diverso. Io scrivo le canzoni come facevo quando avevo 15 anni, solo che prima lo facevo nella cameretta di casa dei miei, mentre adesso lo faccio a casa mia. Come vedi, vado avanti e cresce, ma con le passioni rimani sempre allo stesso livello.

Hai partecipato solo sette giorni fa al programma Sky Luce Social Club, riferendoti al tuo amore per la “Forma canzone”. Ti volevo chiedere qual è la tua forma canzone e se i tuoi ascolti sono cambiati negli ultimi anni?

L'amore per la forma canzone per me è la cosa principale che mi lega alla musica. Non sono un ascoltatore di musica a caso. A me piace la forma canzone, che riesca a unire accordi parole e immagini in grado di trasferire emozioni come l'amore o anche qualche sentimento negativo, una polemica. Per me rimane la forma perfetta di comunicazione, anche perché ci sono altre tecniche, come i film. Sono una forma diversa, anche perché infinitamente più lunga: invece le canzoni in tre minuti riescono a trasferire tutto. Sono cresciuto con la musica di Battisti e di Lennon e so fare musica solo in quel modo, per me è difficile uscire da questo schema.

Cosa ti aspetti dal ritorno dal vivo?

Io vedo questo percorso come il primo mattoncino, perché come ho detto prima, ho una visione abbastanza lunga delle cose che faccio. Farò questo tour portando le canzoni di questo disco e le canzoni che ho scritto per i Canova, un lavoro sia autoriale che artistico in prima persona. La mia curiosità, il mio obiettivo è vedere chi c'è in questo viaggio. Sarà molto importante, dopo aver vissuto questa lontananza tecnologica, riuscire a vedere negli occhi dei fan l'emozione che suscita la mia musica.

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