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Cos’è Scena Unita, il progetto nato da Fedez per i lavoratori dello Spettacolo: “Non è elemosina”

La crisi dei lavoratori dello spettacolo è diventata una realtà che sempre di più sta emergendo nelle sue proteste, da quelle in piazza agli annunci rivolti sui social. Una delle prime iniziative in Italia è “Scena Unita – per i lavoratori della musica e dello spettacolo”, la risposta del mondo degli artisti e della musica per supportare in modo diretto gli addetti ai lavori.
A cura di Redazione Music
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La crisi dei lavoratori dello spettacolo è diventata una realtà che sempre di più sta emergendo nelle sue proteste, da quelle in piazza agli annunci rivolti sui social. Una delle prime iniziative in Italia è "Scena Unita – per i lavoratori della musica e dello spettacolo", la risposta del mondo degli artisti e della musica per supportare in modo diretto gli addetti ai lavori. A questa proposta, annunciata dal rapper Fedez nelle scorse settimane, si uniscono quelle dei mesi precedenti, come l'iniziativa di Spotify con Music Innovation Hub.

Cosa è Scena Unita

"Scena Unita – per i lavori della Musica e dello spettacolo" è la proposta per gli addetti ai lavori, che stanno avendo sempre meno garanzie sul futuro, come dimostrano le manifestazioni in piazza e le richieste sui social. L'iniziativa annunciata dal rapper Fedez nelle scorse settimane ha visto subito la collaborazione di tanti artisti che si sono messi in gioco in prima persona, assieme ad aziende ed enti privati che investiranno per dare un contributo concreto alla filiera lavorativa, una delle più sviluppate in un paese che prima del Covid-19 ruotava attorno agli spettacoli del vivo. "Non sono un portavoce – spiega Fedez, che più volte spiega ai giornalisti che lui è uno dei tanti -, è importante che passi come iniziative di gruppo, è una cosa che senza tutti gli artisti non avrebbe avuto la stessa forza. Scena unita parte come moto spontaneo di senso civico, responsabilità sociale dell'artista".

Iniziativa su tre fronti

L'iniziativa si muove su tre fronti, continua il cantante: "Una forte coesione, un'iniziativa di gruppo che potesse distendere un clima sempre più divisivo. La possibilità di recuperare più soldi possibili per aiutare quei lavoratori che ci permettono di mettere in scena quello che facciamo. È un grosso tema che la pandemia ha accellerato: un settore di maestranze nella musica che non è mai stato mappato, è stato sempre frammentato e questa emergenza non ha fatto altro che far emergere problema pregresso". l'ultimo fronte è quello di "cercare di dare un aiuto anche in questa situazione: nasciamo per agevolare, aiutare e aprire tavolo in cui lavoratori parte integrante, patrocinata da Ministero Beni Culturali, che ci aiuterà a capire come far accedere ai fondi".

Alla ricerca di aziende che possano contribuire

Gli organizzatori, tra cui il collettivo La musica che gira, CESVI – organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente – e Music Innovation Hub, hanno spiegato che non avrebbe avuto senso chiedere l'aiuto agli italiani. Lo ha specificato ancora una volta Fedez, che ne aveva accennato in alcune sue storie su Instagram: "Oggi aveva senso che gli artisti si spendessero in prima persona: tutti gli artisti partecipano non solo con la loro immagine, ma hanno anche donato in prima persona ed è importante anche a livello simbolico, vederli uscire da torri d'avorio per rimboccarsi maniche". Oltre agli artisti anche tutte le aziende partner hanno donato. E Fedez ha chiesto ad altre aziende di unirsi a questa iniziativa, e aiutare un comparto che, stando ai numeri di Assomusica, ha perso tra il 93 e il 97% di fatturato nell'ultimo anno. "Cosa abbiamo cercato di fare per raccogliere 2 milioni di euro: chiedere a tutti brand, aziende che lavorano e collaborano con noi di spendersi, anche aziende lontane, abbiamo chiesto a tutti – ha continuato il rapper -. Questo settore può tornare a lavorare per queste due anime: una che dà aiuto diretto ai lavoratori, ma dall'altra anche quello di destinare fondi a fase progettuale, investire a fondo perduto su progetti per far lavorare queste persone. In Italia abbiamo grandi eccellenze, è importante far passare il messaggio che questa cosa non è elemosina, carità, ma un atto dovuto".

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Il rapporto con il Governo

Ai privati si è unito anche il Ministero, conferma poi Jambo Praticò de La Musica che gira, spiegando che sono stati aperti dei tavoli di discussione in continua evoluzione: "Spero che la musica riconosciuta come valore culturale, aggiunto, perché porta cultura e la cultura porta al Pil ricadute, su turismo, infrastrutture. Il focus sul dibattito politico va tenuto acceso. Il nostro è esporci, far sì che sarà vivo anche quando emergenza finirà. Sappiamo che quando emergenza finita noi faremo in modo che non accada". La raccolta fondi, organizzata attraverso il sito di crowdfunding ForFunding.it, vedrà la partecipazione di molte realtà musicali nazionali come le etichette Sony e Warner, il servizio di streaming digitale Amazon Prime Video e gli organizzatori di eventi Magellano Concerti, Vivo Concerti e Live Nation, DNA Concerti e altri. L'iniziativa ha visto la partecipazione anche di un comitato tecnico scientifico per l'organizzazione di raccolta, con docenti universitari che hanno dato il proprio sostegno, insieme ad altri operatore del settore.

La presentazione a X Factor

L'iniziativa è stata presentata dal rapper anche sul palco di X Factor 2020, durante l'ultima puntata della trasmissione televisiva: "Fanno parte di questa iniziativa Manuel, Emma e Hell Raton. Sono stato veramente colpito da questa emergenza, credo nella responsabilità sociale degli artisti. Siamo uniti, più di 70, instituendo un fondo per i lavoratori di questo settore. Non avrebbe senso chiedere ancora soldi ai cittadini, perché si sono largamente spese per questa emergenza. Abbiamo avuto la partecipazione di aziende e brand che lavorano con noi, e abbiamo raccolto due milioni di euro. Speriamo che aderiranno molti altri artisti".

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