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Tornano i Sophia, la creatura del “cantautore supereroe” Robin Proper-Sheppard

Questa sera saranno a in concerto a Roma, di ritorno – a parte un’esibizione bolognese di qualche mese fa – in Italia dopo anni di assenza anche discografica: anche per questo, i Sophia sono uno degli appuntamenti da non perdere.
A cura di Francesco Raiola
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Robin Proper-Sheppard è uno degli artisti di culto dell'indie rock anni '90. Prima coi God Machine e in seguito coi Sophia, il cantante americano – ma europeo, ormai, d'adozione – ha segnato un pezzo del panorama underground della musica di quegli anni e non solo. Fondatore dei GM a inizio anni '90, il cantante dovette affrontare la morte del bassista Jimmy Fernandez, evento che praticamente mise fine a quell'esperienza, ma non alla vita musicale di Proper-Sheppard che costituì la nuova band di cui era, ancora una volta, il leader indiscusso. E cominciò anche, come ha dichiarato lui stesso, la sua nuova vita da vero e proprio songwriter, anzi, per citare le parole di Malcom Middleton (fondatore con Aidan Moffat  degli Arab Strap), un vero e proprio "Superhero Songwriter", come titolò una canzone dedicata anche all'amico.

Dai God Machine ai Sophia

"Fixed Water" fu l'inizio di un percorso che continua ancora oggi: quell'album, il primo pubblicato dall'etichetta che formò il cantautore, vendette più di tutti gli album dei God Machine messi assieme e diede nuova linfa a un cammino che si interruppe nel 2009 con "There Are No Goodbyes", titolo che finché non è arrivato l'ultimo non aveva il senso profetico che possiamo attribuirgli adesso. Sette anni di silenzio, infatti, sono passati fino a "As We Make Our Way (Unknown Harbours)", ultimo lavoro, uscito proprio nel 2016, che ridà un Proper-Sheppard in gran forma. Continuano le incursioni del cantautore in vari campi, dal pop all'elettronica, senza mai perdere la capacità di scrittura che lo caratterizza e una malinconia che è una delle caratteristiche principali della sua musica (ma, stando a quanto dice chi l'ha incontrato, non della sua persona).

Il ritorno con "As We Make Our Way (Unknown Harbours)"

Americano, ma di stanza a Bruxelles, quest'album rispecchia in alcune suggestioni una vita che per un po' è stata senza fissa dimora, anzi, col visto da confermare periodicamente. E forse da questo nascono i tanti riferimenti al viaggiare, compreso quel "The Drifter" ("Vagabondo", ndr) che dà il titolo a una delle canzoni, ma anche la critica presente in "California". Un album che mescola il cantautorato a un pezzo strumentale come "Unknown Harbours" che non ha paura di dare il la all'album, in barba alle regole del marketing moderno, fino alla straziante "Baby, Hold On", dedicata alla figlia e con alcuni riferimenti a un loro vecchio viaggio in Italia.

Le date italiane

I Sophia, dopo un concerto bolognese di qualche mese fa, sono tornati in Italia e dopo i due concerti di Milano e Ravenna, questa sera saranno al Monk di Roma, anticipati dalla 19enne Birthh, al secolo Alice Bisi, autrice di "Born In The Woods" e di passaggio al SXSW, l'11 novembre al Viper di Firenze e il 12  allo sPAZIO 211 di Torino.

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