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Vita, rischi e vittorie di chi organizza concerti: la storia di Radar, che puntò sugli XX

Giorgio Riccitelli di Radar Concerti ci ha spiegato qual è la vita di chi vuole organizzare concerti in Italia: i rischi, le difficoltà ma anche le enormi soddisfazioni di chi scommette sui live di artisti italiani e internazionali.
A cura di Francesco Raiola
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I The XX al Mediolanum Forum di Milano (foto di Stefano Masselli)
I The XX al Mediolanum Forum di Milano (foto di Stefano Masselli)

Ogni anno, a ridosso della stagione estiva torna puntuale la discussione sul senso dei festival italiani e soprattutto sulle complessità di organizzare concerti nel nostro Paese. E come vale per tutte le materie così ampio, spesso bisogna andare a capire come funziona caso per caso. Ma benché i grandi eventi avvengono soprattutto nei mesi caldi, la stagione musicale prosegue tutto l'anno, con appuntamenti spesso importanti e attesi. Lo sa bene Giorgio Riccitelli che è a capo di una delle realtà più interessanti se parliamo di organizzazioni di concerti e booking. Riccitelli, infatti, è a capo della Radar Concerti, giovane società che ha fondato dopo le esperienze con Live Nation e, prima, Live in Italy,  dove si è fatto le ossa e da cui ha imparato il mestiere. La Radar è una società giovane e dinamicissima che si muove in un mondo, quello soprattutto indipendente, che non sempre è tra i più semplici e che però dà anche tante soddisfazioni, soprattutto se riesci a scommettere bene e hai voglia di rischiare.

Negli anni passati Riccitelli ha rischiato e qualche buon risultato l'ha portato a casa, così oggi può vantare anche risultati importanti, come quelli targati XX, la band inglese che per primo ha portato in Italia e che oggi raddoppia date e fa passaggi sulla tv nazionale (sono stati ospiti a Che tempo che fa), ma nel roster che è vario e multiforme, la Radar ha anche artisti come Bonobo, uno degli artisti elettronici più apprezzati al mondo, FKA Twigs, Foals, Jens Lekman, i primi concerti degli alt-J ma anche italiani giovani e promettenti come L I M, Mecna, e Giungla e festival che sono ormai una certezza, come l'Ypsigock di Castelbuono

Insomma, abbiamo fatto due chiacchiere per farci spiegare come qual è il segreto e quali sono i rischi che bisogna prendersi per organizzare concerti in Italia. Intanto, nei prossimi mesi, sono attesi, tra gli altri, i concerti dei The XX (8 luglio al Firenze Summer Festival e il 10 al Postpay Sound Rock in Roma), Bonobo (8 luglio al Luglio Suona Bene di Roma e il 9 al Locus festival di  Locorotondo), Foals (19 luglio al Magnolia Estate a Milano), Jens Lekman (25 aprile al Locomotiv di Bologna e il 26 aprile a Roma), American Football (15 giugno al Circolo Magnolia di Milano) e Cigarettes After Sex (8 luglio al Just Like Heaven Festival di Galzignano Terme e tra l’11 e il 13 agosto all'Ypsigrock di castelbuono).

Partiamo dalle basi: come nasce Radar Concerti?

Radar concerti è un'agenzia molto giovane. Un incontenibile tsunami nato circa tre anni fa dopo una pluriennale esperienza con la multinazionale Live Nation e ancor prima con Live In Italy. Un'esigenza quasi fisica di tornare ad organizzare concerti in maniera totalmente indipendente senza trascurare lo scouting dei nuovi artisti e cercando sempre di lavorare anche con le realtà più piccole che sono molto spesso quelle più stimolanti, la vera linfa di tutto. In Italia se perdi il contatto con la realtà è poi molto difficile tornare con i piedi per terra.

Cosa vuol dire organizzare concerti in Italia?

Per me significa tutto, è la mia vita. Trasformare una passione viscerale in un lavoro serio poi è quasi fantascienza. Anche se in concreto la categoria del promoter è ancora troppo sottovalutata nel panorama delle attività culturali in Italia, io continuo a vederla molto come una missione (im)possibile. Organizzare concerti o festival qui è come scalare l'Everest bendati. Burocrazia, ignoranza sono assai logoranti, ma quando perseverando si ottengono risultati positivi tutto assume un sapore molto dolce.

Il vostro lavoro guarda soprattutto a realtà indipendenti. Sui live e i risultati degli stessi se ne discute periodicamente, ma qual è la vostra impressione?

Lo ripeto spesso. Avere una linea artistica coerente è una religione per me, che si parli di artisti mainstream o talenti sconosciuti bisogna sempre andare avanti per la propria strada cercando di tenere il più possibile un alto standard qualitativo. Lavoro con moltissimi festival di tutte le dimensioni e se un mio artista rischia di finire in una line up che non mi soddisfa pienamente preferisco non farlo. Vederlo lì per me sarebbe come un pugno nello stomaco e per questo quando è possibile mi piace seguire in toto il lato artistico degli eventi. Questo è il momento di essere coraggiosi, osare e sperimentare proposte come negli altri paesi europei. Mai come adesso questa è la via da seguire.

Essere coraggiosi e rischiare, dici e non è un caso che il vostro sia anche un lavoro di scouting, che è anche rischioso vista la situazione attuale…

È rischioso certo, ma neanche lontanamente paragonabile all'eccitazione che crea scoprire un nuovo talento e portarlo per la prima volta in Italia. Ovviamente bisogna sempre prestare moltissima attenzione a creare un evento intorno al suo live, scegliere i partner giusti volta per volta, anche questo è un aspetto fondamentale. Promuovere un nuovo artista, spendere soldi per portarlo qui e poi farlo esibire davanti a dieci persone è un boomerang che non piace a nessuno. Stesso medesimo discorso vale per gli italiani che rappresento come L I M, Giungla, Mecna, Niagara, Les Enfants ecc tutti assolutamente unici e di grandissimo talento.

Quali sono gli artisti che vi hanno dato maggiore soddisfazione? Quelli che hanno fatto il botto (in carriera) in maniera “inaspettata”, ad esempio, o quelli che hanno portato molta più gente di quella prevista.

Beh sicuramente gli xx, che ho il piacere di rappresentare in Italia fin dalla prima volta. Dalla Casa 139 a Milano e il Covo a Bologna nel primo tour all'ultimo sold out al Forum di Milano è stata davvero una grande emozione. Poi non posso dimenticare i Knife, sold out a Milano in pochissime ore, i continui successi di Bonobo, la performance meravigliosa di FKA Twigs a Milano, l'ascesa inarrestabile di Grimes, i primi concerti italiani degli alt-J, la creazione di Festival Moderno, l'incredibile magia di Ypsigrock e mi fermo qui, ma potrei continuare ancora….

Avete un roster molto ampio e variegato e in questi giorni portate (o avete portato) in Italia una serie di artisti molto attesi, dagli XX a Sohn, passando per Bonobo e Jens Lekman. Cosa dobbiamo aspettarci per le prossime settimane/mesi?

L'attività di Radar concerti praticamente non si ferma mai. La qualità e l'eclettismo del nostro roster è assolutamente voluto e motivo d'orgoglio. Nei prossimi mesi torneranno gli xx con due date estive a luglio, torneranno Bonobo, BADBADNOTGOOD, per la prima volta arriverà in Italia la band culto American Football, i Foals saranno a Milano a luglio e molto altro ancora.

Non solo stranieri, lo dicevi prima, e quello che colpisce è che sono talvolta progetti molto giovani (e tutti molto interessanti). Italiani, giovani, spesso donne… siete pazzi?

Come accennato prima, è tutto assolutamente voluto e pianificato. Riceviamo centinaia di proposte booking da artisti italiani e anche se interessanti spesso diciamo di no se non ci convincono al 100%. Cerchiamo di avere anche qui un decisa linea artistica, provando ad esplorare diverse sfumature sia musicali che visuali. Lavorare con artisti italiani rimane comunque una nostra priorità, in totale armonia con il resto del roster internazionale di Radar concerti.

Esiste una differenza tra l’organizzazione di concerti al Nord e al Sud? Qual è?

Ovviamente sì. Sarei un'ipocrita a dire il contrario. Al Sud è sicuramente più difficile trovare promoter locali seri, ma una volta superato questo scoglio, specialmente riguardo ai festival estivi, è tutto molto più coinvolgente.

Dateci un nome da tenere d’occhio per il futuro.

Mura Masa.

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